©Razor_Film_Al Mansour´s_Establishment_for Audiovisual_Media

La Candidata Ideale di Haifa Al Mansour, le donne che hanno il coraggio di cambiare

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In corsa per il Leone d’Oro alla 76. Mostra del Cinema di Venezia, il 2 settembre arriva nelle nostre sale La Candidata Ideale, il nuovo film di Haifa Al Mansour, la prima regista donna a girare un film in Arabia Saudita (La Bicicletta Verde, uscito nel 2012). Questo suo nuovo film affronta la questione femminile in Arabia Saudita attraverso la storia di una donna medico determinata a sfidare la società tradizionalista candidandosi come sindaco della sua città.

Il film

Maryam (Mila Alzahrani) è giovane e ambiziosa e lavora come medico presso una piccola clinica cittadina in Arabia Saudita. Nonostante le sue qualifiche, ogni giorno deve guadagnarsi con fatica il rispetto dei suoi colleghi uomini e l’accettazione da parte dei suoi pazienti. Quando le viene impedito di prendere un aereo per Dubai in cerca di un lavoro migliore, un errore burocratico la fa imbattere per caso nel modulo di iscrizione alle elezioni locali della sua città, e decide di candidarsi. Mentre suo padre, un musicista, è in tournée per suonare ai primi concerti pubblici permessi nel Regno da decenni, Maryam ingaggia le sue sorelle minori perché inizino una raccolta fondi e pianifichino gli eventi per la sua campagna elettorale. Pur scontrandosi continuamente con le restrizioni imposte al ruolo tradizionale delle donne nel Regno, la coraggiosa candidatura di Maryam inizia ad acquistare slancio e ad attirare l’attenzione della comunità conservatrice. Culmine di questa sfida è il testa a testa fra Maryam e il candidato di sesso maschile.

Haifa Al Mansour racconta…

Attraverso questa sua avventura, voglio offrire una visione ottimistica del ruolo che le donne possono rivestire nella società saudita e del contributo che possono dare, diventando sempre più artefici del proprio destino. Voglio incoraggiare le donne saudite ad affrontare le sfide e ad affrancarsi dal sistema che per tanto tempo ci ha tenute prigioniere. Il cambiamento deve partire e deve essere portato avanti dalle donne che sentono la necessità di avere più libertà di movimento nella loro vita quotidiana. L’altro messaggio del film riguarda la necessità di celebrare e onorare le nostre tradizioni culturali e artistiche perché possano essere l’arte e la cultura a guidare le iniziative volte a sviluppare e modernizzare il Paese“.

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Tutte le rappresentazioni artistiche pubbliche sono state proibite nell’era moderna dello sviluppo del Paese. Ora che sale da concerto, cinema e gallerie d’arte stanno ricominciando ad aprire in tutto il Regno, è importante riscoprire la ricca tradizione artistica che abbiamo rischiato di perdere per sempre. La nostra storia è ricca di musica splendida e di arte sontuosa che dobbiamo rivivere, rinnovare e rinvigorire. Le donne ora hanno l’opportunità di contribuire e partecipare ad una società che per generazioni le ha tenute in disparte. Adesso, la cosa più difficile per le donne è vedere al di là delle antiquate norme sociali e degli obiettivi limitati che fino ad oggi hanno visto possibili per la loro vita, infrangere i tabù che le imprigionano e decidere di aprire nuove strade per se stesse e per le loro figlie“.

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