Russell Crowe è il protagonista de Il Giorno Sbagliato, il film diretto da Derrick Borte che uscirà nei nostri cinema giovedì 24 settembre. Si tratta di un thriller psicologico molto serrato, che esplora il fragile equilibrio di una società sempre al limite, mostrandoci qualcosa che tutti noi conosciamo bene, la rabbia al volante in mezzo al traffico e del conseguente sfogo con esiti imprevedibili e terrificanti.
Il film
Rachel (Caren Pistorius) è in ritardo al lavoro quando si trova a discutere al semaforo con uno sconosciuto (Russell Crowe) che si trova in una delicata fase della sua esistenza in cui si sente impotente e invisibile. Così Rachel diventerà, insieme a tutti quelli che ama, il bersaglio di un uomo che decide di lasciare un ultimo segno nel mondo impartendole una serie di lezioni… mortali. Ne scaturirà un pericoloso gioco al gatto e al topo che dimostrerà che non si può mai sapere quanto si è vicini a qualcuno che sta sul punto di esplodere.
La rabbia della società moderna
“Il Giorno Sbagliato focalizza una particolare giornata, con un incontro casuale, che ognuno di noi potrebbe avere in qualsiasi momento“, afferma lo sceneggiatore Carl Ellsworth. Il film è infatti un racconto ammonitore in cui un incontro con uno sconosciuto innesca una catena di eventi dalle conseguenze mortali. La trama si concentra su un’esperienza fin troppo banale, l’ira causata dal traffico, e la porta all’estremo, mostrando il punto di rottura di un uomo e mettendoci alla prova in modi che non avremmo mai immaginato. Per il regista Derrick Borte, la premessa del film era facilmente comprensibile a livello personale: “era una di quelle sceneggiature che non puoi smettere di leggere fino a quando non arrivi alla fine – racconta – per quanto la trama si concentri sull’aspetto della rabbia scatenata dal traffico, la storia è un’esplorazione, facilmente riconoscibile, dei meccanismi che regolano la nostra società e delle tendenze più oscure che si nascondono sotto la superficie degli esseri umani“.
“L’Uomo” come uno Squalo
Derrick Borte per il suo personaggio principale, “l’Uomo” (Russell Crowe), si è rifatto all’idea dello squalo dell’omonimo film: letale, imprevedibile, invisibile e memorabile. Per questo motivo non viene mai nominato per tutto il film. Lui è semplicemente “l’Uomo”: una forza primigenia. “È assolutamente terrificante – concorda Russell Crowe – arriva dal nulla, poi si avvicina sempre di più, colpisce e scompare di nuovo fino alla prossima apparizione; sta braccando la sua preda. Rachel semplicemente sbotta con la persona sbagliata nel giorno sbagliato. A lui non importa nulla delle conseguenze delle sue azioni, perché tanto ha già superato il limite”. Quando incontriamo “l’Uomo”, ha già toccato il fondo. Ha perso il lavoro, la moglie, e sta per perdere anche la casa; per questo non è più in grado di provare alcuna compassione per gli altri. Ha perso la fiducia in tutto ciò in cui abbia mai creduto e si sente come se tutti lo avessero abbandonato. Dal suo punto di vista, non ha nulla da perdere.
Il mondo crollato di Rachel
Nel frattempo, Rachel (Caren Pistorious) sta vivendo anche lei un momento difficile. Madre single con un divorzio alle spalle, che però continua a influenzarla emotivamente e finanziariamente, ha dovuto anche iniziare a prendersi cura dell’anziana madre, del fratello minore e della sua ragazza. Per questo la Pistorious crede che i personaggi di questa storia siano qualcosa di più profondo del semplice ‘cattivo ragazzo’ e ‘bravo ragazzo’: “non si ha mai idea di cosa stia passando qualcun altro – spiega l’attrice – sarebbe molto facile giudicare “l’Uomo” e Rachel, ma entrambi, ognuno a modo suo, si trovano con il loro mondo che sta crollando”.
Da Jack Nicholson a Russell Crowe
Nella vita dell'”Uomo” tutte le cose si sono impilate ma poi sono crollate. Il personaggio minaccioso e imprevedibile, come Jack Nicholson in Shining, Robert DeNiro in Cape Fear – Il Promontorio della Paura o Michael Douglas in Un Giorno di Ordinaria Follia: “ho iniziato a vedere come questo film sia attuale rispetto all’apparente incapacità delle persone di avere una conversazione civile partendo da diversi punti vista” ha aggiunto e concluso, saggiamente, e senza ira, Russell Crowe.