Lo spettacolo
Raffaello Sanzio. Figlio Del Vento è un racconto avvincente e poetico su un grande genio dell’umanità: Raffaello Sanzio. “Il pittore della grazia e della perfezione“, così è stato definito per secoli. Ma dietro la figura mite e rassicurante del “pittore divino” si nasconde un genio dalla vita esplosiva, fatta di sfide e contraddizioni, di viaggi incessanti, amicizie granitiche, amori focosi, successi grandiosi e tragedie improvvise, passando persino attraverso polemiche con l’autorità del tempo. Matthias Martelli, accompagnato dalle musiche dal vivo del Maestro Castellan, dai disegni e le luci di Loris Spanu e i costumi di Monica Di Pasqua, riprende la tradizione del teatro giullaresco e di narrazione e trascina lo spettatore all’interno di un percorso appassionante, rendendo vivi i personaggi, entrando con le immagini e le parole dentro i capolavori di Raffaello, curiosando nei suoi segreti, per rimanere infine stupiti e affascinati di fronte alla sfolgorante esplosione di meraviglia e colori di questo gigante del Rinascimento.
Intervista a Matthias Martelli
Ho avuto il piacere di parlare in anteprima di questo spettacolo direttamente con il suo bravissimo autore ed interprete, Matthias Martelli.
Matthias, chi è Il Figlio Del Vento? Che spettacolo sarà?
Il Figlio del Vento è Raffaello Sanzio, uno degli artisti più sorprendenti e geniali di sempre. Il vento di Urbino, sua città natale e perla del Rinascimento, ha soffiato sulla scintilla dell’arte che albergava dentro il pittore bambino e ne è nata una fiammella, che è diventata in breve un incendio. Lo spettacolo sarà all’insegna del teatro giullaresco, fisico, mimico, poetico e ironico allo stesso tempo, con l’obbiettivo finale di riconsegnare un’immagine nuova del Pittore Divino: un uomo e un artista audace, affascinante ed esplosivo.
500 anni moriva Raffaello Sanzio, il Principe Delle Arti. Cosa rappresenta ancora oggi per te questo artista immortale?
Coraggio, talento, determinazione, eros, genio, felicità. Tutto questo per me è Raffaello. Un artista moderno ed estremamente attuale. Basti pensare alla lettera che scrisse, assieme a Baldassarre Castiglione, a Papa Leone X, il cui contenuto si può riassumere in una frase: “Deve essere nostra cura tutelare e conservare assiduamente quello che ci resta della gloria dell’antichità”. Le sue parole, così simili all’articolo nove della nostra Costituzione, risuonano vive ancora oggi, ogni volta che l’arte viene sminuita e distrutta, ogni volta che vengono tagliate le risorse alla cultura, ogni volta che cade un muro a Pompei.
Facendo riferimento all’episodio dello spettacolo censurato Mistero Buffo del Premio Nobel Dario Fo (che avresti dovuto portare in scena a Massa Martana – Perugia lo scorso 29 agosto 2020), quanto lo spettacolo su Raffaello Sanzio diventa importante per proporre un nuovo Rinascimento dell’arte e della cultura nel nostro Paese?
Nel Rinascimento le istituzioni pubbliche e gli imprenditori privati investivano sugli artisti emergenti: Raffaello non sarebbe mai diventato Raffaello se le famiglie umbre non avesse puntato su di lui fin da ragazzino. A soli 17 anni venne dichiarato “Magister”, ovvero “Maestro” in un contratto, termine che si usava solo per i pittori già affermati. Questo è lo spirito del Rinascimento. Ecco perchè oggi è necessario come non mai puntare sulla cultura, sul teatro, sulle arti visive e performative per far esplodere una rinascita del nostro Paese.
Il momento è ancora delicato, il virus è presentissimo. Perché è importante andare a teatro in un momento così? Cosa vuoi che arrivi al pubblico?
Il teatro si è mostrato uno dei luoghi più sicuri: secondo un’indagine dell AGIS su 347.262 spettatori e 2.782 spettacoli, nel periodo che va dal 15 giugno a inizio ottobre, si è registrato solo un caso di Covid. Dico al pubblico: venite a teatro, in sicurezza. In questo momento, come non mai, c’è bisogno di bellezze, poesia e fantasia.
Intervista di Giacomo Aricò