Dal 22 al 30 dicembre tornerà il Tam Tam Digifest che terminerà il suo programma con una sessione che si svolgerà online sulla piattaforma Keaton. Le proiezioni – 6 film e 2 cortometraggi – affronteranno il tema Donne di Frontiera – Rivoluzioni al Femminile, dedicato alle figure femminili che hanno lasciato il segno nella nostra vita.
Film in programma
Diva! di Francesco Patierno, docufilm basato sulla vita dell’attrice Valentina Cortese tratto dal libro autobiografico Quanti sono i domani passati scritto con Enrico Rot; Grace Jones: Bloodlight and Bami di Sophie Fiennes, un grande biopic, un variegato ritratto stratiforme, adulto, anticonvenzionale della performer giamaicana; AstroSamantha di Fabio Cerasola, un documentario sulla vita di Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, pilota dell’Aeronautica Militare, protagonista della seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana; La Vita Invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz, premiato a Cannes nel 2019 come Miglior film per la sezione Un Certain Regard, tratto da Eurídice Gusmão Che Sognava la Rivoluzione, il romanzo di Martha Batalha che il brasiliano Karin Aïnouz sceglie di portare sullo schermo, per due ore e venti che passano in un lampo, tante sono le emozioni che riesce a regalare.
E poi ancora: Marie Curie di Marie Noelle, incentrato su una delle prime donne a cui è stato riconosciuto l’appellativo di “genio”, solitamente affibbiato a uomini. Le sue scoperte hanno avuto un forte impatto sulla scienza del Novecento e di oggi, portando alla luce una delle cause principali del cancro, la radioattività. Unica donna vincitrice di due Nobel, Marie Curie è un esempio femminile della Francia del XX secolo, che ha dovuto superare a testa alta gli attacchi dei media, dimostrando alla storia che anche un grande scienziato può “portare la gonna”; Marie Heurtin – Dal Buio Alla Luce di Jean-Pierre Améris, il racconto della coraggiosa battaglia di una ragazza sordo cieca di inizio secolo per affermare il proprio diritto a una vita normale, in un’epoca molto più sorda di lei, e alle poche voci civiche che chiedevano di non emarginare i disabili.