Dal 21 dicembre su Prime Video arriva Shooting Silvio, l’opera prima di Berardo Carboni che tanto scalpore creò alla sua uscita al cinema nel 2007. Il film è interpretato, tra gli altri, da Federico Rosati, Sofia Vigliar, Alessandro Haber, Giovanni Visentin, Melanie Gerren, Mia Benedetta. Nel cast anche Remo Remotti nel ruolo del tassista, recita un pezzo della sua celebre poesia Mamma Roma, mentre Marco Travaglio, nel ruolo di se stesso, afferma quanto ‘uccidere Berlusconi non sia un rimedio al Berlusconismo‘. Special guest Erlend Øye, componente della band Kings of Convenience nel ruolo del dj della festa a casa di Kurtz.
Il film
Kurtz (Federico Rosati) è un giovane orfano facoltoso e irrequieto che non prova entusiasmo nel vivere. Visto che il suo libro vende pochissime copie, decide di organizzare una festa in cui invita tutti i propri amici ad aiutarlo a scrivere un nuovo libro, intitolato “Shooting Silvio” nel quale ognuno di loro dovrà indicare un motivo e un metodo per eliminare (fisicamente, politicamente, metafisicamente…) il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nessuno intende aiutarlo, così Kurtz sprofonda in una disperazione profonda e senza fine. Lasciato dalla fidanzata, circondato da persone che non lo capiscono, il ragazzo capisce che l’unico modo per realizzare “Shooting Silvio” è uccidere proprio lo stesso Silvio Berlusconi. Da quel momento, impiegando tutte le proprie forze, architetta un piano per rapire e uccidere il Premier.
Il fenomeno del berlusconismo
Discusso e controverso cult dei primi anni del Nuovo Secolo, Shooting Silvio analizza con sagacia e ironia il fenomeno del “berlusconismo”, senza scadere nella retorica faziosa, reso celebre dai continui dibattiti politici dell’epoca, in cui la figura dell’ex premier era all’apice della propria fama. L’Ironia e gli intenti di denuncia sociale dell’autore generarono numerosi dibattiti, amplificati dalle polemiche mediatiche e il film subì vari atti di censura, tra cui un’interrogazione parlamentare per ottenere il ritiro della pellicola.
Berardo Carboni racconta…
“In questo surreale Natale 2020 in cui le abituali libertà sono fortemente limitate e sembra di essere precipitati in un terribile racconto distopico, ripenso, con malinconica empatia, agli edulcorati spot natalizi in cui Silvio Berlusconi prometteva a tutti gli italiani un millennio felice e sicuro. La situazione della nostra società oggi è ben più drammatica di quella vissuta nel era berlusconiana non solo per la pandemia che ci sta attanagliando ma per lo scenario apocalittico che si profila a causa delle crescenti disuguaglianze e dello sfruttamento smodato della natura. Undici anni fa un’interrogazione parlamentare chiese il ritiro di Shooting Silvio dal palinsistesto di un importante emittente televisiva perchè secondo i richiedenti i contenuti del film avrebbero leso l’unità nazionale nel momento in cui si abbatteva il tragico terremoto su l’Aquila. Accolsi quella pronuncia con sentimenti contrastanti, essendo, tra l’altro, abruzzese. Oggi anche quella strana polemica è un dolce ricordo, sarà perchè questo film è legato indistricabilmente a tutto il mio percorso professionale o forse perchè sento il bisogno fortissimo di unità. Il che non vuol dire eliminare il conflitto, il sarcasmo, la provocazione e la lotta politica, ma cercare di stimolare davvero tutti ad agire per risolvere i gravi problemi che affligono il nostro pianeta e costruire insieme un sistema più equo e più sano. God Save Silvio!”.