Diretto da Kornél Mundruczó e con la sceneggiatura di Kata Wéber, mercoledì 5 maggio uscirà al cinema Pieces Of A Woman, il film (che vede Martin Scorsese nei panni di produttore esecutivo) con protagonista un’eccezionale Vanessa Kirby che per questa prova ha vinto la Coppa Volpi come Miglior Attrice all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta di una storia profondamente intima e travolgente di una donna che deve imparare a convivere con una perdita.
Il film
Martha (Vanessa Kirby) e Sean Carson (Shia LaBeouf), una coppia di Boston, sono in procinto di avere un bambino. La loro vita cambia irrimediabilmente durante un parto in casa, per mano di un’ostetrica confusa e agitata che verrà accusata di negligenza criminale. Comincia così un’odissea lunga un anno per Martha, che deve sopportare il suo dolore e al contempo gestire le difficili relazioni con il marito e la dispotica madre (Ellen Burstyn), oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica, divenuta oggetto di pubblica denigrazione. Pieces of a Woman è un’aria profondamente personale e dolorosamente familiare, tratteggiata in ricercati toni di grigio, la storia trascendente di una donna che impara a convivere con la sua perdita.
Kornél Mundruczó racconta…
“È possibile sopravvivere dopo che si è persa la persona che più si amava? A cosa ci si aggrappa quando sembra che non ci siano più appigli? Mia moglie ed io volevamo condividere con il pubblico una delle nostre esperienze più personali attraverso la storia di un figlio non nato, nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per il dolore. Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia? Riusciremo a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del dolore? Il mondo appare capovolto, un luogo in cui non riusciamo più a orientarci. Con Pieces of a Woman volevamo realizzare una storia autentica su una tragedia e su come imparare a convivere con quel dolore. Una perdita sfugge alla nostra comprensione o al nostro controllo, ma porta con sé la capacità di rinascere”.
Vanessa Kirby racconta…
«Il film racconta di come va in pezzi un essere umano quando perde un affetto, di come reagiamo, della nostra identità, e del processo di reazione a questa avversità, di come ricostruisci te stesso mettendo insieme i pezzi di te, per questo il film si chiama così. Ognuno di noi affronta delle perdite, delle situazioni difficili che tendenzialmente ti fanno crescere, ma non sempre, però richiedono tanto impegno per essere superate, inoltre credo che distruggano anche la proiezione che hai di te. Ad esempio per il mio personaggio, Martha, lei pensa sempre di dover essere forte come sua madre, e lo pensa livello inconscio, e credo che sia un passaggio che devono affrontare tutte le figlie con le proprie madri. Sono un appassionata di epigenetica, il modo in cui siamo nati all’interno dell’utero di nostra madre ci suggerisce l’idea che siamo fatti della stessa sostanza delle nostre madri, per questo dobbiamo uscire fuori a trovare la nostra identità. Lo affrontiamo tutti nelle nostre vite».
“Credo che quando ascoltiamo la nostra storia, o un pezzo della nostra storia in quella di un altro, si distrugga la gabbia dell’isolamento che tiene intrappolato il dolore. Ed è già guarigione. A chi come Martha è sopravvissuta: spero che questo film dica: non sei sola”.
Vanessa Kirby