“Ma il coronavirus non vince, vincono i dottori”. Sono le parole di alcuni bambini, tra le tante voci protagoniste dei video che compongono il social film Firenze Sotto Vetro diretto da Pablo Benedetti e Federico Micali che uscirà in sala dal 6 all’11 maggio al cinema (biglietti a questo link: https://bit.ly/3vlivlH, acquistabili anche alla cassa del cinema). Firenze Sotto Vetro è un Film No Profit: gli utili e una parte dell’incasso andranno a sostegno dei lavoratori dello spettacolo attraverso un bando di produzione che sarà pubblicato da Malandrino Film entro dicembre 2021.
Il film
Il social film Firenze Sotto Vetro – da un’idea dei due registi durante i primi giorni del lockdown nel 2020 – è stato realizzato tramite i contribuiti video inviati da tutta la città nato dalla call dei due registi con l’obiettivo di poter raccontare un momento straordinario per la città e per il tutto il paese che potesse mettere insieme i diversi punti di vista di chi si è trovato improvvisamente isolato in casa ma connesso a distanza, insieme a quello di lavoratori alieni in una Firenze deserta. Nel film una città come nessuno l’aveva mai vista. Svuotata, silenziosa e irriconoscibile. Le file interminabili davanti ai supermercati, la scoperta delle mascherine, i canti liberatori dal balcone. E poi di colpo l’ironia, la solidarietà, la voglia di non arrendersi e di combattere con la sagacia tipica della città, Firenze.
Un puzzle di video
Filmati e racconti dalla quarantena, videodiari dalle case, dai balconi, con o senza mascherine, da chi ha continuato a lavorare in una città deserta a causa dell’emergenza sanitaria, vivendo una delle più importanti crisi sociali dell’era contemporanea. Le testimonianze di medici, infermieri, tassisti, cuochi, insegnanti, lavoratori essenziali o meno, in smart-working, con la voglia di aiutare o essere aiutati: tutte le complesse sfaccettature del tessuto fiorentino, che si è ritrovato a dividersi semplicemente tra positivi e negativi. Un puzzle realizzato grazie alle riprese degli smartphone, dove anche le eventuali inquadrature mosse sono state compensate dalla potenza delle immagini e dalla forza dei racconti. Oltre 1600 i video arrivati dopo la call lanciata in piena quarantena, vissuta spesso nel destino comune di “prigionieri” in casa, tra paura e ironia, o in quello di spettatori increduli di una città d’arte completamente svuotata. Ma ci sono anche sorrisi e giochi, delle famiglie al completo, dei più giovani e delle loro “magie”: tanti i contributi anche della sperata ripartenza, della Fase 2 tra euforia e cautela, dei primi mesi dell’anno in corso.
I registi raccontano…
“Raccontare la città e chi la vive – ha spiegato Pablo Benedetti – è stata un’esperienza diversa, in qualità di autore, affascinante e con enorme sfida da regista e produttore: il lato umano è quello che mi motiva di più, ascoltare leggere e filtrare la vita di tante persone, prenderle come un dono da restituire in un racconto unico e condiviso. Il mio compito, durante un anno unico di emergenza globale, è stato creare un museo di immagini che rimarranno nella storia per tutti”. Il co-regista Federico Micali aggiunge: “ho preso in esame tutta una serie di storie, di professioni e di realtà che fossero in grado di rispecchiare il periodo che stavamo vivendo nel nostro microcosmo cittadino. Piano piano mi sono reso conto che quello che cercavo si allontanava dall’idea narrativa e filmica che sono abituato ad affrontare, per avvicinarsi a quella del social film-making: la realizzazione di un documentario in cui tutti possano diventare protagonisti del processo creativo. Specialmente in un momento in cui la condivisione di immagini e di esperienze attraverso il web è un denominatore comune del distanziamento sociale”.