Questa sera (ore 21.30), al Cinema Mexico di Milano, verrà presentato Un Algido Spillo Pungente di Renata Tardani, un intenso documentario incentrato sulla lotta all’anoressia di un gruppo di ragazze. Un film di 50 minuti che volutamente tralascia la descrizione delle manifestazioni esteriori e più sconvolgenti dell’anoressia, mentre indaga e cerca di capire le dinamiche della malattia informando lo spettatore sulle strategie di guarigione.
L’anoressia viene letta in termini esistenziali, come disagio adolescenziale e blocco del processo evolutivo, come difficoltà o impossibilità a produrre senso alla propria ricerca identitaria e soprattutto come paura (di crescere, della solitudine, dell’abbandono). Il rifiuto del cibo diventa un tentativo disperato di dominare il mondo partendo dal controllo del proprio corpo, il senso di potenza che ciò comporta, il racchiudersi in un mondo che esclude gli altri e le emozioni, la paura di affrontare il nuovo con il suo possibile carico di sofferenza, ma anche di gioie. Quello che sembra un assurdo gioco con se stesse si rivela una paura della vita, così profonda da portare alla morte.
Punto di partenza del lavoro è stato l’esperimento, originale e inedito, che gli psichiatri della Comunità per i disturbi del comportamento alimentare di Asso hanno fatto nel luglio scorso utilizzando il viaggio in una terra straniera come strumento di cura, come occasione per incrinare la chiusura al mondo tipica di chi soffre di anoressia.
Gerusalemme e un kibbutz israeliano al confine con il Libano sono le due tappe del viaggio: la bellezza dei paesaggi sostiene e amplifica il pensiero delle ragazze, il loro desiderio di guarigione e di scoperta del corpo, il proprio e quello delle compagne. I pensieri, rielaborati dopo il viaggio, sono al centro degli incontri – una volta tornate in comunità – con i due medici promotori dell’esperimento e, nel montaggio cinematografico, si avvicendano con le immagini della vacanza: il gioco sulla spiaggia, il maquillage prima di uscire nella notte mediorientale, la ricerca di un vestito o di un accessorio luccicante, il camminare curiose nei bazar.
Elemento incisivo del film è una voce fuori campo che, su alcune immagini particolarmente suggestive del viaggio, legge le frasi più intense e poetiche del diario di Chiara, una delle ragazze della comunità. Sono parole che cercano di capire e di dominare il dolore, un dialogo interiore che trova il coraggio di esprimersi.
Al termine della proiezione dialogheranno con il pubblico alcune delle ragazze protagoniste del film e i loro genitori, Alfio Maggiolini, psicoterapeuta, docente di Psicologia presso l’Università Bicocca e direttore della Scuola di specializzazione in psicoterapia dell’adolescenza del Minotauro di Milano, Pamela Pace, psicoanalista presidente dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus-Centro per la prevenzione e la clinica dei disordini del comportamento alimentare, Laura Campanello, consulente filosofica e fondatore della Società di analisi biografica a orientamento filosofico, alcune delle e la regista Renata Tardani. Coordinerà la serata Diana De Marchi.
“Vorrei chiudere gli occhi e sparire: mi sento sottile come un algido spillo pungente”