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ANTEPRIMA – La toccante storia di Annie Parker: quando la vita è più forte del male

Un nuovo modo di fare i film, quello volto a sensibilizzare il pubblico e renderlo consapevole. Un’idea filmantropica che concorre a raggiungere un doppio obiettivo: quello cinematografico (di vedere il film) e quello di promuovere e aiutare gli enti di beneficienza. Tutto questo è il film Annie Parker diretto da Steven Bernstein e scritto con l’aiuto del Dott. Mike Moss, che conosce realmente la vita di Annie Parker, la protagonista cui è ispirata la pellicola da domani 30 ottobre nelle sale.

Un film che abbiamo visto in anteprima e che pone sotto i riflettori un tema molto importante, quello della lotta contro il tumore al seno. Dopo che la vicenda di Angelina Jolie aveva già attirato l’attenzione generale sul tema (la star di Hollywood decise di sottoporsi ad intervento chirurgico per allontanare il rischio di ammalarsi dopo aver valutato il suo quadro genetico), questo film chiuderà il cerchio uscendo – non a caso – in questo mese di ottobre, dedicato alla prevenzione di questa malattia. Una storia da andare assolutamente a vedere, anche perché una parte degli incassi sarà destinata all’associazione Susan G. Komen Italia, in prima linea per la prevenzione e la ricerca.

Samantha Morton è Annie Parker

Samantha Morton è Annie Parker

Annie Parker vede come protagonista la storia della stessa Annie (una ispirata Samantha Morton), della sua famiglia e, in particolar modo, del “male”, quel male che affligge e porta via con sé una donna ogni 12 minuti: il cancro al seno. Sullo sfondo la vita (o meglio la ricerca) di Marie-Claire King (Helen Hunt), biologa che scopre, parallelamente agli studi “amatoriali” di Annie, il gene BRCA1, la cui mutazione viene associata a un rischio maggiore di sviluppare il cancro, fattore geneticamente ereditario.

Una storia che sicuramente fa riflettere, non solo sul “male”, che la stessa Annie considera “dentro di sé” sin dall’inizio (e lo ritroveremo come risultato delle ricerche di Marie-Claire King con il gene BRC1) e che cerca di chiudere in una stanza, quella della nonna e poi della mamma mai utilizzata dopo la loro morte, ma anche sui rapporti di vita, quelli familiari e di amicizia.

Helen Hunt nei panni della Dottoressa King

Helen Hunt nei panni della Dottoressa King

Il bisogno di amore, di sentirsi amata e capita, ma anche l’esigenza più profonda di credere in qualcosa, che dà la forza di combattere e di non arrendersi. Quella che lo stesso Paul (compagno e poi ex marito di Annie, interpretato da Aaron Paul) non trova. Rifugiarsi nel passato, negli sbagli o nelle stesse fotografie lo affligge e incatena ad un letto, straripante di rimpianti e quindi privo di speranze.

La ricetta giusta sembra essere quella di avere il coraggio e anche l’ironia, che infatti troviamo nella vita di Annie. Lei ha trovato la chiave giusta per andare avanti, maturando e affrontando per più di una volta la malattia; lui per tutta la sua vita rincorre in maniera quasi infantile l’idea di essere un musicista, affondando nei ricordi e nelle illusioni.

Aaron Paul

Aaron Paul

Il personaggio di Annie trova la forza di far sarcasmo sulla sua stessa situazione: dopo l’ennesima operazione si guarda allo specchio e la troviamo fiera col suo nuovo aspetto deturpato. Chiude infatti il monologo con una vena ironica “come sei sexy, tutti ti vogliono, ma nessuno di può avere”.  Ancora una volta troviamo il bisogno di amore e di sentirsi desiderata.

Ad aspettarla questa volta il suo nuovo compagno (non più Paul che si è arreso malamente alla sua malattia): assieme a lei vuole costruire,  vuole semplicemente vivere, dandosi una nuova possibilità. Quella di vivere la propria vita.

“La mia vita era una commedia. Dovevo solo imparare a sorridere” 

Annie Parker

 

Selene Oliva

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