Premiato con l’Orso d’Argento alla 70esima Berlinale, giovedì 26 agosto arriva nei nostri cinema DAU. Natasha, il film diretto da Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel con Natasha Berezhnaya, Vladimir Azhippo e Olga Shkabarnya.
Il progetto DAU
Considerato uno dei più ambiziosi progetti cinematografici di sempre, DAU ha coinvolto oltre 400 attori non professionisti chiamati a vivere per tre anni sul più grande set mai costruito. Lo scopo del produttore Sergey Adonyev e del regista Ilya Khrzhanovskiy era quello di ricreare la vita in Unione Sovietica tra il 1938 e il 1968, concentrando i vari personaggi nel Lev Landau Institute (da cui l’abbreviazione DAU), istituto scientifico intitolato al celebre fisico russo. Troupe e attori hanno letteralmente vissuto sul set creando una sorta di mondo parallelo, in un’incredibile convergenza tra realtà e finzione: il risultato è un’operazione visionaria che tiene insieme cinema, performance, scienza, critica sociale, esperimento antropologico. Diversi artisti hanno visitato l’istituto nel corso del tempo, da Marina Abramovic a Romeo Castellucci, ma anche il premio Nobel per la fisica David Gross, mentre lo scrittore torinese Gianluigi Ricuperati si è ispirato a DAU per il suo romanzo Est. Dal progetto complessivo sono stati tratti diversi film, ciascuno autonomo nel raccontare un frammento di quell’universo, nonché una grande installazione presentata a Parigi al Théâtre de la Ville, al Théâtre du Châtelet e al Centre Pompidou.
Il film
DAU. Natasha è il primo film nato dal leggendario progetto DAU, premiato al Festival di Berlino e già acclamato dalla critica internazionale come uno dei più importanti e sconvolgenti eventi cinematografici degli ultimi anni. Il film racconta le storture e le violenze del regime sovietico dal punto di vista di Natasha, umile cameriera nella mensa dell’istituto scientifico DAU. Dopo una festa in cui scorrono fiumi di alcool, Natasha si abbandona a una notte di passione con uno scienziato francese, Luc. Convinta all’inizio di aver trovato l’amore, la donna si ritrova presto sola e in grave pericolo: venuto a conoscenza dei suoi rapporti con uno straniero, un funzionario del KGB la convoca per un interrogatorio DAU. Natasha è un’esperienza cinematografica difficile da immaginare e impossibile da dimenticare, anche grazie al cast eccezionale di non professionisti (Natasha Berezhnaya ha avuto una candidatura agli EFA) e alla fotografia in 35mm di un maestro come Jürgen Jürges, storico collaboratore Fassbinder e Haneke.
Ilya Khrzhanovskiy racconta…
“Considero le persone che hanno partecipato al film come degli eroi. Eroi perché hanno investito tempo e emozioni provando a creare qualcosa insieme, in quello che alcuni hanno etichettato a torto come una specie di Grande Fratello. In realtà abbiamo girato solo quando sapevamo esattamente cosa filmare, discutendo prima ogni possibile aspetto con gli attori. Questi si sono preparati a lungo vivendo sul set e la cosa più interessante è che persone di diversa estrazione sociale e con diverse visioni della vita si siano unite per raccontare una storia su questo universo”.