Scritto e diretto da Micheal Pearce, dopo essere stato presentato al Toronto Film Festival nel 2017, giovedì 9 settembre arriva nei nostri cinema Beast, una pellicola che ricorda la famigerata “Bestia di Jersey”, stupratore seriale che terrorizzò l’isola del Canale della Manica tra il 1960 e il 1971. Protagonisti sono Jessie Buckley, Johnny Flynn, Trystan Gravelle e Geraldine James.
Il film
Ambientata nell’isola di Jersey la storia è il ritratto di una giovane donna di 27 anni, Moll (Jessie Buckley) che cerca di liberarsi da una famiglia e da una comunità tipicamente isolane che la soffocano sotto il peso dei loro valori conservatori. Nel suo sguardo cupo e nella sua aria caparbia, si nota fin dalla prima scena del film – le prove di un coro parrocchiale guidato da una madre (Geraldine James) austera e tirannica – tutta la frustrazione che cova dentro questa rossa dal temperamento focoso. Moll fa la guida turistica e vive ancora con i suoi, apparentemente prendendosi cura dell’anziano padre. Ad una festa in giardino data per il suo compleanno, va di ospite in ospite, rispettando una sorta di protocollo, eppure sembra già altrove. Mentre la giovane donna è al centro dell’attenzione, la sorella annuncia agli invitati di essere incinta. Come sollevati dal non doversi più interessare della festeggiata, gli ospiti si precipitano dalla futura madre per congratularsi con lei.
Moll scappa via dalla sua festa e va in un nightclub, ed è qui che la storia inizia realmente a giocare con l’idea che il dolore non sia poi così lontano dal piacere. Quella notte incontra Pascal (Johnny Flynn), uno sconosciuto dallo spirito libero: è come se un intero mondo si aprisse davanti ai suoi occhi e per la prima volta inizia a sentirsi davvero viva, innamorandosi perdutamente del ragazzo. Finalmente riesce a liberarsi delle catene che la tengono legata alla sua famiglia e si trasferisce a casa di Pascal. Tuttavia, quando sull’isola viene ritrovato il corpo di una ragazza, la quarta di una serie di vittime dello stesso stupratore serial killer, Pascal diventa il principale sospettato dalla famiglia di Moll e dall’intera comunità. Moll sceglie di schierarsi dalla parte di Pascal e prende le sue difese contro la sua famiglia, contro la comunità e contro la polizia. Quando però tutti i sospetti su di lui svaniscono, Moll rimane con dei dubbi persistenti, non solo su Pascal, ma anche su sé stessa. Sola e spaventata, Moll dovrà affrontare il proprio passato per scoprire chi è davvero e di cosa è realmente capace.
La “Bestia di Jersey”
Michael Pearce, qui al suo primo film, è rimasto colpito dalla storia della “Bestia di Jersey”, il temuto stupratore che ha terrorizzato l’isola per dieci anni negli anni ’60 e si è poi interessato agli intrighi che rivelano l’orrore che si nasconde sotto la rassicurante illusione di un piccola comunità apparentemente irreprensibile: “C’era quel tizio chiamato la Bestia del Jersey il quale ha avuto un forte impatto sulla mia immaginazione infantile. Per me, il Jersey era un ambiente fiabesco e sembrava assurdo che questi crimini fossero stati commessi lì. C’era un dualismo nel fatto che l’isola era abbastanza sicura e sapere che questi crimini erano stati commessi lì. E poi ho fatto molte ricerche nella British Library su Ted Bundy, Gary Ridgway e Jeffrey Dahmer, e c’era anche Ian Huntley come fonte d’ispirazione. E’ stata una sorta di unione tra questi diversi casi reali e i personaggi che ho inventato personalmente. Alcune famiglie delle vittime della Bestia del Jersey sono ancora qui e non ho voluto usare la loro storia”. Segnato da questo contrasto tra ombra e luce, tra Bene e Male, l’autore si è appassionato alle storie vere di personaggi affascinati da figure mostruose.
Il punto di vista di una donna
A poco a poco, Michael Pearce ha deciso di raccontare una storia dal punto di vista di una donna che potrebbe essere strettamente legata a un mostro. E precisa: “per me era fondamentale che lo spettatore fosse turbato dal mistero che circondava Pascal quanto dallo stato psicologico di Moll: questa è una donna che difende coraggiosamente una persona innocente? Ha individuato in lui una parte dell’umanità che gli altri non potevano VEDERE? È accecata dall’amore ed è in pericolo senza saperlo? O c’è un lato oscuro molto più terribile in lei e si vendica di coloro che l’hanno molestata? Potrebbe anche la Bestia accucciarsi dentro di lei?“. Con queste premesse, Michael Pearce ha costruito la storia di una donna a metà tra due mondi, cercando di capire a che cosa appartiene. “Il film sposa esclusivamente il punto di vista di Moll, e mentre spinge lo spettatore ad affezionarsi a lei, mette anche in discussione la sua identificazione con il personaggio – osserva il regista – mi piacciono i film che stabiliscono una relazione complessa tra personaggi e spettatori. Con Beast, non volevo in alcun modo supportare questo o quel personaggio in modo fermo. Perché Moll è più un’antieroina che una damigella in pericolo“.
Una fiaba oscura per adulti
Lavorando alla sceneggiatura, Pearce voleva renderlo più un racconto mitico che una notizia attuale. “Mi sono reso conto che questa storia sembrava una favola – continua il regista – questa è un’eroina apparentemente ingenua, rinchiusa in un ambiente familiare soffocante, che si avventura nei boschi e incontra un uomo che potrebbe essere il Principe Azzurro… o il Lupo Cattivo. Ho continuato a trarre ispirazione dai codici delle fiabe e ho visto la sceneggiatura come la storia di una donna che prende il potere. Quindi, se il film si confronta con diversi generi – thriller, storia d’amore, horror psicologico, melodramma familiare – e prende in prestito da tutti questi registri, è in definitiva una fiaba, tragica e oscura per gli adulti. È la storia di una giovane donna che deve affrontare diversi mostri: quelli che fanno parte della sua famiglia, quelli che si nascondono nella foresta e quelli che giacciono dormienti in lei“.