Nato da un’idea di Adriano Aprà, venerdì 10 settembre – Fuori Concorso – alla 78. Mostra del Cinema di Venezia verrà proiettato Viaggio Nel Crepuscolo, il film scritto e diretto (nonchè Fotografato e montato) da Augusto Contento che vede la partecipazione di moltissimi personalità di spicco: Marco Bellocchio, Paola Pitagora, Roberto Herlitzka, Roberto Perpignani, Paolo Mereghetti, Emanuele Severino, Massimo Salvadori, Adriano Prosperi, Gad Lerner, Michele Serra, Gherardo Colombo, Guido Salvini, Giuliano Turone, Valentina Stoppani, Alice Gera, Silvia Costa, Michela Lucenti (Balletto Civile) e Maurizio Camilli (Balletto Civile).
Il film
Viaggio Nel Crepuscolo percorre le strade che portano nella fredda oscurità del declino italiano: della famiglia, della società patriarcale, delle istituzioni scolastiche, della religione. Si tratta di una terra dove lo spazio comune, pubblico, condiviso, dagli interni di un egoismo incolore, amorfo, dove persino ideali rivoluzionari, socialisti, comunisti, miscelati al cattolicesimo manicheo, si sono tramutati in dogmi fideistici e totalitari. Fin dalla sigla iniziale l’animazione creata esprime questo misto di luoghi fantasmatici, austeri e decadenti, eleganti e fatiscenti. Mescolando di continuo finzione e documentario, il film ha una struttura capace di decostruire radicalmente le forme narrative. I film di Bellocchio da cui il regista è partito diventano dei versi poetici che, disposti in un particolare ordine narrativo, creano nuovo senso; stesso discorso vale per gli archivi, dove il loro utilizzo non è più funzionale alla narrazione ma alla poesia.
Il film si fonda su un montaggio “quantistico”. Il regista usa molteplici stilemi e generi cinematografici come fossero universi paralleli che si riflettono, sdoppiano, moltiplicano l’uno nell’altro determinando forma, ritmo e contenuto dello spazio-tempo filmico. Il fine ultimo è quello di giungere a parlare delle principali questioni italiane e internazionali attraverso prospettive insolite, partendo da Bellocchio e proseguendo, come viaggiando su una sottile linea di confine, verso un universo che vuole ridare voce a operai e contadini cristallizzando alcune svolte epocali. La scena finale del film, con un cavallo che svanisce nella strada ghiacciata di un non luogo che può essere ovunque e da nessuna parte, in un universo diverso, utopico, è emblema del film stesso.
Augusto Contento racconta...
“Sono persuaso che la nostra parte razionale sia quella meno autentica. Credo che la nostra dimensione onirica racconti molto di più che non le apparenze e la nostra supposta identità. Viaggio nel crepuscolo indaga gli anni Sessanta-Settanta partendo da alcuni film di Marco Bellocchio. Li utilizzo come uno strumento investigativo con cui dissezionare la mentalità, la società e alcuni episodi chiave dell’Italia. Gli artisti, intellettuali, pensatori protagonisti del nucleo documentaristico non appaiono mai dal vero ma in versione animata con tecnica neopittorica 2D perché la ricerca della bellezza, della verità poetica e storica è una impresa avventurosa, una missione adatta a esploratori che non si spaventano dell’ignoto“.