Solo dal 27 al 29 settembre arriva nelle sale The Arch il film-evento diretto da Alessandra Stefani che racconta il viaggio epico dell’architetto italiano Dada, attraverso quattro continenti e spazi urbani tra i più disparati, dai grattacieli di ultimissima generazione alle antiche rovine precolombiane, espone le controversie dell’architettura dei nostri tempi.
Il film
Assumendo il ruolo di un esploratore contemporaneo, Dada, un Architetto italiano si imbarca su un volo per l’Australia. Lì, inizia un viaggio epico attraverso quattro continenti per parlare con importanti architetti che fungono da oracoli del nostro tempo, rivelando come il destino dell’umanità prende forma attraverso il mezzo dell’architettura. Queste conversazioni offrono a Dada nuove prospettive e sollevano anche nuove domande.
La qualità della vita dovrebbe essere l’unico obiettivo per le generazioni future? Cosa significa realmente qualità della vita? Siamo sull’orlo di una società più inclusiva in cui giocare, imparare, lavorare e vivere avverranno nello stesso luogo? La fine della cultura automobilistica lascerà il posto a un ambiente socialmente più interconnesso? Qual è il ruolo della tecnologia nell’ambito delle costruzioni? Come viene interpretata la sostenibilità ora e cosa significherà nel futuro? Dai grattacieli high-tech di Seoul alle antiche rovine di Teotihuacan, Dada espone le controversie nell’architettura del nostro tempo sollevando domande fondamentali. Gli architetti saranno in grado di adattarsi alle sfide di un pianeta più affollato? Gli umani saranno in grado di costruire un futuro vivibile? Nel tentativo di trovare risposte, gli architetti ci porteranno alla fine a riscoprire un significato perduto e ciò che conta davvero.
Alessandra Stefani racconta…
“Ho deciso di realizzare questo film per un pubblico di viaggiatori cosmopoliti adulti, impegnati a rimanere in contatto con un mondo modellato dall’architettura. The Arch. è un racconto di scoperta di sé e rivelazione che fa eco al viaggio archetipico di un eroe (Dada) e ai suoi incontri quasi magici. Dal punto di vista del protagonista, l’architettura è l’apparenza delle cose, il segno esteriore che rivela mentalità, abitudini sociali e la visione del futuro. Volevo collegare il passato al futuro, l’est con l’ovest. Il personaggio di Dada è un dispositivo, un veicolo per forgiare questa connessione. Grazie a lui incontriamo gli straordinari architetti, che ci guidano verso una comprensione più profonda di concetti come la responsabilità, la sostenibilità e la felicità. In un crescendo di suggestioni e provocazioni, attraverso il tempo e l’esposizione alla vita, Dada si trasformerà in un essere umano completamente nuovo. In definitiva, spero che il film serva come apertura nello spirito dell’architettura contemporanea e sono fiduciosa che attraverso il viaggio di Dada ci coinvolgerà, ispirerà e ci lascerà con una prospettiva arricchita sulle nostre vite. The Arch. richiede il pieno impegno dello spettatore perché non è solo una guida fatta di immagini né un semplice itinerario supportato da destinazioni esotiche. The Arch. utilizza l’architettura contemporanea per elevare il nostro spirito, rafforzando al contempo l’idea che gli edifici che abbiamo ereditato dal passato non perderanno forza e fascino nel tempo. In realtà, sarà piuttosto il contrario“.