Mentre un treno avanza verso il circolo artico, due estranei condividono un viaggio che cambierà il loro punto di vista sulla vita.Gran Premio Speciale della Giuria all’ultimo Festival del Cinema di Cannes, giovedì 2 dicembre arriva nelle nostre sale Scompartimento N.6, il film diretto da Juho Kuosmanen – con protagonisti Seidi Haarla e Yuriy Borisov – ispirato all’omonimo romanzo di Rosa Liksom.
Il film
Il film, girato in 35mm, è ambientato negli anni ’90, ha come protagonisti Laura (Seidi Haarla), una riservata studentessa finlandese e Ljoha (Yuriy Borisov) un giovane minatore russo, estranei ma entrambi diretti a Murmansk, nell’estremo nord ovest della Russia, costretti a condividere l’intimità del vagone letto del treno. Un road movie artico che intreccia due destini, ma soprattutto soffia sulle nostre anime quello spirito che solo il viaggio sa rappresentare.
Juho Kuosmanen racconta…
“Scompartimento n.6 è un road movie artico, forse potrebbe essere visto come un goffo tentativo di trovare armonia e pace dello spirito in un mondo di caos e ansia. Il cuore della storia sta nel concetto di accettazione. E’ un compito difficile accettare di essere parte di questo mondo caotico e che si esiste come si è. Il nostro eroe, la studentessa finlandese Laura, intraprende un lungo viaggio in treno per andare a visitare alcuni petroglifi antichi. Cita la frase di una persona che ha incontrato:”per conoscere te stesso, devi conoscere il tuo passato”. Vorrebbe essere un’archeologa che trova soddisfazione da questo tipo di cose, petroglifi e simili. Ma lei è veramente così? O si tratta solo di un sogno rubato dalla persona che vorrebbe essere?“.
“Sul treno incontra Ljoha, un irritante minatore russo che la segue come un’ombra. Voleva conoscere il suo passato e Ljoha ne è l’incarnazione. E’ spiacevole e banale, ma le cose stanno così. I road movie parlano spesso di libertà. In macchina si può andare dove si vuole, ogni crocevia è una possibilità ma, tendenzialmente, penso che la libertà non sia un numero infinito di opzioni, PER ME è piuttosto la capacità di accettare i propri limiti. Un viaggio in treno è più come il destino. Non puoi decidere dove andare, devi semplicemente accettare quello che ti dà“.