Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al 39° Torino Film Festival, solo l’1 e il 2 dicembre nelle sale arriverà The Girl In The Fountain, il film documentario sulla vita straordinaria di Anita Ekberg, la Diva de La Dolce Vita raccontata attraverso lo sguardo di Monica Bellucci e la regia di Antongiulio Panizzi.
Il film
Correva l’anno 1960 quando le curve sinuose di un’attrice dalla bellezza dirompente, Anita Ekberg (Monica Bellucci), sconvolgevano le acque di Fontana di Trevi e il mondo intero. Proprio in quella scena iconica de La Dolce Vita di Federico Fellini, la storia del cinema e la memoria collettiva ha cristallizzato la giunonica diva svedese. Ma persona e personaggio di un film non sono la stessa cosa e, per una vita, Anita si è battuta per dimostrarlo. The Girl In The Fountain è il racconto di un’attrice divorata dalla sua stessa icona attraverso la voce e la sensibilità di Monica Bellucci, diva contemporanea, che con attenzione e delicatezza si mette alla ricerca di quel personaggio, per riscattarne la figura stereotipata della “ragazza nella fontana” e sottolineare i cambiamenti avvenuti nell’industria del cinema rispetto all’immagine della donna. Una conversazione verbale e visiva, un dialogo impossibile tra due donne e dive di epoche diverse con cui la Bellucci riscopre il percorso di una donna libera e indipendente, che ha pagato un prezzo per non voler sottostare a nessuno.
Anita Ekberg
L’attrice svedese, scomparsa nel 2015, iniziò la sua carriera ad Hollywood dove recitò al fianco di John Wayne, Jerry Lewis, Frank Sinatra e nel 1955, prima del suo arrivo a Roma, vinse un Golden Globe come Miglior attrice emergente. The Girl in the Fountain è un viaggio alla riscoperta di archivi e pellicole preziose – tra cui Hollywood or Bust di Frank Tashlin, Nel Segno di Roma la cui regia è firmata anche dal giovane Michelangelo Antonioni, sino all’onirico episodio di Boccaccio ‘70 diretto da Federico Fellini, in cui la Ekberg è quasi l’esasperazione di sé stessa. Nella metà degli anni ’50 Anita si innamora dell’Italia e di Roma, che non lascerà mai, fino alla fine. Non a caso, Fellini la scelse per interpretare il personaggio della diva americana ne La Dolce Vita, ispirato proprio alla sua vita e al suo temperamento. La pellicola, premiata a Cannes con la Palma d’oro e poi da un Oscar per i Migliori Costumi, entra nella storia del cinema come ritratto perfettamente a fuoco di una città e di un’epoca ben precisa: proprio la scena girata nella Fontana di Trevi ne diventa l’immagine più riconoscibile. Il successo la cristallizza e in qualche modo la imprigiona e la condanna a un secondo atto di carriera fatto soprattutto di B-Movies e solitudine.
Antongiulio Panizzi racconta…
“Anita Ekberg e Monica Bellucci, due dive a confronto. Due epoche diverse. Due storie diverse. Ma al tempo stesso due storie che si parlano continuamente, un dialogo sottile sempre in correlazione. Anita Ekberg e la sua vita straordinaria, piena di successi, scandali, amori e delusioni. E poi la storia di un’attrice di oggi che si trova a interpretare una diva di un’altra epoca. Studia il personaggio, indaga, cerca di capirlo intimamente. Monica Bellucci trova un senso nel repertorio e Anita Ekberg nel mondo di oggi. La Diva de La Dolce Vita è stata una donna totalmente contemporanea, che ha avuto il coraggio di essere sé stessa: sul lavoro, un sex-symbol che rifiutava di farsi manipolare e, nel privato, una donna emancipata e indipendente. Il suo destino è stato segnato dall’aver vissuto in un’epoca ancora molto conservatrice, e da un successo planetario che l’ha lentamente fatta implodere dietro quell’immagine della fontana di Trevi così insuperabile da imprigionarla, fino alla fine. Nel voler raccontare il paradosso della parabola di Anita Ekberg, ho sentito l’esigenza di associarla a una figura “iconica” del presente che, lasciandoci “osservare” la sua quotidianità, potesse far scaturire una riflessione implicita su cosa vuol dire oggi essere un sex-symbol, e come nella contemporaneità le donne siano molto più forti e consapevoli delle scelte che le riguardano rispetto a qualche decennio fa. Nessuna attrice, meglio di Monica Bellucci, può consentire di osservare da vicino l’idiosincrasia di una star, che rappresenta nel mondo un’icona di bellezza“.