Il Santo di tutti. Dai vicoli di Bari Vecchia agli Stati Uniti dove è meglio conosciuto come Santa Claus, cioè Babbo Natale, passando per Turchia, Belgio, Olanda, Francia, Russia, Nicola – Cozze, Kebab & Coca Cola di Antonio Palumbo è un viaggio avventuroso sulle orme del mito di San Nicola. Tra sacro e profano, il documentario, guida lo spettatore alla scoperta del culto del vescovo di Myra, patrono della città di Bari, ma venerato in tutto il mondo nei modi più disparati. Dopo la presentazione come evento speciale al Festival del Cinema Europeo di Lecce, il film sarà al cinema il 6, 7 e 8 dicembre a Bari, nei cinema Ciaky, Galleria e Showville, e, solo il 7, a Polignano a Mare, al cinema Vignola. Anteprima il 5 dicembre alle 20.45 al Galleria.
Il documentario
Antonio, un regista a corto di idee, ha una visione del santo patrono della città, San Nicola, che gli chiede di girare un film sulla sua vera storia. Così Antonio si mette in viaggio sulle orme del mito attraversando tutti i Paesi in cui il santo è venerato. Un viaggio che passa per la Russia, tra i paesi maggiormente devoti al Santo, e da Saint-Nicolas-de-Port, nella regione francese della Lorena, dove una reliquia del dito del vescovo di Myra (“se sei un osso di san Nicola non puoi mai stare tranquillo”) è stata sufficiente a generare un culto molto sentito e festività della durata di un mese adorate soprattutto dai bambini, raccontate dal sindaco di Nancy, capitale della Lorena, Laurent Hénart. Poi nelle Fiandre, in Belgio (con lo scrittore Herman Cole e lo storico e teologo Luc Vermeulen) e in Olanda (con John Helsloot, docente al Merteens Instituut di Amsterdam) dove scopriamo le origini e l’evoluzione del mito di Sinterklaas, il donatore di regali. Ad Amsterdam, Palumbo incontrerà, inoltre, il reverendo James Rosenthal, fondatore della Saint Nicholas Society. Poi si prosegue negli Stati Uniti, a New York, dove ha preso forma la figura di Santa Claus, corpulento simbolo della opulenta società dei consumi, reso icona dalla Coca Cola. Il viaggio si conclude a Demre, l’antica Myra, in Turchia, la città d’origine di Nicola, meta dei marinai baresi che ne trafugarono le ossa. Anche qui, incontri prestigiosi con il Metropolita di Demre, Hristosomos Kalayci e con il sindaco, Suleyman Topçu.
Antonio Palumbo racconta…
“Il culto di San Nicola è variopinto, solenne, chiassoso, meditabondo, immenso. Dalla contemplazione ortodossa, ai chiassosi vicoli di Bari Vecchia, la regione francese della Lorena, le Fiandre, attraverso l’algida Olanda e le luci statunitensi. Lo stile del documentario vuole rispecchiare il melting pot, le contraddizioni, i colori e il freddo rigore che si contrappongono quando indaghi la storia di un simbolo religioso diventato folklore e simbolo del consumismo. Rimanendo entrambi. Vengo dalla regia di un docu-film, Varichina, in cui ho badato a fondere e confondere la realtà con la fiction. Mi è piaciuto utilizzare le stesse prerogative: tirar dentro i testimoni più autorevoli, svuotandoli della loro prosopopea e, al contrario, conferire strampalata autorevolezza all’uomo della strada e ai suoi ipse dixit. Perché il culto, religioso o folcloristico che sia, cresce e si trasforma attraverso questi passaggi, tra la tradizione scritta e quella tramandata, spesso figlia di un errore di comprensione o di un mentore casuale. Macchina a mano, fotografia contrastata, gag e improvvisazioni grottesche, ritmo da concerto tzigano. Una kermesse di suoni e di spari, di odore di spezie e acqua di mare e nafta. Le ombre cinesi a raccontare i miracoli del vescovo di Myra, tramandati nei secoli. Una piccola opera pop in onore del mio santo. Il santo di tutti”.