L’attesa è finita: giovedì 16 dicembre è il grande giorno dell’arrivo nelle nostre sale di House of Gucci, il film diretto da Ridley Scott ispirato alla storia della dinastia Gucci, una tra le più celebri nel mondo della moda. Dramma familiare segnato dagli scandali, la pellicola – tratta dal libro The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed di Sara Gay Forden (2001) esplora tre decenni dell’intricata storia della famiglia Gucci una storia di ambizioni, avidità, tradimenti e un omicidio. Il cast è stellare: Lady Gaga, Al Pacino, Adam Driver, Jeremy Irons, Jared Leto, Salma Hayek e tanti altri.
Il film
Gucci è un brand conosciuto e ammirato in tutto il mondo ed è stato creato dal rinomato fondatore del marchio di moda Guccio Gucci, che ha aperto il suo primo negozio di pelletteria a Firenze, esattamente cento anni fa. Tutto ha inizio alla fine degli anni ’70, in un momento critico nella storia del celebre impero della moda italiana. Man mano che il raggio d’azione globale della famiglia Gucci si è ampliato, sono emerse anche presunte irregolarità finanziarie, con una frenata dell’innovazione e un indebolimento del marchio. Il business di Gucci è supervisionato dai due figli di Guccio Gucci, il colorito e scaltro Aldo (Al Pacino) e suo fratello, più conservatore e distaccato, Rodolfo (Jeremy Irons). Il tenace Aldo non ha alcuna intenzione di cedere il controllo dell’azienda di famiglia, certamente non al suo eccentrico figlio Paolo (Jared Leto), che sembra più interessato a diventare un designer di moda. Il timido e iper-protetto figlio di suo fratello Rodolfo, Maurizio (Adam Driver), preferirebbe studiare legge piuttosto che prendere il testimone di un impero internazionale della moda.
Poi Maurizio incontra e si innamora della bella e ambiziosa Patrizia Reggiani (Lady Gaga) e, contro la volontà del padre, la sposa. Lo zio Aldo trova un’affinità con l’astuta Patrizia e, insieme, convincono Maurizio a mettere da parte le sue ambizioni per la legge e ad entrare in azienda, diventandone così il possibile erede – con grande dispiacere dello sfortunato Paolo, i cui sogni per il design sono più grandi del suo talento. Per un breve periodo, le cattive acque si placano e i vari membri della dinastia Gucci riescono a coesistere. Ma quando i rivali di Gucci minacciano di intaccare il loro posto preminente nella gerarchia della moda di lusso, Patrizia spinge Maurizio a mettere in atto un colpo di stato. Dopo aver ereditato la posizione di suo padre nell’azienda, la coppia prende lentamente e furtivamente il controllo del business.
Ascesa e caduta dei Gucci
Dalle famiglie reali e del mondo politico ai rampolli dei media, gli scandali e le tribolazioni delle dinastie ricche e potenti hanno sempre esercitato un certo fascino – e le famiglie della moda non sono diverse. La sfarzosa ascesa e caduta della famiglia Gucci attraverso tre generazioni, caratterizzata da stravaganze, avidità, tradimenti e, infine, un omicidio, era un soggetto irresistibile per Ridley Scott: “era una storia familiare affascinante – ha spiegato il regista – la dinastia Gucci era come la famiglia reale nell’industria della moda e la sua distruzione proveniva dall’interno della famiglia stessa. Come potrebbe non essere una storia interessante?”.
La firma di Roberto Bentivegna
A tradurre il libro della Forden in sceneggiatura è stato Roberto Bentivegna che aveva un’affinità naturale con la storia, dato che è italiano ed è cresciuto in una famiglia di moda (sua madre era una stilista). Lo sceneggiatore ha condotto tantissime ricerche (spulciando centinaia di articoli) ma alla fine ha creato le proprie dinamiche e relazioni tra i personaggi mettendo molto del suo umorismo e del suo patrimonio culturale: “la famiglia Gucci è molto conosciuta e c’è una grande quantità di informazioni su di loro – ha dichiarato Bentivegna – la dinastia Gucci fa parte di una tradizione delle grandi famiglie toscane del periodo rinascimentale, come i Medici, o la famiglia degli Sforza: se la prendevano tutti tra di loro senza rendersi conto che le loro azioni stavano facendo crollare proprio quello che avevano creato. Da un punto di vista letterario e cinematografico, la storia era matura per un trattamento narrativo, perché si tratta di tradimento. Parla di quello che le persone fanno dietro le spalle l’una all’altra, e di come si manipolano a vicenda”.
Lady Gaga diventa Patrizia Reggiani
Al centro del film c’è la bella, aggressiva e ambiziosa Patrizia Reggiani Gucci. Per questo ruolo cardine, Ridley Scott si è rivolto alla pluripremiata superstar internazionale Lady Gaga. In maniera sottile, la cantante e attrice ha mostrato tutte le varie sfaccettature di Patrizia Gucci, passando dall’essere affettuosa e amorevole all’essere determinata e sicura, fino a quasi psicotica, nel corso della storia. Tra gli elementi che hanno attratto Lady Gaga verso il progetto c’è la complessità di Patrizia Reggiani, una donna imperfetta e, a volte, moralmente compromessa che è, allo stesso tempo, sinceramente innamorata di Maurizio Gucci e desiderosa di aiutarlo a farsi strada nell’azienda di moda di famiglia.
“Prima di vedere il film, alcune persone potrebbero pensare che Patrizia sia una cacciatrice di dote – ha osservato Lady Gaga – ma quando si sono sposati, la sua stessa famiglia gli aveva voltato le spalle. Quindi, lei non si è sposata per soldi, ma per amore”. È solo dopo che Maurizio ha ereditato metà della fortuna di Gucci dal suo defunto padre, che la sua ambizione ha preso piede e, anche allora, derivava da un bisogno di accettazione, secondo Lady Gaga. “Voleva così tanto essere presa sul serio dalla famiglia. Era intelligente e sentiva di sapere cosa fare per portare avanti l’azienda. Ma la loro accettazione era solo un’illusione. Tutti la stavano solo usando per arrivare a Maurizio e consolidare il loro controllo. Lei è sempre stata un’outsider, una donna in un mondo di uomini e non poteva fare molto, come molte donne sanno bene. Il loro potere può spesso passare inosservato“. E anche se la rivalsa di Patrizia si è rivelata tragica, l’attrice ha trovato il modo di amare il personaggio per tutte le sue imperfezioni. “Credo che il tentativo di migliorare la sua posizione nella vita avesse dei presupposti innocenti, non obbligatoriamente colpevoli. Tragicamente, alla fine, non solo non ha raggiunto il suo obiettivo, ma è tornata molto indietro rispetto al punto di partenza”.
Un film sul potere
Girato in larga parte in Italia (soprattutto a Roma (e dintorni, con interni nella famosa Cinecittà, e anche a Milano), House of Gucci non solo rappresenta la fine del controllo della famiglia Gucci sul suo vasto impero della moda, ma anche il tramonto dei marchi di moda di proprietà privata e l’inizio del controllo conglomerale dell’industria. “Questo è un film sul potere – ha chiosato Jared Leto – e un film sulla famiglia. È anche un film sulla passione, l’arte, la creatività, e naturalmente la moda. Parla di lealtà e, certamente, di tradimento”.