Dal 17 al 20 dicembre presso Cineteca Milano MEET arriva la terza edizione de Il Cinema Svizzero Contemporaneo a Milano, un progetto di Cineteca Milano che presenterà al pubblico dodici lungometraggi tra documentari, restauri e anteprime, divisi in cinque sezioni diverse: omaggio a Hugo Pratt; classici restaurati; anteprime; Green Swiss e proiezioni Family.
Inaugura il Festival, venerdì 17 dicembre alle ore 21.00, un evento speciale da non perdere: la proiezione di Visages d’enfants (1925) di Jacques Feyder, racconto di formazione senza tempo che sarà presentato in una versione restaurata effettuata dalla Cinémathèque Suisse partendo dalla copia di Cineteca Milano. Il restauro presenta straordinari colori realizzati a mano alternati a imbibizioni e viraggi, e sarà impreziosito dall’accompagnamento live al pianoforte di Francesca Badalini. Nel weekend attendono il pubblico grandi anteprime come Von Fischen und Menschen – Of Fish and Men (2020) di Stefanie Klemm (che sarà presente in sala per un incontro con il pubblico), film che racconta con grande sensibilità e profondità il rapporto fra due persone alle prese con una tragedia e che si è aggiudicato il Premio “Opera prima” alla 56. Solothurner Filmtage. Fra le anteprime da segnalare anche Mare (2020) della nota regista Andrea Štaka – tra le autrici svizzere più premiate nei festival internazionali – pellicola presentata al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e vincitore del Premio alla Migliore Attrice al Sarajevo Film Festival. E ancora: Way Beyond (2020) di Pauline Julier, opera che si interroga sui limiti e le difficoltà della ricerca scientifica e che è stata presentata al Festival Visions du Réel.
Non poteva mancare uno speciale omaggio al grande fumettista, disegnatore e scrittore Hugo Pratt, che prevede la proiezione di Hugo en Afrique (2009) – che racconta la sua avventura nel continente africano, iniziata nel 1936 – e di Hugo en Argentina (2021) – appassionante documentario sul periodo in cui l’artista ha vissuto in Argentina, immerso nel fervore culturale e nel benessere della Buenos Aires degli anni ’50. Un “ritratto dell’artista da giovane”, in attesa del 2023 quando l’episodio conclusivo della trilogia, Hugo a Venezia, vedrà finalmente la luce.
Per la sezione Family Cineteca Milano dà appuntamento al pubblico con una selezione di episodi dell’indimenticabile serie animata degli anni Ottanta, oggi più che mai attuale, tratta dal romanzo omonimo di Bianca Pitzorno, Clorofilla dal cielo blu, e con la proiezione di Heidi – Son Tornata Per Te diretto dal fondatore di Cineteca Milano, Luigi Comencini. Il film è la primissima produzione cinematografica europea dedicata alla protagonista del romanzo di Johanna Spyri. Nuova e necessaria la sezione Green Swiss con il film Citoyen Nobel di Stéphane Goël. Il film è costruito attorno allo straordinario scienziato Jacques Dubochet, che all’età di 75 anni, una volta insignito del Premio Nobel, si domanda quali siano le sue responsabilità di “cittadino nobel” e decide di far valere la propria improvvisa notorietà per promuovere campagne a salvaguardia del futuro del pianeta cin l’entusiasmo e la determinazione di un ventenne.
Chiudono il festival, lunedì 20 dicembre, due anteprime: Anche Stanotte Le Mucche Danzeranno Sul Tetto (2020) di Aldo Gugolz (film vincitore de La Genziana d’Oro come Miglior Film al 69. Trento Film Festival), ambientato nella minuscola comunità della Valle Vergeletto, al confine con l’Italia. Tra cronaca nera e le sempre più feroci logiche turbocapitalistiche, Gugolz fotografa lucidamente gli ultimi vagiti di un mondo rurale sempre più in via di estinzione, e la fine di un’utopia. E La Mif – The Fam (2021) del regista autodidatta Fred Baillif, il film svizzero più desiderato dai festival di tutto il mondo, vincitore della sezione Generation 14+ alla 71. edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
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Da non perdere infine il documentario ticinese Moka Noir: A Omegna non si beve più il caffè, che sarà presentato dal regista Erik Bernasconi e dallo sceneggiatore Matteo Severgnini, e che racconta gli anni d’oro del boom e quelli difficili della globalizzazione per il cosiddetto “distretto del casalingo”; un riuscitissimo quanto originale connubio tra cinema del reale e genere noir, impreziosito da rari materiali d’archivio e caroselli d’epoca.