Il 19 dicembre del 1851, 170 anni fa, moriva il grande pittore Joseph Mallord William Turner: appartenente al movimento romantico, il suo stile pose le basi per la nascita dell’Impressionismo, e anticipò l’astrattismo. Elevò la pittura paesaggistica ad un livello tale da poter competere con la più blasonata pittura storica. Famoso per le sue opere ad olio, fu anche uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all’acquerello, e meritò il soprannome di «pittore della luce». Lo ricordiamo attraverso Turner, il film scritto e diretto da Mike Leigh nel 2015 con un memorabile Timothy Spall.
Turner racconta l’ultimo quarto di secolo della vita del grande pittore Joseph Mallord William Turner (1775-1851), uomo risoluto, temperamentoso e intransigente, e viaggiatore instancabile. Profondamente colpito dalla morte del padre, suo assistente ed ex barbiere, Turner si lega a una vedova che gestice una pensione sul mare, la signora Booth, ed è assillato da una sua ex amante, Sarah Danby, da cui ha avuto due figlie illegittime – ormai adulte – di cui si ostina a negare l’esistenza.
E’ spesso ospite dell’aristocrazia terriera, frequenta un bordello, è affascinato dalla scienza, dalla fotografia e dalla ferrovia, è un membro anarchico ma stimato della Royal Academy of Arts, e un bel giorno si fa legare all’albero maestro di una nave per dipingere una tempesta di neve.
E’ celebrato da alcuni e vilipeso da altri. Rifiuta un’offerta di centomila sterline da un milionario che vuole acquistare tutte le sue opere, preferendo lasciarle in eredità allo stato inglese, benché la regina Vittoria lo detesti.
Per tutto questo tempo è amato dalla sua devota governante, Hannah, che Turner non ricambia e usa per soddisfare i suoi appetiti sessuali, senza mai mostrare per lei alcun vero interesse o riguardo. Finirà per condurre una doppia vita, convivendo in incognito con la signora Booth a Chelsea, dove morirà, senza che Hannah lo venga mai a sapere fino alla fine.
Turner è un film che parla del rapporto difficile e conflittuale tra un comune mortale e la sua arte eterna, tra la sua fragilità e la sua forza. Ed è anche un tentativo di ripercorrere i drammatici eventi che hanno segnato l’ultimo quarto di secolo della sua vita e del suo paese.
Il regista Mike Leigh ha provato a descrivere Mr. Turner: “era eccentrico, anarchico, vulnerabile, imperfetto, inaffidabile e a volte rozzo. Poteva essere falso, egoista e cattivo, ma anche generoso, appassionato e capace di slanci poetici. E’ stato un gigante tra gli artisti del suo tempo: risoluto e intransigente, straordinariamente prolifico, rivoluzionario nel suo approccio, abile nella tecnica, visionario e lungimirante”.
Il regista ha poi ricordato: “alla fine del secolo scorso, quando è uscito Topsy-Turvy – Sotto-Sopra, ho scritto che era “un film su tutti quelli come noi, che soffrono e si dannano per fare ridere gli altri”. Così ho girato la macchina da presa per puntarla su di noi – noi che cerchiamo di essere artisti, con tutta la fatica che questo comporta”.
“Ma far ridere la gente è una cosa; toccarla nel profondo e farle cogliere la sublime bellezza e insieme la spaventosa tragedia dell’essere vivi a questo mondo, be’, è tutt’altra cosa. E per quanto possiamo provarci, pochi di noi ci riescono.Turner c’è riuscito, però”
Mike Leigh