Dopo l’anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma, arriva domani al cinema Tre Tocchi, l’ultimo film firmato da Marco Risi con un ricchissimo cast: Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Antonio Folletto, Gilles Rocca, Gianfranco Gallo, Valentina Lodovini, Paolo Sorrentino, Francesca Inaudi, Ida Di Benedetto, Paco Reconti, Matteo Branciamore, Jonis Bascir, Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria e Maurizio Mattioli.
Nel film si intrecciano sei storie. Storie di attori, o meglio, storie di uomini, con tutte le loro passioni e frustrazioni, gioie e delusioni, successi e fallimenti. Vite profondamente diverse ma accomunate da due grandi passioni: il calcio e il lavoro. Ed è tra un allenamento e un provino che le loro vite continuamente si sfiorano e si incrociano, ci svelano la loro misera esistenza, fatta ogni tanto anche di successi e momenti di gloria, ma sicuramente mai di vera, assoluta, felicità.
Gilles (Gilles Rocca) è un giovane attore di soap, bello e amato dalle ragazzine, spavaldo all’apparenza, ma così insicuro e debole che finisce nel tunnel della cocaina e si circonda di brutte frequentazioni. Vincenzo (Vincenzo De Michele) passa le sue giornate ad accudire il padre in ospedale, è sempre cupo e silenzioso, si mantiene cantando in un ristorante, nonostante il suo talento e la sua bellezza statuaria. Vive una rabbia così forte e una frustrazione tale che lo portano a sfogarsi nel sesso e nella violenza fisica.
Leandro (Leandro Amato), il più grande del gruppo, torna nella sua Napoli, con una consapevolezza e determinazione diversa da quella in cui la aveva lasciata molti anni prima. Decide di chiudere i conti con un passato ingombrante ed oscuro e, sotto le smentite spoglie di Jennifer, il trans che interpreta a teatro, ci regala la sua rinascita rimettendo in discussione la propria intera esistenza.
Anche Max (Massimiliano Benvenuto) torna spesso nella sua terra, la Basilicata, ogni volta che sente di perdere il senso della realtà e vuole riprendersi da una delusione. Si era illuso infatti di poter fare una vera carriera, ma si ritrova ad un doloroso bivio se cedere o no alla proposta di sposarsi con la figlia di un ricco albergatore.
Antonio (Antonio Folletto) fa teatro, grazie anche alla donna che lo mantiene e che ha trent’anni più di lui, ma è coraggioso, si è rimesso in discussione, ha studiato, ha rischiato, e ha vinto. Affronta il provino che gli permetterà di fare il protagonista della sua vita, contro chi non credeva in lui, contro chi non lo considerava all’altezza, anche contro se stesso.
Chi invece non vincerà mai è Emiliano (Emiliano Ragno). Lui si è arreso alle sue insicurezze, ha perso la determinazione e la voglia di farcela. Il lavoro da facchino e il passatempo da doppiatore hanno rubato tempo alla recitazione e lo hanno portato a rinchiudersi in un mondo fatto solo di sogni.
Raccontando il suo film, Marco Risi spiega: “sono sei storie che si intrecciano nella comune passione per il calcio. Sei storie di sei attori che lavorano poco. L’obiettivo è vincere un provino che alcuni di loro sono chiamati a fare per un regista importante. Il provino che potrebbe cambiargli la vita… Il pubblico è convinto che il cinema e gli attori in genere appartengano ad una categoria privilegiata, senza rendersi conto di quante frustrazioni, delusioni, amarezze ma anche improvvise rivincite e soddisfazioni questo mestiere comporti”.
Un film nato “come una scommessa – prosegue il regista – da sei anni vado a giocare a calcio nella squadra degli attori, allenata dal glorioso Giacomino Losi. La squadra nella quale una volta giocava anche Pasolini… Ogni Martedì e Sabato ci troviamo su un campaccio di periferia e ogni volta sono racconti allegri e sgangherati di esperienze di vita”.
Tutte occasioni decisive per lo sviluppo della sceneggiatura: “mi incuriosivano questi attori che non lavorano e che il lavoro lo cercano con ogni mezzo, ma anche con orgoglio e dignità. Li ho convocati, e gli ho chiesto di raccontarmi le loro storie. Ne sono uscite 6, le più belle, vere e forti, piene di sentimento e folli, ma tutte con un’energia che tocca il cuore” ha concluso Risi.
Il produttore Andrea Iervolino racconta la sua esperienza con il maestro Marco Risi: “mi sembrava di conoscerlo da una vita. Una persona umile, che ha vissuto respirando l’odore della pellicola e l’atmosfera della dolce vita, grazie a Dino Risi, suo padre e grande regista. Ha conosciuto i mostri sacri del cinema ed è completamente a suo agio in questo mondo. Ha uno sguardo delicato sulle cose e le maneggia quasi come se possano rompersi da un momento all’altro. Ed è quello che ha fatto con gli attori di Tre Tocchi, tutti giovani e alla loro prima vera esperienza cinematografica. Ha saputo modellarli ad immagine del film e li ha diretti come solo un grande regista sa fare”.
La produttrice Monika Bacardi racconta così la sua esperienza personale con il film: “Sono onorata di aver potuto produrre questo piccolo gioiello d’autore. In realtà, la prima cosa che mi sono chiesta è stata: Perché Tre Tocchi? Purtroppo, non sono una grande intenditrice del mondo del calcio, avendo avuto sempre altri interessi, ma l’amore con il quale Marco Risi ha parlato di questo curioso titolo, mi ha permesso di avvicinarmi ad un mondo straordinario, fatto di tanta filosofia. Mi ha parlato di Pasolini, del suo linguaggio associato al calcio, di come ci sia quasi un sistema di segni, un insieme di parole e di come, nel semplice concetto dei Tre Tocchi, ci sia una poesia straordinaria, di perfezione di uno sport, che è anche perfezione di vita”.
Marco Risi è, insieme ad Andrea Iervolino ed a Monika Bacardi, anche produttore del film e ha voluto personalmente investire in un progetto in cui ha creduto da sempre e che ha voluto fortemente realizzare.
“Questo è “Tre Tocchi”, il film che ho voluto fare, senza soldi ma libero, con un desiderio che non provavo da tempo. Oggi è questo quello che ci vuole”
Marco Risi