Dopo aver aperto la scorsa Festa del Cinema di Roma, giovedì 3 febbraio arriva nelle nostre sale Gli Occhi di Tammy Faye, il film scritto da Abe Sylvia e diretto da Michael Showalter, basato sul documentario The Eyes Of Tammy Faye (2000) di Fenton Bailey e Randy Barbato. La pellicola – che ha come grande protagonista, qui impegnata anche in veste di produttrice, Jessica Chastain – mostra da vicino la straordinaria storia dell’ascesa, della caduta e della redenzione della telepredicatrice Tammy Faye Bakker.
Il film
Negli anni Settanta e Ottanta, Tammy Faye (Jessica Chastain) e suo marito Jim Bakker (Andrew Garfield), entrambi di umili origini, riuscirono a creare il più grande network televisivo religioso al mondo e un parco a tema. Celebre per il suo messaggio di amore, accettazione e prosperità, Tammy Faye divenne inseparabile dalle sue ciglia finte, dalla sua stravagante voce da cantante e dal suo desiderio di raggiungere persone di tutte le estrazioni sociali. Tuttavia, non passò molto tempo prima che irregolarità finanziarie, rivali truffaldini e scandali demolirono l’impero che i due avevano faticato a costruire.
(Ri)scoprire Tammy
Figlia degli anni Ottanta, la produttrice e protagonista Jessica Chastain venne per la prima volta a conoscenza dell’esistenza di Jim e Tammy Faye quando il loro impero cadde in rovina di fronte al pubblico televisivo di tutta la nazione. Immediatamente riconoscibile grazie al suo iconico make-up e alla sua personalità eccentrica, il volto di Tammy Faye tappezzava le copertine di tutte le riviste scandalistiche sugli scaffali dei supermercati. Diversi anni più tardi, dopo aver visto l’acclamato documentario di Bailey e Barbato, la Chastain è rimasta sorpresa di scoprire che Tammy Faye era molto più che un personaggio delle cronache scandalistiche: era dotata di un senso di integrità e di una fede sincera, e si rendeva conto che la misoginia e la cultura del gossip avevano giocato un ruolo significativo nella sua umiliazione pubblica. La visione del documentario ha ispirato la Chastain a voler raccontare in modo più completo la storia di una donna profondamente compassionevole che era molto in anticipo sui tempi. Ha contattato Bailey e Barbato, che sono rimasti colpiti dalla sua passione e dalla sua visione per il progetto. “Il documentario era uno sguardo dietro le quinte – ha affermato l’attrice – ci ha consentito finalmente di vederla senza essere influenzati dai pregiudizi della società. Era davvero piena d’amore”.
Una donna senza maschera
I documentaristi Fenton Bailey e Randy Barbato di World of Wonder Productions hanno sempre avuto un legame molto profondo con la figura di Tammy Faye: “aveva lo spirito di un’emarginata e il coraggio di una drag queen – affermano Bailey e Barbato – era il tipo di ragazza che piace a noi. Avevamo sempre dato per scontato che tutto ciò che la stampa aveva scritto su lei e Jim fosse vero. Incontrandola, però, abbiamo scoperto che era una persona davvero dolce e premurosa. Non indossava nessuna maschera. Era totalmente onesta, sincera e schietta. Man mano che comprendevamo meglio la storia di ciò che le era successo, ci accorgevamo che la realtà era molto più sfumata e complessa di quello che i media avevano raccontato. Lo sconvolgente tradimento di Jerry Falwell nella cosiddetta comunità cristiana fu scioccante. Pensavamo che il pubblico meritasse un ritratto più tridimensionale di Tammy Faye”.
In un mondo in cui uomini potenti, religiosi e non, scampano agli scandali senza affrontare quasi nessuna conseguenza, Tammy Faye si distingue. A differenza di Jim, non voltò mai le spalle alla sua fede e non rimpiazzò mai il suo Dio gentile e amorevole con uno crudele e vendicativo. Dato che il suo cuore rimase aperto alle esperienze del prossimo, fu sempre amata da tutti nonostante le sue trasgressioni e divenne molto più di una semplice telepredicatrice e star del gossip. La produttrice del film Rachel Shane afferma: “voleva davvero toccare gli esseri umani che vivevano nel mondo moderno; voleva trovare un modo affinché i pastori potessero dare alla società moderna ciò di cui aveva bisogno. Guardando indietro, l’idea di trasmettere il suo programma nelle case delle persone fu davvero audace. Dietro a tutti gli abiti e al make-up si nascondeva una persona di grande umanità”. Quando il matrimonio dei Bakker giunse finalmente al termine negli anni Ottanta, Tammy Faye iniziò ad andare pubblicamente fuori controllo, mentre Jim si appropriava dei fondi destinati alla loro chiesa e aveva relazioni extraconiugali. I suoi scandali sessuali e le sue frodi finanziarie furono la loro rovina e, sotto i riflettori dei media, i Bakker divennero una sorta di barzelletta. Anche se sarebbe stato Jim ad andare in prigione, l’umiliazione ricadde principalmente sulle spalle di Tammy Faye.
Un’icona moderna
Nonostante queste traversie, Tammy Faye si riprese e tornò più forte che mai. All’inizio degli anni Novanta, aveva ormai divorziato da Jim, abbandonato la telepredicazione e ripristinato il suo ministero religioso. Nel loro show, Tammy Faye aveva sempre messo alla prova i suoi spettatori invitando ospiti che potevano essere considerati controversi. Incoraggiava i suoi spettatori a mostrare compassione ed empatia, dimostrando loro che persone dotate di convinzioni e vite apparentemente aliene non erano in realtà così diverse. Proseguì la sua missione negli anni Novanta, diventando un’attivista nella battaglia contro l’AIDS e un’amatissima sostenitrice della comunità LGBTQ in un’epoca in cui i malati di HIV venivano spesso rifiutati e ostracizzati. Vide crescere i suoi figli e successivamente sposò Roe Messner, l’imprenditore edile che nel 1978 aveva costruito il loro parco a tema, Heritage USA. Tammy Faye trascorse più di un decennio a combattere contro il cancro e venne a mancare nel 2007.
Prima di morire, permise ai documentaristi Fenton Bailey e Randy Barbato di entrare nella sua vita per registrare la verità. I filmmaker catturarono la vera essenza di Tammy Faye, dandole l’opportunità di riappropriarsi della propria storia e riabilitare il proprio retaggio. Bailey e Barbato affermano: “che vi piacessero o no, Jim e Tammy Faye furono pionieri della televisione. Fondarono non soltanto uno ma ben tre network televisivi e le loro trasmissioni dallo stile così intimo, che invitavano gli spettatori a casa loro per osservare da vicino le loro vite, hanno lasciato un segno su qualsiasi cosa, dai programmi televisivi mattutini ai talkshow e ai reality show. Pensavamo che fosse importante raccontare quella storia. Senza Jim e Tammy Faye non avremmo avuto le Kardashian, Oprah Winfrey o il talkshow Good Morning America”.
Jessica diventa Tammy
Jessica Chastain è famosa per la preparazione meticolosa e le ricerche approfondite che svolge per dare vita ai suoi personaggi, e il ruolo di Tammy Faye non ha fatto eccezione. Ha studiato Tammy Faye Bakker per sette anni, visionando ore e ore di riprese e arrivando a memorizzare la sua gestualità e le sue inflessioni vocali. Costruire un personaggio basato su una figura pubblica molto conosciuta è sempre una sfida, ma l’ostacolo più grande affrontato da Chastain consisteva nel cambiare la percezione delle altre persone nei confronti di Tammy Faye. “Ho trascorso anni a visionare le sue riprese e non ho mai visto del mascara che le colava lungo il volto – afferma la Chastain – Tammy Faye era completamente diversa dalla caricatura creata dai media. Era il ministro ordinato che Jim non fu mai. Predicava l’accettazione e la compassione e credeva realmente in queste doti: volevamo che le persone lo vedessero nel film. Quando tutti voltarono le spalle alle persone colpite dall’HIV e dell’AIDS, invitò un pastore gay molto famoso malato di AIDS nel suo programma. Conduceva i programmi del network Praise The Lord per tutta la durata delle sue giornate e, oltre a questo, scrisse quattro libri e incise 24 album. Non fu mai pagata per nessuno di questi lavori: tutto il denaro che guadagnava veniva devoluto alla sua Chiesa”.
Interpretare una cantante era un’altra sfida per Chastain, che non aveva esperienze musicali dai tempi del college. Prendendo ispirazione da Tammy Faye, si è buttata in un campo al di fuori della sua zona di comfort. “Non si sentiva mai in imbarazzo – aggiunge l’attrice – le persone erano attratte dalla sua unicità. Utilizzava la sua piattaforma per celebrare le nostre differenze e questa consapevolezza mi ha aiutato a esibirmi”. Questo è stato di ispirazione anche per il co-protagonista Andrew Garfield nel ruolo di Jim: “Tammy è estremamente radicata nel cuore di Jessica, e questo è un luogo meraviglioso da cui provenire. Ti senti spinto a seguirla, perché è estremamente appassionata e devota”.
L’importanza di essere ascoltati
Jessica Chastain spera che l’impegno di onorare la sua memoria prosegua con Gli Occhi di Tammy Faye: “Tammy Faye Bakker ha ispirato l’amore nel prossimo. Sapeva che tutti noi abbiamo bisogno di essere ascoltati, amati e accettati senza essere giudicati. Spero che tutti possano imparare ad amare il prossimo come faceva lei, e speriamo che questo film ispiri il nostro pubblico nello stesso modo in cui Tammy ha ispirato i suoi spettatori”.