In occasione dell’8 marzo, dopo il successo di Libere! — la serie web animata diretta dalla regista Ovidie che decostruisce gli stereotipi che circondano la sfera sessuale legata al mondo femminile con ironia e semplicità —, il canale culturale Arte in Italiano (arte.tv/it) presenta Ciak al femminile, una selezione di cortometraggi scelti tra i vincitori del concorso: 5 corti realizzati dalle registe europee che toccano temi sociali tanto intimi quanto attuali, dall’eutanasia al rimpianto materno fino all’accettazione delle menomazioni fisiche come conseguenza del cancro. Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.
Il concorso Et Pourtant Elles Tournent
Secondo uno studio condotto dall’European Audiovisual Observatory, nel panorama cinematografico europeo solo 1 regista su 4 è donna e nel periodo compreso tra il 2016 e il 2020 la percentuale di donne dietro la macchina da presa ha raggiunto appena il 23%. La situazione peggiora negli Stati Uniti, tra i leader del cinema internazionale, dove dal 2007 al 2019 sono state appena 57, ossia il 4,8% del totale, le donne a dirigere le maggiori produzioni hollywoodiane. Per dare voce alle cineaste europee, il canale culturale ARTE.TV ha dato vita a Et pourtant elles tournent, un concorso di cortometraggi realizzati da donne e che ha visto sfidarsi oltre 800 artiste; a capo della giuria – che ha premiato le 20 produzioni che si sono distinte per qualità della regia, originalità del tema e prospettiva di narrazione – la fumettista Pénélope Bagieu.
Il Giorno e l’Ora di Catherine Pamart
La madre della regista Catherine Pamart, 80 anni e un quadro clinico compromesso nonostante la propria lucidità mentale, ha espresso il desiderio di morire. Ad aiutarla saranno un’associazione svizzera per l’eutanasia e le sue stesse figlie, che la supporteranno nello sbrigare le pratiche per organizzare il suo ultimo viaggio.
Mal de Mère – Mal di madre di Lolita Rivé
Si può amare profondamente il proprio figlio e, al tempo stesso, rimpiangere di aver assolto il ruolo di madre imposto alle donne dalla società? Per Julie, 36 anni e imprenditrice, la maternità non è stata una scelta ma un percorso prestabilito che ora, se potesse tornare indietro, non ripercorrerebbe.
Oh Boy di Alice Tubert e Cannelle Favier-Benito
James si guadagnava da vivere grazie ai video porno che realizzava insieme alla sua ragazza. Dopo che quest’ultima lo ha lasciato, lui ha non solo perso una compagna, ma anche un business. Oh Boy, dal Portogallo in lockdown, racconta il mondo della pornografia amatoriale al maschile attraverso un cortometraggio girato a distanza.
S’Aimer en Corps di Lilia Lerondeau
Ci sono momenti in cui la vita devìa dal corso che le abbiamo voluto imprimere e in cui il rumore delle ferite che subiamo crea un caos assordante. In quei momenti, bisogna fare delle scelte e spesso fare sacrifici. Valérie, 46 anni, ha attraversato una di queste tempeste; la sua malattia e le scelte che ne sono conseguite le hanno lasciato una cicatrice, un vuoto, una piaga enorme, ma la grande trasformazione non le ha tolto l’appetito per la vita.
Ana di Séraphine Charpentier
Anaëlle lavora in un centro per richiedenti asilo. A 24 anni gestisce da sola i dossier di 35 uomini che sperano di vedersi riconosciuto lo status di rifugiato. Per loro, “Ana” è un punto di riferimento dal punto di vista amministrativo, sanitario, logistico e, soprattutto, è lei che raccoglie le storie di questi migranti prima di passare al vaglio dell’OFPRA, l’organismo francese deputato a valutare le loro richieste.