Dal 26 al 29 maggio al Teatro Olimpico di Roma arriva Exodus, uno spettacolo di sculpture dance e physical theatre con tecniche illusionistiche prodotto dalla Compagnia Danza Emiliano Pellisari Studio con la scenografia e la direzione tecnica di Marco Visone. Exodus è il nome della nave che portò in Palestina gli ebrei nel 1947. L’esodo biblico ritorna nella storia ebraica come una ricorrenza ciclica e rappresenta il tema universale dell’immigrazione. Essere migranti oggi è come vivere l’esodo di duemila anni fa.
Lo spettacolo
Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu (in arte Mariana) affrontano insieme un nuovo viaggio iniziatico attraversando coi loro danzatori deserti che muoiono sulla spiaggia, tempeste dell’anima, naufragi dello spirito. È il Mediterraneo ove sprofonda o galleggia la nostra cultura, un’acqua che, per noi, è un’antico battesimo. Uno spettacolo che si lega al Qohèlet, a Giona, alla forza terribile del mare, alla violenza della nostra natura, al primo esodo della storia, Il lungo cammino degli Ebrei, la dannazione dello spirito dei Cristiani, la terra dove vivono anche i mussulmani. Un viaggio di anime sospese, di dura razza, nate nell’asciutto, che, cacciati dalla terra, inseguono l’odore del sale. I cinque danzatori-acrobati della Compagnia Nogravity ci incanteranno in un susseguirsi di immagini che, evocando le nostre radici, racconteranno una storia senza tempo, un tempo che ci appartiene anche oggi, forse ancora di più che un tempo. Anime senza gravità scorrono leggere sulla terra, leggere come la nostra incoscienza che li ha abbandonati, pesanti come solo la colpa ed il peccato possono essere.
L’incontro tra Oriente e Occidente
No Gravity – Exodus è un’opera breve di 1 ora di danza e teatro che riprende nelle immagini dei corpi dei danzatori la grande tradizione cristiana dell’arte rinascimentale unendosi alla musica araba di Jordi Savall, accompagnati dalla voce ebraica del grande artista Moni Ovadia. Un incontro felice e miracoloso tra oriente ed occidente.