Scritto e diretto da Carlo Chiaromonte, giovedì 16 giugno nelle sale esce L’Altra Luna, una lungometraggio girato tra Roma e Sarajevo interpretato da Luna Mijović, Tania Bambaci, Matteo Silvestri, Armin Omerović e Maja Jurić.
Il film
Luna (Luna Zimic Mijovic) è una ragazza moderna e spigliata che vive a Sarajevo e sta per sposarsi con il suo fidanzato di lunga data Haris (Armin Omerovic). Martina (Tania Bambaci) è una giovane omosessuale in fuga dall’Italia e dalla sua vita monotona. Trovandosi in un periodo di crisi personale, arriva a Sarajevo alla ricerca di se stessa. L’incontro con Martina rappresenterà per Luna un momento di svolta cruciale: si innamora della ragazza e inizia con lei una relazione segreta, tutto all’insaputa del fidanzato, convinto invece che Luna diventerà presto sua moglie. Quando il rapporto tra le due ragazze viene allo scoperto, gli affetti più cari di Luna reagiscono con durezza. Nermin (Fedja Zahirovic), il fratello diciassettenne di Luna, nel tentativo di costringere Martina a ripartire per l’Italia, decide di violentarla. L’amore tra le due ragazze è più forte di ogni sopruso. Decidono di restare insieme e di vivere a pieno la loro storia, ma lontano da Sarajevo. Luna parte con Martina per l’Italia, ma il prezzo che dovrà pagare per questa sua scelta sarà terribilmente alto: dire addio per sempre alla sua città, ai suoi amici, ma soprattutto alla propria famiglia.
Carlo Chiaromonte racconta…
“La prima idea del soggetto del film mi è balenata in mente nel Maggio 2011, durante uno dei miei numerosi viaggi a Sarajevo. Il mio personale rapporto con la capitale bosniaca è forte, profondo e di lunga data: la mia prima volta in città fu nel marzo 1996, appena pochi mesi dopo la fine della guerra. In quel periodo, parallelamente alla mia attività professionale nel settore cinematografico, ero impegnato anche nel volontariato internazionale con una ONG italiana presente in Bosnia con le sue attività di aiuto umanitario. Da allora, anche dopo la conclusione della mia esperienza diretta in quel settore, sono tornato numerose volte a Sarajevo tenendo viva la mia personale relazione “sentimentale” con la città e nel 2005/2006 vi ho girato il mio documentario Il Centro Del Mondo“.
“In quello stesso maggio del 2011, poco prima di partire per Sarajevo, avevo avuto una lunga conversazione con una giovane amica che stava attraversando una sorta di tragedia familiare perché i suoi genitori, fino ad allora all’oscuro della sua omosessualità, avevano appena scoperto la sua relazione lesbica con una ragazza. Così, mentre a Sarajevo passavo per la principale strada pedonale del centro sempre affollata di ragazzi a passeggio, la visione per me ormai consueta, ma sempre affascinante, di una coppia di giovani amiche che procedevano sotto braccio, l’una velata secondo tradizione islamica e l’altra vestita “all’occidentale” in maniera persino provocante, mi ha colpito in modo del tutto nuovo: la vicenda della mia amica a Roma ha fatto corto circuito con l’immagine delle due giovani sarajlije e mi sono ritrovato a domandarmi come la ragazza islamica avrebbe potuto reagire di fronte alla scoperta di una relazione omosessuale della sua migliore amica con una ragazza straniera. Lo spunto drammatico iniziale di questo film è contenuto interamente nella relazione tra quell’immagine e quell’interrogativo”.