Parlare di Scarlett Johansson significa parlare della principale Diva del cinema della società moderna. Questo non significa dimenticare altri mostri sacri più “datati” (su tutte Meryl Streep, l’attrice dal cachet più alto di tutta Hollywood). È indubbio però che la Johansson porta con sé un fascino new-old style, un magnetismo ed una sensualità che non si erano mai viste prima. Per questo è, certamente, la più importante Diva-Icona dell’ultima generazione di attrici.
Un’attenzione mediatica nei suoi confronti che esplose fin dal suo primo grande film, il bellissimo Lost In Translation in cui fu diretta da Sofia Coppola: aveva appena diciannove anni, ma ha dimostrato subito una maturità ed un’intensità sorprendenti e spiazzanti. Uno sguardo capace di andare dritto all’emozione. Dopo averla conosciuta in L’Uomo che Sussurrava ai Cavalli di Robert Radford (1998, lei aveva tredici anni), la piccola Scarlett prese parte ad altre pellicole minori e per ragazzi (su tutte Arac Attack). Terry Zwigoff invece le diede un ruolo nel fumettistico e divertente A Ghost World, mentre i fratelli Coen la scelsero per una piccola parte in L’Uomo che Non c’era. La Coppola, che la vide anche in An American Rhaposdy, se ne innamorò.
Persa nella modernità di Tokyo, dopo averla vista in slip nella primissima immagine del film, vediamo questa ragazza bionda timida perdersi nel labirinto di suoni e rumori del Giappone. Ci viene voglia di entrare nei suoi pensieri, di strapparle un sorriso, di sederci accanto a lei, di vederla addormentarsi. Un amore platonico, i vestiti non cadono. Bob-Bill Murray le sussurra qualcosa all’orecchio nella scena finale. Scarlett è emozionante, una bellezza naturale che ci calamita verso di lei.
Ancor di più lo è nel successivo film in costume La Ragazza con l’Orecchino di Perla. Anche qui l’amore impetuoso del Maestro Vermeer (Colin Firth), rimane soffocato. La scena in cui lui le buca il lobo dell’orecchio è molto più sensuale ed eccitante di tanta carne buttata in primo piano nel sempre più esplicito e recente cinema americano (e non). Il suo personaggio, Griet, è molto timido. È chiusa in se stessa, ansima per tutto il film. Non si vedono le forme di Scarlett. Si vedono solo per un momento i suoi capelli rossi e ricci. È, ancora una volta, una Johansson da desiderare, da voler scoprire.
Terzo film degno di questa sua bellezza naturale è Una Canzone per Bobby Long (2004). Il suo personaggio non ha mai conosciuto il padre, ha un conflitto interiore. La pellicola ce la sveste un pochino, dopo una doccia. Le sue forme morbide non lasciano indifferenti. Ma ancora una volta, è il suo animo ingarbugliato a renderla interessante. Abbiamo voglia di levarle di dosso quel broncio e quella tristezza. La scena finale, in cui John Travolta canta la canzone della verità, le sue lacrime sono commoventi: un primo piano che va dritto al cuore.
Da qui in avanti possiamo parlare di una Scarlett completamente nuova. Letteralmente sommersa (e lo sarà sensibilmente sempre di più…) da copertine e richieste per diventare testimonial di moda e non solo. Il divismo è ormai iniziato, inesorabile. Per lei perde la testa Woody Allen che la sceglie per un trittico di film che ne esaltano la bravura e sensualità (2005, Match Point e 2008, Vicky Cristina Barcelona), ed anche un lato comico (2006, Scoop). Tre film che fanno categoria a parte: il maestro è sempre il maestro.
La Johansson però riesce a mostrarsi brava e senza età in diversi, nuovi, film in costume. Il suo fascino ed i suoi lineamenti si prestano bene. Così ecco Le Seduttrici (A Good Woman, 2006), The Black Dahlia di De Palma (2007), L’Altra Donna del Re (2008). Elegante, affascinante, intrigante, nascosta.
Non ancora, seppur di poco, dentro la fase FantaScarlett, di cui vi abbiamo parlato a settembre con l’uscita di Lucy: la Johansson che, da The Island in avanti (The Avengers, Iron Man 2,…) diventa ragazza d’azione con la pistola, un’atletica eroina e, in Under The Skin, la vediamo completamente nuda. Si è invertito tutto: le forme vengono mostrate ma il sentimento resta più nascosto.
Rimangono poi altri film che non sono più stati capaci di esaltarla come all’inizio. Commedie o comunque film minori come The Perfect Score (2004), In Good Company (2006), Il Diario di una Tata (2008), La Mia Vita è uno Zoo (2012), Chef – La Ricetta Perfetta (2014). O piccole parti in The Prestige di Nolan (2006) o il comic-movie The Spirit (2008). Addirittura quasi volgare ed eccessivamente provocante in La Verità è che Non gli Piaci Abbastanza (2009), o per forza – platealmente – “bella che fa la bella” in Don Jon. E anche nel recente Hitchcock, nei panni di Janet Leigh, recita praticamente nella parte di se stessa: una grande Diva.
Dov’è finita quella ragazza dolce di Tokyo? Sembra che tutti vogliano trasformarla definitivamente in una bomba sexy, diventando un desiderio proibito, sia per il suo fisico che per la sua voce ruvida che in Her arriva anche a simulare un orgasmo.
In questi anni la Johansson è stata fotografata in tutti i modi e forse anche lei, artisticamente, si è un po’ persa. La sua bellezza è stata mostrata, forzata ed esibita oltremodo, ha riempito cartelloni pubblicitari e migliaia di copertine di tutto il pianeta. Quando poi le hanno anche “rubato” due autoscatti intimi (rubati dal suo cellulare), queste foto hanno fatto subito il giro della rete. Come una violenza, un’insistenza morbosa sulla sua vita, sulle sue forme prosperose, una precisa e impietosa volontà di piazzarla sempre sotto i riflettori. Un altro lato della medaglia che non le ha fatto sicuramente bene.
Anche e soprattutto alla sua vita privata, abbastanza turbolenta e attraversata da diversi flirt ed un fulmineo matrimonio, due temi ferocemente cavalcati dalla stampa che le si avvicinava. Cannibali di quel gossip che a noi non interessa. Un malessere che ora pare avere superato con la sua ultima relazione e la bambina di cui è diventata mamma. Non resta che sperare che inizi una nuova fase anche a livello cinematografico.
Scarlett è molto di più del prodotto commerciale che è diventato. La sua è una bellezza naturale, che non ha bisogno di trucco. Il suo corpo mozzafiato non ha bisogno di essere mostrato freddamente e completamente senza veli. La sua è una bellezza da scoprire, da immaginare. Aspettiamo dal Cinema un ruolo che sappia tirare fuori ancora una volta la sua bravura e la sua anima. Una Scarlett che, oltre a piacere, sappia anche far innamorare. Come prima, più di prima.
G.A.