Una madre e sua figlia piccola sono rinchiuse nel bagagliaio di un’auto da un pericoloso squilibrato: la loro unica speranza di salvezza è riposta in una ragazzina che, proprio quello stesso giorno, ha deciso di togliersi la vita. Arriva al cinema da giovedì 30 giugno, il thriller psicologico Tenebra di Anto con Elisa Del Genio, Tonia De Micco, Mirko Frezza, Nicolas Magrini, Christian La Bianca e Stefan Natic. Ambientato in Puglia, all’interno di Villa Romano nei sobborghi di Lecce, il film pone l’attenzione sul tema dell’adolescenza negata.
Il film
Giulia (Tonia De Micco) e la sua figlioletta di quattro anni, sono state rinchiuse nel cofano di un’auto da un crudele individuo, in attesa di essere assassinate. La loro unica speranza di salvezza è riposta in Marta (Elisa Del Genio), una ragazzina che proprio quello stesso giorno ha deciso di togliersi la vita.
Anto racconta…
“La genesi di Tenebra nasce dalla penna dello scrittore padovano Giuliano Fiocco, autore nel lontano 2001, del romanzo: Il Primo Uomo Su Marta, in un periodo in cui, termini come la violenza dentro le mura domestiche o il femminicidio, venivano evitati con diligente cura dai media. L’orrore che nutre il film trae origine da un problema culturale (La disparità di genere) che obbliga molte donne, sin dalla tenera età, ad essere ancora sottomesse da rigidi schemi maschilistici, e induce l’uomo, scolarizzato negli anni da solidi stereotipi sessisti, a cavalcare comportamenti estremi, fatti di possesso distruttivo e morboso, spacciato per amore. È in questo scenario, dove le vittime, sia metaforiche che reali, sono soprattutto donne e bambini, e il carnefice di turno è quasi sempre maschio: compagno, marito o capofamiglia (termine da poco tornato polemicamente in auge), che Tenebra compie un ribaltamento, dimostrando che senza parità di genere e rispetto per quest’ultimo, tutti diventano vittime, nessuno escluso”.
“Tenebra è una favola nera, cupa come le atmosfere dei luoghi in cui si svolge, oscura come il momento culturale che stiamo attraversando. Un medioevo in cui violenza domestica e femminicidio, sono crimini talmente abusati da rischiare ormai l’indifferenza della cosiddetta società civile. E sono proprio le violenze sessuali subite dalle donne sin dalla tenera età, il fulcro tematico del film, insieme alle relative ripercussioni psicologiche che tali esperienze generano nelle vittime. Un problema universale dal quale nessun Paese, socialmente avanzato o retrogrado, totalitarista o democratico, è esente”.
Trackbacks