“L’amore è quel delicato processo attraverso il quale ti accompagno all’incontro con te stesso”. Questa celebre frase di Antoine de Saint-Exupèry apre Io e Spotty, il nuovo film scritto e diretto da Cosimo Gomez che, dopo la presentazione in anteprima al 68° Taormina Film Fest sarà nelle nostre sale da giovedì 7 luglio. Protagonisti della pellicola sono Filippo Scotti e Michela De Rossi.
Il film
Matteo (Filippo Scotti) ha ventisette anni ed è lead-animator presso un’importante società che produce cartoon per bambini. È un ragazzo introverso, ama la solitudine, parla pochissimo ed è diffidente al punto da risultare scontroso. Nel suo mondo solitario, ogni sera, quando torna dal lavoro, indossa una tuta di pelo, una maschera, e gioca a essere un cane di nome Spotty. Al contrario di quello che accade nella vita reale, in quelle vesti, in quel gioco infantile, Matteo sembra raggiungere una condizione di libertà, di felicità. Ma qualcosa manca nella sua vita e un giorno decide di mettere online un annuncio di ricerca per una dog sitter, per Spotty ovviamente! Risponde Eva (Michela De Rossi), studentessa fuori sede di venticinque anni. Eva conduce una vita caotica, frequenta con scarsi risultati l’università, vive solo storie d’amore improbabili e perde un lavoretto dietro l’altro. Superato l’imbarazzo iniziale, con il passare dei giorni, tra Eva e Spotty comincia a sorpresa a instaurarsi una relazione speciale, unica, non priva di sfide, che porterà anche Eva e Matteo, due anime alla ricerca di sé stesse, a incontrarsi.
Cosimo Gomez racconta…
“Questo è un film sull’anima gemella, quel miracolo che, a volte, si compie nelle vite degli esseri umani e che permette di incontrare e condividere la propria vita con una persona perfettamente affine. Un regalo del destino che rende possibile, tra miliardi di persone, che due individui entrino in contatto, e che tra loro nasca una relazione che li completi a vicenda, che li aiuti a superare i propri limiti, le debolezze, le insicurezze, finanche le patologie più gravi, attraverso l’amore. Quello che ho raccontato è un incontro tra due anime sofferenti che escono dal proprio guscio e operano un cambiamento interiore. Volendo inquadrare il film in un genere, probabilmente sarebbe quello delle “romantic comedy” ma, se ci fosse, preferirei una “romantic comedy della porta accanto”, che racconti dunque in modo vero, possibile, il rapporto assurdo di un ragazzo che si veste da cane e di una ragazza squinternata che inizia a fargli da dog-sitter, un rapporto che diventerà amore. Che curerà le sofferenze di entrambi meglio di qualsiasi psicofarmaco”.