A quarant’anni dalla storica finale dei Mondiali dell’82, solo dall’11 al 13 luglio nelle nostre sale sarà possibile vedere Italia 1982, Una Storia Azzurra, il film diretto da Coralla Ciccolini che racchiude le testimonianze dei protagonisti della nazionale azzurra e dei giornalisti dell’epoca e ripercorre quei momenti che restano impressi nella memoria collettiva del nostro Paese. Grazie a una rigorosa e vastissima ricerca di materiali di repertorio in Italia e all’estero, che ha permesso di recuperare immagini mai viste, questo documentario è un racconto inedito di un’impresa epica che ha segnato un’epoca.
Il film
Alla vigilia del Mondiale ‘82, l’Italia è in preda a una crisi economica, sociale e politica. Terrorismo, mafia, droga, disoccupazione e persino il terremoto affliggono un paese privo di punti di riferimento, se non quello rappresentato dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Gli italiani – divisi come non mai – navigano nella tempesta, ma hanno bisogno di una scintilla di speranza. In quel momento, la nazionale di calcio è lo specchio del Paese. Gli Azzurri e il loro allenatore, Enzo Bearzot, sono visti con diffidenza, come una compagine rabberciata di giovani inesperti e campioni al tramonto, un gruppo di perdenti con un bomber designato – Paolo Rossi – che è appena uscito da due anni di squalifica per calcio scommesse.
Freddo, glaciale, asciutto e deciso, il vecio Bearzot si pone quasi come un padre per i suoi 22 calciatori, che decidono di seguire unicamente la sua voce come fosse quella del loro generale. Anche quando – dopo le prime tre deludenti partite del Mundial – la situazione precipita rovinosamente e la squadra rischia l’eliminazione. È da qui che ha inizio il documentario: nel momento in cui ogni speranza sembra perduta e una bufera mediatica si abbatte sugli azzurri.
Il documentario si snoda tra interviste ai protagonisti e immagini d’epoca inedite: vecchi u-matic ritrovati in archivi locali, fotografie rarissime e mai viste prima di Giuseppe Mantovani, che ritrasse la squadra durante il ritiro pre-mondiali. Immagini e foto che restituiscono un racconto esclusivo dei giorni presso la Puerta Del Sol di Alassio, il luogo storico dove il viaggio verso il mondiale ha avuto inizio, mostrando i nostri Azzurri in una veste insolita e molto intima. Altre foto straordinarie sono arrivate dall’archivio La Presse, con il cui contributo sono stati ritrovati i rullini del fotografo Cesare Galimberti, tra cui si nascondevano molti scatti di Daniele Massaro, autorizzato da Bearzot a scattare foto inedite degli Azzurri a bordo campo. Per il calcio giocato, sono stati scelti dagli archivi della FIFA i ‘rushes’, cioè le immagini più sporche con punti di vista inediti delle azioni della Nazionale.
Il racconto del Mondiale si alternerà così alle vicende dei giocatori e del Paese. Vedremo i nostri protagonisti diventare più forti e compatti ogni giorno di più e sconfiggere via via ogni avversario. Scopriremo i segreti dello spogliatoio ma anche cosa si nascondeva nei pensieri e nelle vite dei ragazzi in quei giorni: problemi, preoccupazioni, tormenti vissuti nell’occhio del ciclone. E in silenzio. Quel silenzio che viene squarciato da un urlo nella notte madrilena dell’11 luglio 1982: a urlare è Tardelli, all’unisono con tutti gli italiani. Gli anni ’70 finiscono davvero, quando gli azzurri alzano la coppa di questo Mondiale vinto da soli contro tutti e con il merito di scuotere un Paese.
Con le loro gesta i calciatori del 1982 non cambieranno solo i loro destini, ma ispireranno anche le azioni di un’intera generazione con un insegnamento profondo e imperituro: si può eccellere anche in mezzo a grandi difficoltà.
“La partita è come un pezzo di jazz. Tu che dirigi fai in maniera che i singoli interpreti si adattino di volta in volta al pezzo da suonare, così come alla partita da giocare. Ma sempre in funzione dell’assolo del solista, perché è quello che mette i brividi ed è grazie a quello che si vincono le partite”.
Enzo Bearzot