Il prossimo 28 dicembre termina l’avventura (ma non il mito) di Dirty Dancing – The Classic Story On Stage al Barclays Teatro Nazionale di Milano, la fedele trasposizione teatrale dell’omonimo successo cinematografico con Patrick Swayze e Jennifer Grey del 1987. La magia del film è arrivata forte anche sul palco, e lo spettacolo ha avuto un successo di pubblico clamoroso.
Baby, la protagonista che impara a ballare in una sola magica estate è interpretata da Sara Santostasi, mentre Johnny, il ballerino del villaggio turistico, è interpretato da Gabrio Gentilini, habituè dei musical, già visto nel ruolo di Tony Manero in La Febbre del Sabato Sera. In questa versione teatrale dei “balli proibiti” di Eleanor Bergstein, abbiamo visto in Gentilini non solo un formidabile danzatore, ma anche un promettente attore di cinema. Per questo abbiamo deciso di intervistarlo.
Giovane ballerino, prima protagonista nei panni di Tony Manero in La Febbre del Sabato Sera ed ora a teatro con Dirty Dancing: la danza e il ritmo scorrono nelle tue vene. Come e quando nasce la tua passione per il ballo?
Fin da piccolo mi divertivo a ballare le sigle dei cartoni animati, nascondendomi dalla mia famiglia perché mi vergognavo. Poi, durante le scuole medie, ho iniziato con le danze folk romagnole ma è a 14 anni, cominciando gli studi di danza classica e moderna e teatro, che ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada.
Patrick Swayze e Jennifer Grey, protagonisti del film cult del 1987, hanno saputo far innamorare di loro un po’ tutti, vecchie e nuove generazioni, e ancora oggi la potenza del film rimane intatta. Cosa ha significato per te interpretare un ruolo così importante già rivestito da uno che è stato un grande sex symbol degli anni ‘80 e ‘90?
Ho deciso di non concentrarmi su questo aspetto in fase di allestimento dello show perché le aspettative da parte del pubblico erano davvero alte e non volevo deludere nessuno. Ho cercato di dare vita alla storia per come è stata scritta e per come è riuscita a emozionare così tante persone. La mia intenzione è stata ed è quella di rifare innamorare il pubblico del personaggio come esce dalla mia interpretazione.
Lo stesso Patrick Swayze, diventato famoso prima di tutto come ballerino, si è poi dimostrato anche un bravo attore, tanto che la sua interpretazione nel celeberrimo Ghost è rimasta impressa i milioni di spettatori che hanno amato quel film. Per il tuo futuro ti piacerebbe seguire le sue orme e diventare anche un attore di cinema?
Sì, in realtà il mio sogno è proprio quello di riuscire a fare anche l’attore di cinema. Non immagino e non ho mai immaginato la mia carriera solo come performer di teatro musicale…
Quali sono stati e quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo della danza?
Un mito come Gene Kelly, lo stile di danza di Bob Fosse, le grandi pop star americane come Justin Timberlake, Michael Jackson, Britney Spears, Beyoncè. Ciò che mi affascina in tutti loro è che hanno creato uno stile di movimento che li identifica immediatamente.
Ci puoi dire quali sono i tuoi prossimi progetti?
Non posso svelare niente ma ci sono diversi progetti in cantiere. L’unica cosa che posso dire è che porterò avanti la mia collaborazione come cantante crooner nello spettacolo “La Famiglia canterina” delle Sorelle Marinetti.
Intervista di Selene Oliva