Presentato già durante l’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, arriverà giovedì 5 marzo al cinema Black Or White, il film scritto e diretto da Mike Binder e interpretato da Kevin Costner (che lo ha anche prodotto) e Octavia Spencer. Tratto da una vicenda realmente accaduta, il film offre uno sguardo su due mondi molto diversi, in cui nulla è semplicemente bianco o nero.
Rimasto vedovo dopo l’improvvisa morte della moglie, l’avvocato Elliott Anderson (l’attore due volte vincitore dell’Oscar, Kevin Costner) affoga il suo dolore nell’alcol e si scontra con le difficoltà che derivano dal crescere la nipotina birazziale, Eloise (l’esordiente Jillian Estell).
Il mondo di Elliott viene letteralmente sconvolto quando la nonna paterna della bambina, Rowena (Octavia Spencer), chiede che Eloise venga affidata alle cure del padre, Reggie (André Holland), un drogato che aveva abbandonato la figlia, subito dopo la morte della madre, avvenuta per complicanze durante il parto. Ne scaturisce una battaglia per l’affidamento che fa riemergere vecchie convinzioni e pregiudizi a lungo rimasti sopiti.
Black Or White è un film che poggia su un delicato equilibrio tra tragedia e commedia, nel raccontare la storia di un uomo disperato che deve trovare una strada, per sfuggire alla tristezza e alla disperazione, verso la comprensione e il perdono, il tutto in nome dell’amore per la sua nipotina.
Il film si basa su una situazione capitata al regista Mike Binder che si è trovato, insieme alla moglie, a crescere il figlio di sua cognata, prematuramente scomparsa. Un bambino di sette anni di razza mista, cresciuto in due mondi totalmente diversi: Santa Monica (dalla parte della madre) e South Central (dalla parte del padre, mai presente nella sua vita). “E’ stato un bambino felice, ma tutte le persone consideravano un problema il fatto che fosse mezzo bianco e mezzo nero” ha spiegato Binder. Quando da Santa Monica si spostava a South Central si rendeva conto infatti “di quanto drasticamente diverse fossero anche le più piccole cose”.
Due visioni diverse che il regista inquadra così: “Abbiamo ancora un grosso problema legato al razzismo in questo paese. La gente si vede bianca, nera o marrone. Ancora troppo spesso, ci vediamo per chi siamo piuttosto che per quel che siamo”. Mike Binder ha così deciso di descrivere questo scenario e fare un film che innescasse “una conversazione sulla direzione che sta prendendo la questione razziale in questo paese. Mentre stavamo girando il film, c’erano numerose coppie birazziali e donne con figli birazziali. Quello che ci salverà, secondo me, sarà il mischiarci tra di noi il più possibile, in modo che i nostri figli non sapranno più di che colore sono, e a quel punto saranno solamente persone”.
Una differenza che però il regista non ha riscontrato nel pubblico: “ho visto questo film assieme a un pubblico solamente di bianchi, e poi solamente di neri, e poi l’ho visto con un pubblico di colori diversi. Ed è piaciuto a tutti. Ci sono diverse cose per le quali penseresti che la gente possa sentirsi insultata, ma non è così. E c’è anche una gran dose di humour”.
Secondo Kevin Costner, il film Black Or White sul tema del razzismo “dà il via a un dibattito in maniera davvero unica, con una voce, con una stramba filosofia di un tizio, che ce la spiega in un’aula di giustizia, e poi acquisisce un significato per le persone in tutto il mondo, ed è questo: “non è il mio primo pensiero che conta, ma il secondo e il terzo e il quarto, e quelli sono i pensieri che mi definiranno come qualcuno che è tollerante o come qualcuno che è ignorante, o peggio un razzista.” Non suona come una predica. Viene fuori da una bocca davvero insolita. E’ questo che innesca il dibattito”.
“La gente comprende la storia. Si identifica, il che mi dà speranza. Perché viviamo tutti assieme su questa isola nessuno può scappare perciò faremmo meglio a capire come vivere assieme”
Mike Binder