Micaela Ramazzotti è la protagonista di Ho Ucciso Napoleone, il film scritto e diretto da Giorgia Farina con Libero De Rienzo, Adriano Giannini, Iaia Forte, Thony, Pamela Villoresi (prossimamente a teatro con Teresa d’Avila – Un Castello nel Cuore) e con la partecipazione di Elena Sofia Ricci.
Nel giro di ventiquattr’ore la vita di Anita (Micaela Ramazzotti), single e brillante manager in carriera, viene spazzata via da un uragano di guai. Il lavoro, l’amore, il futuro, tutto in macerie nel giro di un giorno. Anita si ritrova seduta sull’altalena di un parco giochi licenziata in tronco e incinta del suo capo, suo amante clandestino, sposato e padre di famiglia. Ma Anita è come un sofficino congelato, per conservarsi si è fatta fredda, glaciale.
Senza scendere a compromessi, pretende che tutto torni come prima, il suo lavoro, la sua vita, la sua libertà di single senza figli. E perché questo accada è necessario ordire un piano di vendetta raffinata e senza scrupoli. Ma a volte accade che anche il piano perfetto vacilli di fronte all’imprevisto, soprattutto se l’imprevisto ha le sembianze di un timido e goffo avvocato di nome Biagio (Libero De Rienzo). Nel frattempo Anita cresce, la sua pancia cresce e cresce dentro di lei la capacità di aprirsi al mondo e scongelare il sofficino che ha messo al posto del cuore. Quando la sua bambina nascerà, Anita sarà una persona diversa.
«Nella vendetta e nell’amore la donna è più barbarica dell’uomo» afferma Nietzsche molto, molto tempo prima che Anita venisse lasciata e licenziata. E cosa spinge una donna a diventare una vendicatrice pronta a tutto? È questa la domanda di partenza che si è posta Giorgia Farina che ha scritto la sceneggiatura insieme a un’altra donna, Federica Pontremoli.
Per la regista la donna moderna è costretta a tirare fuori le unghie: “tutta colpa della società che è modellata secondo esigenze e stereotipi femminili vecchi ed irrealisticamente perfetti o totalmente perdenti che penalizzano il “gentil sesso” sia nel campo del lavoro che in quello delle relazioni. Anita non si accontenta di cadere in un cliché, è anarchica e pretende di essere riconosciuta nella sua particolarità. Se la realtà le sbatte la porta in faccia Anita si adegua ed inizia a comportarsi come il più spregiudicato degli uomini, pronta a tutto per ottenere quello che le è stato tolto”.
Ho Ucciso Napoleone è un film intriso di molti generi. In alcuni momenti si ride, in altri si cerca di scoprire dove sta la verità. Il film gioca sul filo sottile dei generi, facendone una commedia nera intrisa di momenti di thrilling, battute caustiche e momenti di crescita dei personaggi.
Ed è proprio questa fusione di generi ad essere un punto di forza della pellicola. Una commedia nera che diventa thriller, assumendo forma e sostanza a tratti spiazzante ma sicuramente moderna e originale. Nel film ci sono atmosfere musicali che non sembrano italiane e un certo mondo vicino ai fumetti e Quentin Tarantino. Una black comedy che presenta aspetti dark, pulp e noir.
I personaggi non sono solo pedine degli incastri drammaturgici ma persone vere che provano passioni ed emozioni quotidiane, come sottolinea Giorgia Farina: “considero Anita e i due protagonisti maschili del film come personaggi molto moderni, sono fragili e doppi. Nessuno nel film è come sembra”.
Protagonista spietata è una Micaela Ramazzotti che non avevamo mai visto. È la stessa attrice che cerca di descrivere il suo personaggio: “Anita può piacere o no, può anche irritare, ma ho scelto questo progetto proprio perché la protagonista era controcorrente. Questa donna borghese in carriera che vive da sola e pensa sempre al lavoro, è un’eroina femminile spiazzante, è vendicativa, veloce, pratica, con i neuroni che viaggiano, è una donna che non si ferma mai, una in grado di metterti a disagio”.
Anita è una donna che “non si lamenta mai, non ha mai un cedimento – continua la Ramazzotti – è una dark lady molto determinata che pensa solo a se stessa. In certi momenti è anche una femme fatale ma solo per finta, per portare a casa il suo obiettivo. È attenta ai vestiti e al look ma non le importa di essere sexy, non vuole sedurre e, se lo fa, è solo a scopo di vendetta”. Nietzsche ci aveva visto lungo.
“Anita è perfida e feroce per tutto il tempo, scandalosa e scorretta, ma trovo che il suo fascino sia proprio questo”
Micaela Ramazzotti