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Sete di vita ne La Terra dei Santi, il primo lungometraggio di Fernando Muraca

La Terra dei Santi, in uscita domani giovedì 26 marzo, è il primo film distribuito da ASAP Cinema Network. Si tratta dell’opera prima di Fernando Muraca che, partendo dalla penna di Monica Zapelli (l’autrice vincitrice nel 2000 a Venezia per I Cento Passi), ha raccontato una storia di ‘ndrangheta in cui vediamo protagoniste tre donne: Valeria Solarino, Daniela Marra e Lorenza Indovina. Quanti sono i ragazzini che ogni  anno  perdono la vita nella guerra tra cosche? Che volto hanno le loro madri, donne rassegnate all’idea che i loro  bambini siano, prima di tutto, figli della ‘ndragheta? La  pellicola partendo da queste domande porta sul grande schermo una Calabria di cui nessuno parla.


Vittoria (Valeria Solarino) ha lasciato il Nord di sua volontà per iniziare la carriera di magistrato a Lamezia Terme, con l’unica missione di sconfiggere la ‘ndrangheta. Assunta (Daniela Marra), invece, nella ‘ndrangheta è costretta a restare, anche se le hanno ucciso il marito e ora deve sposarne forzatamente il fratello, Nando. La aiuta ad accettare le nozze Caterina (Lorenza Indovina), sua  sorella maggiore, che controlla gli affari di famiglia mentre suo marito, il boss Alfredo Raso, è latitante. Piegarsi al volere di Alfredo e, in fondo, a quello della sorella, è l’unico modo che Assunta ha per proteggere i suoi due figli: il piccolo Franceschino e l’adolescente Giuseppe, che ha già la stoffa del capo.

Proprio per questo Nando decide di portare il giovane con lui durante una missione intimidatoria il cui scopo è mettere in fuga proprio Vittoria. Inaspettatamente, però, Nando viene arrestato e Giuseppe, che riesce a scappare dalla polizia, viene battezzato  nella ‘ndrangheta diventando, così, il guardaspalle di suo cugino Pasquale. Gli eventi portano quindi Assunta a confrontarsi con Vittoria che, durante un interrogatorio le annuncia che farà togliere la patria potestà a lei e a tutte le madri che mandano a morire i propri figli. Il film entra così in un territorio di conflitto drammatico che porterà le tre  protagoniste della storia ad uno scontro in cui chi perderà potrebbe rinunciare a ciò che ha di più caro: il sangue del suo sangue.

Valeria Solarino

Valeria Solarino

La Terra dei Santi è un film che scava dentro le radici antropologiche del fenomeno ‘ndrangheta. Fernando Muraca, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Monica Zapelli, ha spiegato: “non abbiamo cercato di raccontare i crimini che essa compie perché già ampiamente lo fanno i telegiornali e le fiction televisive ma di chiederci perché è così forte. La ‘ndrangheta non è semplicemente una organizzazione che gestisce traffici illeciti, una associazione a delinquere. Essa muta infatti la “natura” stessa delle persone che vi appartengono”.

Coloro che ne fanno parte giurano fedeltà alla cosiddetta famiglia perdendo il libero arbitrio, ciò che caratterizza la persona forse più dell’intelligenza e di altre facoltà superiori. “Gli affiliati – continua Muraca –  diventano soldati di una forza oscura e settaria che opprime e distrugge la speranza, la gioia di vivere in intere comunità. Lì dove la ‘ndrangheta è radicata vengono erose libertà necessarie a rendere vitale la convivenza: il gusto di tentare una impresa, di godere liberamente dei beni frutto del proprio lavoro”. La presenza mafiosa soffoca anche e soprattutto i valori essenziali: “la vita umana non vale più niente e viene subordinata a questioni che riguardano il potere e il denaro. La democrazia viene strangolata perché, nei fatti, una piccola minoranza di arroganti può sottomette senza adeguato contrasto intere popolazioni e chi tenta la reazione, compiendo ciò che sente doveroso e si ribella, rischia di essere soppresso insieme ai sui familiari ed amici”. Come nei regimi totalitari e dispotici la ‘ndrangheta non fa che produrre orrori.

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Le tre donne protagoniste del film ci conducono dentro il tema dell’educazione perché l’affiliazione alla ‘ndrangheta che si concretizza il giorno del battesimo mafioso con un giuramento, si costruisce fin da bambini “mangiando nella mensa della propria casa un’idea di mondo funzionale ad arrivare a perdere la propria vita dentro le viscere di un mostro che digerisce tutto e poi lo caga dentro una fogna. Questo fa la ‘ndrangheta” spiega Muraca. Che aggiunge: “l’ndrangheta Si rivolge ai sui accoliti chiamandoli per nome come si fa con i figli, gli promette protezione ma poi li tratta come schiavi e li manda a morire come animali al macello o, nella migliore delle ipotesi, a marcire dentro le nostre indegne galere”.

Lo scenario dentro cui la storia di questo film si muove è quello di una guerra civile vista non attraverso i suoi effetti esteriori, le bombe, la ripetizione di omicidi e sopraffazioni, ma attraverso il cuore delle donne immerse in questo orrore, sofferenti per i loro figli che, quasi senza scampo, faranno una brutta fine.

Lorenza Indovina

Lorenza Indovina

La Terra dei Santi non ha l’obiettivo di tracciare una netta linea di separazione fra buoni e cattivi. Il film “cerca piuttosto di far vedere di cos’è fatto il male oscuro che oltraggia uomini e donne che sono dentro e fuori da una organizzazione criminale che consuma tutto e prima di ogni altra cosa le persone; uomini, donne e bambini del nostro Paese che sono, nella maggior parte dei casi vittime anche quando agiscono da carnefici. Uomini e donne che avrebbero potuto avere, come gli spettava, una vita bella e libera ma che non vi sono stati preparati. I film non cambiano il mondo, si sa, ma sono parte di quel puzzle culturale che sta alla base dei processi che possono favorire o frenare i cambiamenti da tutti sperati” ha concluso il regista.

“Parliamo di madri che non esiterebbero a dare la vita e farsi ammazzare per i loro figli. Donne del sud che immaginano il loro ruolo di mamme all’antica, con giornate scandite, nonostante la modernità dei loro impieghi, da lenzuola calde e generosa dedizione”

Fernando Muraca

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