Con L’Altra Heimat. Cronaca di un Sogno la monumentale saga di Edgar Reitz, che in Italia si rivelò un vero e proprio fenomeno di culto riscuotendo un successo enorme e scatenando appassionati dibattiti sul tema della serialità, giunge al suo quarto capitolo, concepito appositamente per il cinema. Un appuntamento imperdibile nelle sale italiane martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile (elenco sale su www.nexodigital.it).
Il discorso provvisoriamente concluso nel 2006 riprende, tornando indietro nel tempo al 1843, sempre nell’immaginaria Schabbach, nell’Hunsrück, la regione dove Edgar Reitz nacque nel 1932. È qui dove la famiglia Simon lavora e lotta contro la morte e dove il figlio Jakob fugge dalla fatica quotidiana immergendosi nei libri e nel sogno di un Nuovo Mondo. Lo stesso sogno che accompagna la grande emigrazione di migliaia di europei nell’America del Sud, nel tentativo disperato di sottrarsi alle carestie, alla povertà e al dispotismo che dominavano i loro paesi perché, come recita il loro motto, “Qualunque sorte è migliore della morte”.
Mentre girava Heimat 3, Reitz ricevette la lettera di un’infermiera che lavorava in un ospedale di Porto Alegre. La donna lo aveva visto in un reportage televisivo brasiliano dedicato al cinema tedesco e, notando la sua somiglianza col Dottor Reitz, titolare della clinica in cui lavorava, si chiedeva se esistesse una parentela tra i due.
Alcuni mesi più tardi la stessa infermiera fece avere al regista un libro dal titolo Genealogia della famiglia Reitz in Brasile, scritto dal sacerdote cattolico Raulino Reitz, che all’inizio degli anni ’60 aveva condotto alcune ricerche sulla sua famiglia in Brasile. Il volume fece scoprire a Reitz che in effetti gli antenati della brasiliana famiglia Reitz erano originari del villaggio di Hirschfeld, a soli quindici chilometri da Morbach, suo paese natale.
“Il tempo che ci separa dagli eventi di questa storia è di appena 160 anni, ma si è trattato di un viaggio in una Germania molto diversa e quasi completamente dimenticata, in un paese sfigurato da una miseria opprimente” ha dichiarato Edgar Reitz riguardo a questo quarto capitolo. Per il regista tedesco “occorre un grande sforzo d’immaginazione per capire che meno di un secolo e mezzo fa gli abitanti del nostro erano costretti a sbarcare il lunario in condizioni incomparabili con quelle di qualsiasi luogo del mondo odierno. A partire da Schabbach, luogo in cui abbiamo osservato la vita contemporanea con gli occhi di un estraneo”.
Suddiviso in 11 episodi per un totale di 924 minuti e girato in parte in bianco e nero e in parte a colori, Heimat (che prende il nome dalla parola tedesca che indica la casa o il luogo natio) fu presentato in anteprima nel 1984 alla 41ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, raccogliendo un enorme consenso di critica. Dieci anni dopo, nel 1992, uscì Heimat 2 – Cronaca di una Giovinezza e nel 2004 arrivò Heimat 3 – Cronaca di una Svolta Epocale. L’altra Heimat. Cronaca di un sogno è stato presentato a Venezia nel 2013.
“È stato terribile vedere quanto apparissero di colpo apocalittici il consumismo, l’egocentrismo e le pretese esagerate della nostra società frammentata. Di fatto, uno degli effetti del film è quello di indurre il pubblico a fermarsi per un istante e a vivere il diverso ritmo che permetteva ai nostri antenati di sopravvivere. In fondo, potrebbe essere ancora quello il vero ritmo del nostro cuore”
Edgar Reitz