Uscirà nelle sale il prossimo 14 maggio Calvario, il nuovo film sceneggiato e diretto da John Michael McDonagh. Un thriller-giallo ambientato in Irlanda con protagonisti Brendan Gleeson e Kelly Reilly.
Il film inizia con una drammatica, inquietante minaccia. In una piccola parrocchia Irlandese, durante una confessione un uomo consiglia al benvoluto parroco Padre James (Brendan Gleeson) di sistemare tutti i suoi affari personali: questo perché ha intenzione di ucciderlo, la prossima domenica. Inizia così un vero e proprio giallo pre-omicidio. Nei seguenti sette giorni il sacerdote si confronterà con la sua enigmatica comunità cercando di chiarire tante cose, incontrando i presunti “sospettati” che sembrano essere dovunque in questa piccola città, a partire da un agnostico e categorico dottore, a uno speculatore pieno di sensi di colpa che gli fa un’ambigua offerta, a un marito geloso e fino a un fidanzato scorretto che non vuole essere giudicato.
Sebbene continui a sostenere la sua fragile figlia (Kelly Reilly) e ad aiutare i suoi parrocchiani con i loro problemi, ha il presentimento di un’inquietante forza che sta arrivando, e comincia a chiedersi se avrà il coraggio di affrontare il proprio personale Calvario. Mentre si confronta uno ad uno con tutti i parrocchiani che per vari motivi, a ragione o meno, potrebbero avercela con lui, un’atmosfera sempre più sinistra sembra addensarsi su Padre James. La domenicale resa dei conti si avvicina rapidamente, ed il religioso affronta la sua morte imminente alle prese con le moderne contraddizioni della Fede; ma scopre altresì una grande forza nelle ormai scomparse arti della grazia, del perdono e dell’umiltà.
Malgrado conservi un serpeggiante, caustico spirito, Calvario si muove invece in un territorio molto più complesso emozionalmente e moralmente. Il risultato è l’impietoso ritratto di un combattuto sacerdote che cerca di mantenere viva la sua fede, costretto a confrontarsi con l’inafferrabile mix di desiderio e peccato, di corruzione e compassione della vita moderna. Brendan Gleeson ricorda: “Cosa si prova ad essere criticato e diffamato per i peccati degli altri, solo perché fai parte di una comunità, pur avendo intenzioni totalmente diverse? Ad averci ispirato è stata l’idea di quanto difficile dev’essere mantenersi buono e fedele alla verità anche quando sei minacciato e denigrato”.
La storia ha il profilo di un thriller tradizionale, ma piuttosto che sulla domanda canonica chi-è-stato? McDonagh fa ruotare tutto su un inquietante chi-sarà?, con il sacerdote-investigatore che cerca di comprendere perché uno dei suoi fedeli si faccia trascinare verso gli abissi dell’omicidio; il tutto mentre districa i fili irrisolti della propria vita, della propria missione, e della sua personale ricerca del senso della vita. Il problema è che ha solo sette giorni, per tutto questo.
“Il meccanismo del time-lock è un riferimento a Io Confesso di Hitchcock, ma anche alle cinque fasi del lutto”, spiega McDonagh. Le fasi dell’elaborazione del lutto, dal modello della psichiatra Elizabeth Kübler-Ross, comprendono la negazione, la rabbia, il patteggiamento, la depressione e l’accettazione, ognuna delle quali è individuabile nel thriller sul promesso omicidio.
Malgrado tra i temi della storia echeggino l’eterna, aspra bellezza e l’attuale sofferenza economica dell’Irlanda, McDonagh vede il suo film come una riflessione che vale per tutto il mondo, andando ben oltre il suo fascino ambientale: “Non è un film sull’Irlanda e sui problemi irlandesi; è un un film che parla di problemi che può avere chiunque”, spiega lo sceneggiatore/regista.
Calvario unisce una serie di fili letterari, artistici e cinematografici, tessendo una storia a più livelli in cui la commedia macabra si dissolve costantemente nei più oscuri recessi esistenziali, e viceversa. “Lo humor è anarchico, cupo e lacerante, alla Bunuel; nella messa in scena c’è l’influenza visuale di Andrew Wyeth; nelle intenzioni quella filosofica di Jean Améry; e lo stile trascendente si ispira a Robert Bresson,” ha concluso McDonagh.
“Viviamo in tempi davvero strani, nei quali è difficile per la gente credere ancora negli eroi. Con Calvario abbiamo nuotato contro la corrente. E’ una cosa rivoluzionaria, oggi, pensare alla Bontà come ad un’aspirazione”.
Brendan Gleeson