Sarà una domenica speciale quella del 17 maggio 2015. Al 68° Festival di Cannes, nella sezione Cannes Classic, verrà infatti presentata la versione restaurata di Rocco e i Suoi Fratelli, uno dei capolavori assoluti del cinema diretto nel 1960 dall’immenso Luchino Visconti. Il restauro della pellicola è stato ad opera di Gucci che ha deciso di celebrare il suo decennale impegno nella preservazione del patrimonio artistico e culturale del cinema al fianco della The Film Foundation di Martin Scorsese.
Ispirato al romanzo Il Ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori, il film è ambientato – e contemporaneo – a Milano nel momento del Boom economico italiano. Protagonista è Rocco Parondi (uno straordinario Alain Delon) che, insieme ai suoi quattro fratelli e alla madre, da poco vedova, emigra dalla Lucania al Nord Italia per vivere una vita migliore. Ad eccezione del piccolo Luca che resta in casa con la madre, i quattro fratelli troveranno un impiego nella società. Tutto cambierà quando Rocco si invaghirà di Nadia (Annie Girardot), una prostituta. Tra conflitti familiari, gelosie, ritorsioni e rabbia bestiale, la vicenda precipiterà nella tragedia e la famiglia Parondi, così unita all’inizio del film, si disrgegherà amaramente.
Il nuovo restauro digitale 4K del film è stato realizzato dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata in collaborazione con Titanus, TF1 Droits Audiovisuels e la già citata The Film Foundation. A Cannes verrà presentato in anteprima mondiale da Benicio Del Toro, che ha dichiarato: “ci sono tantissimi film grandiosi del passato che mi hanno ispirato e continuano a essere una fonte di informazione e ad alimentare il mio lavoro. E’ importante sostenere la preservazione di queste pellicole in modo che le generazioni future possano conoscerne la forza e il talento artistico. E Visconti è stato senza dubbio uno dei più talentuosi visionari del cinema”.
Ma oltre allo splendido restauro dell’immagine, a rendere speciale la proiezione del film sarà la sua durata, in versione integrale, con i tagli di censura dell’epoca, particolarmente severa sulle scene di sesso e violenza. Si tratta di pochi secondi, due brevissime ma significative sequenze. Nella prima, Rocco e Nadia, che si sono incontrati ai prati della Ghisolfa dove i due sono soliti amarsi, vengono seguiti da Simone (un fratello di Rocco, interpretato da Renato Salvatori), che una volta era l’uomo della prostituta Nadia. La rabbia nei confronti del fratello che gli ha rubato la donna e di lei che lo ha lasciato anni prima esplode in una violenza estrema: Simone picchia brutalmente il fratello e violenta Nadia sotto i suoi occhi. Finendo per gettare in faccia a Rocco gli slip della donna.
Il film proseguirà in un crescendo drammatico nel finale. Rocco rinuncerà a Nadia e cercherà di riscattare il fratello (pugile dalla carriera discontinua) con incontri di boxe sempre più impegnativi, ma Simone ha scoperto che la donna è tornata a prostituirsi all’idroscalo, va per tentare di convincerla a tornare con lui ma al suo rifiuto l’accoltella. Una, due coltellate, rabbioso, accanito.
Premio Speciale della Giura al Mostra del Cinema di Venezia, la vicenda giudiziaria e di tagli del film fu però complessa. Osteggiato dai politici e bersagliato dalla censura, è il solo film di Visconti che incassò nelle sale di seconda e terza visione più che in quelle di prima, in provincia più che nelle grandi città. Nonostante il successo di pubblico e critica, Luchino Visconti fu accusato di oscenità e dovette affrontare un processo che lo assolse soltanto sei anni dopo in modo definitivo.
Tra le fonti del suo capolavoro, oltre al sopracitato romanzo di Testori, ci sono anche Cristo si è Fermato a Eboli di Levi, Contadini del Sud di Scotellaro, Giuseppe e i Suoi Fratelli di Thomas Mann e L’Idiota di Dostoevskij.
Ma su tutti spicca l’influenza di Giovanni Verga, già alla base de La Terra Trema. Fu lo stesso Visconti a sottolinearlo ne L’Avventurosa Storia del Cinema Italiano a cura di Goffredo Fofi e Franca Faldini. “Per Rocco, una storia a cui pensavo da molto tempo, l’influenza maggiore l’ho forse subita da Giovanni Verga: I Malavoglia, infatti, mi ossessiona sin dalla prima lettura. E, a pensarci bene, il nucleo principale di Rocco è lo stesso del romanzo verghiano: là ‘Ntoni e i suoi, nella lotta per sopravvivere, per liberarsi dai bisogni materiali, tentavano l’impresa del “carico dei lupini”: qui i figli di Rosaria tentano il pugilato: e la boxe è il “carico dei lupini” dei Malavoglia”.
“Rocco e i Suoi Fratelli di Luchino Visconti, un film che conserva la stessa potenza che aveva quando fu realizzato”
Martin Scorsese, Presidente The Film Foundation