È inutile nascondere che tra i tre registi italiani in gara Paolo Sorrentino fosse quello più atteso dopo la vittoria dell’Oscar per La Grande Bellezza. Stamattina a Cannes è stato presentato, tra applausi e fischi, il suo nuovo film, Youth – La Giovinezza. Nel cast il due volte premio Oscar Michael Caine, Harvey Keitel, il premio Oscar Rachel Weisz, Paul Dano e il due volte premio Oscar Jane Fonda. Il film è da oggi anche nei nostri cinema.
Scritto e sceneggiato da Paolo Sorrentino (domani in libreria uscirà La Giovinezza, la sceneggiatura del film edita da Rizzoli), il film vede protagonisti Fred (Michael Caine) e Mick (Harvey Keitel), due vecchi amici alla soglia degli ottanta che trascorrono una vacanza primaverile in un hotel di lusso sulle Alpi. Fred è un direttore d’orchestra in pensione, Mick un regista ancora in attività. Sanno che il loro futuro si va velocemente esaurendo e decidono di affrontarlo insieme.
Guardano con curiosità e tenerezza alla vita confusa dei loro figli, all’entusiasmo dei giovani collaboratori di Mick, agli altri ospiti dell’albergo, a quanti sembrano poter disporre di un tempo che a loro non è dato. E mentre Mick si affanna a concludere la sceneggiatura di quello che sarà il suo ultimo e più significativo film, Fred, che da anni ha rinunciato alla musica, non intende assolutamente tornare sui propri passi. Ma c’è chi vuole a tutti i costi vederlo dirigere ancora una volta e ascoltare le sue composizioni.
Nella presentazione di stamattina, Paolo Sorrentino ha affermato che il suo nuovo film è ottimista: «ogni film serve a esorcizzare certe paure, in questo caso il tempo che passa. Avevo l’ossessione di contare quello che mi resta, grazie al film l’ho superata. È qualcosa che credo tutti sentiamo. Mi appassionava l’idea di raccontare che il futuro è un grande occasione di libertà». Per il regista napoletano «se si riesce ad avere uno sguardo sul futuro si può avere un sentimento naturale di giovinezza. Ogni età può guardare il futuro».
Youth è stato dedicato a Francesco Rosi: «Per due motivi. È stato un grande riferimento non solo per noi italiani, e poi una sera sono andato a cena da lui e da un racconto che ho ascoltato in quella occasione è partito tutto il lavoro di sceneggiatura di questo film» ha spiegato Sorrentino.
Tema portante è la malinconia per il tempo che passa. Per Jane Fonda, che nel film interpreta un’attrice ottantenne che Mick (Keitel) ha scoperto tanti anni prima e ha trasformato in star, l’età “è una questione di atteggiamento, se hai passione e vitalità nello spirito puoi rimanere giovane per tutta la vita. È quello che dice il film e io ce l’ho. La mia Brenda è una donna che ha messo su una maschera per coprire la sua vulnerabilità”.
Anche Michael Caine, di ritorno a Cannes dopo oltre quarant’anni (ci andò nel 1966, per Alfie di Lewis Gilbert), racconta la sua impressione sulla rapida clessidra del tempo: “Quando ho visto il poster del film mi è venuto da piangere: mostra quel che abbiamo perso e non tornerà più. Non ho problemi ad interpretare un personaggio anziano anche perché l’alternativa è interpretare un personaggio morto. Quello che si vede nel film è il mio corpo di ottantenne, è quello che ho. Ma è anche un modo per dire preparatevi, è quello che accadrà anche a voi”.
Rachel Weisz, che nel film interpreta Lena, la figlia di Michael Caine, a IoDonna aveva sottolineato: “in Youth ci sono tanti temi, però non affrontati in modo didascalico. Paolo Sorrentino, non è pretenzioso, non discute il significato e roba simile. Mai”. Riguardo al suo personaggio ha spiegato: “all’inizio la vediamo preoccupata perché il padre ha deciso di smettere di lavorare. Lo ama davvero. Forse troppo. Gli è vicinissima, gli fa pure da assistente. Lo protegge, gli organizza appuntamenti, e viaggi”.
Sul tema del film, lo scorrere inesorabile del tempo, ha invece risposto così: “ho un rapporto meraviglioso con gli anni che passano. L’esperienza ha solo aspetti positivi: ho imparato parecchio persino dalle cose che non sono andate bene, benché sul momento ci abbia sofferto. E comunque bisogna essere realisti: non ci puoi fare niente, ti devi arrendere al tempo”.
A modo suo, nel film Sorrentino ha anche omaggiato Diego Armando Maradona. Obeso, irriconoscibile, ma ancora capace di palleggiare anche con un pallina da tennis. Anche questa sembra essere un’immagine nostalgica, di un campione invecchiato e ingrassato che una volta vinceva tutto con il Napoli grazie ad un talento unico. Ma il tocco di palla è sempre lo stesso, resta, come la giovinezza nell’anima, nonostante il tempo che passa.
“Il tempo che passa, quello che abbiamo alle spalle e quello che ci resta da vivere, è l’unico tema che mi interessava. Il film si intitola giovinezza perché è il futuro che mi interessa, il futuro come uno spazio di libertà”
Paolo Sorrentino