Prodotto dal cineasta Sam Raimi, diretto da Gil Kenan e scritto dal Premio Pulitzer David Lindsay-Abaire, arriva oggi al cinema Poltergeist, il Fantasy-Horror che rivisita il classico dell’82 di Tobe Hooper su una famiglia la cui casa, in un sobborgo residenziale, è infestata da forze malvagie. Girato in 3D nativo, il film è interpretato da Sam Rockwell, Rosemarie DeWitt, Jared Harris e Jane Adams.
Appena trasferitasi nella nuova casa, la famiglia Bowen è composta da Eric (Sam Rockwell) e Amy (Rosemarie DeWitt) e dai loro tre figli: l’adolescente Kendra, il figlio di mezzo Griffin e la piccola Maddy. A quest’ultima, la figlia più piccola e più influenzabile, la casa piace, grazie ai suoi nuovi amici ‘immaginari’ del guardaroba. Griffin invece è un bambino timido, introverso e facile a impaurirsi, che è attratto dall’idea di traslocare fino a quando non scopre che la sua stanza si trova nell’attico, che è isolato e minaccioso, e comincia a pensare che l’albero là fuori lo voglia spaventare. L’adolescente Kendra è la figlia maggiore e come i suoi genitori all’inizio non si rende conto dei terrori che incombono sulla famiglia. E’ soprattutto furiosa per il trasloco, che la allontana dalla scuola e dagli amici.
La svolta della storia avviene quando Eric e Amy, tornando a casa, scoprono Griffin che penzola da un albero e Kendra terrorizzata perché è stata appena attaccata da una sostanza vischiosa che sbuca da sotto il pavimento del garage. Precipitandosi in casa, Eric e Amy scoprono che Maddy è scomparsa, e dopo una ricerca frenetica devono concludere che è stata rapita da un’entità paranormale. Amy chiede aiuto a una bizzarra unità di parapsicologia della sua alma mater, l’università di stato dell’Illinois. Entra in scena la Dottoressa Powell (Jane Adams), capo del dipartimento di parapsicologia, che raccoglie la sfida che Amy le propone. Arriva nella casa con i suoi due assistenti, Boyd (Nicholas Braun) e Sophie (Susan Heyward), insieme ad alcune apparecchiature ad alta tecnologia per acchiappare i fantasmi. Ma a salvare la situazione sarà il medium Carrigan Burke (Jared Harris). Ma chi è stato a rapire la bambina?
È il senso di meraviglia e di magia di Maddy la causa della sua sparizione, quando la sua bambola preferita, Piggy-Corn, è risucchiata nel guardaroba. Maddy entra nelle profondità oscure della stanza per ritrovare la sua bambola e quando si volta vede la sua stanza da letto svanire, trasformandosi in un vicolo buio. Il poltergeist l’ha intrappolata in un buio mondo di mezzo in cui si trovano le anime pellegrine di un cimitero sopra il quale è stata costruita la casa della famiglia Bowen. Un camposanto abbandonato che avrebbe dovuto essere trasferito prima dell’edificazione della casa stessa. Ma mentre le lapidi erano state spostate, i corpi sono rimasti nel terreno.
Queste anime, nella loro feroce determinazione di passare oltre per raggiungere la loro eterna destinazione, hanno bisogno che Maddy e la sua innocente fonte di luce li guidino nell’altro mondo, dove saranno liberi. Con la bambina in loro possesso, gli spiriti sono in grado di sviluppare una maggiore aggressività e una serie di tattiche che puntano a trattenerla dove si trova. “Ero sempre consapevole di un gruppo di spiriti talmente dimenticati, abbandonati e frustrati da riuscire a incanalare quella specifica energia nell’atto di strappare una bambina alla sua famiglia”, osserva Kenan. “Mi sono scoperto solidale con le anime intrappolate, e per me è diventata una sfida cercare di capire il loro istinto collettivo, i loro sentimenti e le loro emozioni”.
Il nuovo Poltergeist ridà vita al classico racconto di una casa infestata che sollecita le nostre paure più profonde. Ritrae una famiglia come la nostra, in una casa come la nostra, che tuttavia si ritrova prigioniera di una trappola soprannaturale. Questo remake attualizza la prospettiva, la collocazione e i personaggi della storia. A differenza del film originale, che si svolgeva all’epoca dell’agiatezza economica degli anni ottanta, questo film è ambientato nel cuore di quell’ideale americano ormai tramontato e privo di senso chiamato sobborgo residenziale. Una comunità in disarmo di una località dell’Illinois, fatta di case con tre camere da letto progettate con lo stampino, di giardini in abbandono e recinzioni metalliche, costituisce il palcoscenico degli inconsapevoli protagonisti, la famiglia Bowen, e ricorda al pubblico che la vita nei sobborghi residenziali può significare ben altro che comodità e sicurezza.
“All’inizio degli anni ottanta nessuno metteva in discussione l’opportunità del trasferimento nelle zone residenziali, ma la vita suburbana di oggi costituisce un’ambientazione perfetta, perché la sua superficie di splendore e di lustro è svanita”, spiega Kenan. “I nostri personaggi hanno cercato di vivere la tipica vita suburbana ma hanno mancato l’obiettivo, e cominciano a sentirsi in bilico. Se aggiungete a questa ambientazione il dramma centrale della possessione soprannaturale e del rapimento di una bambina, siete pronti per l’inaspettato”.
Il copione lascia aperta l’interpretazione sul fatto che l’orrore che questa famiglia – perseguitata da molteplici spiriti e dalla conseguente sparizione di una bambina – si trova a fronteggiare può non essere dovuto solo al fatto che la loro nuova casa è costruita su un cimitero. Introduce l’idea che la nostra natura frantumata e la fragilità delle famiglie ci rendano molto più vulnerabili alle tentazioni del soprannaturale. “La sfida” dice Kenan “era quella di rendere familiare al pubblico la casa, come pure la nostra famiglia”. Così il regista ci fa girare la casa stanza per stanza, ispezionando ogni ripostiglio e ogni rubinetto. Sono i bambini i primi a rendersi conto che nella casa c’è qualcosa di strano.
Per Sam Raimi ha senso che siano Maddy e Griffin i primi a sperimentare queste forze, perché in genere i bambini “sono più aperti alle nuove situazioni e all’uso dell’immaginazione. Perciò è più probabile che siano i nostri personaggi bambini a percepire le entità soprannaturali che invadono la loro casa. Gli adulti non si ‘sintonizzano’ sulle nuove frequenze così facilmente come fanno i bambini”.
Nel film del 1982 la figlia era contattata esclusivamente attraverso la tv, ma oggi il poltergeist comunica mediante molti dei dispositivi elettronici disponibili, come smartphone e tablet. Inoltre, questo remake sarà al cinema in 3D: la tecnologia è avanzata, gli spiriti inquieti sono sempre gli stessi.
“Il primo film coglieva un punto di vista stilizzato del soprannaturale. Per me invece era importante fare piazza pulita della teatralità per trovare qualcosa di più basso, oscuro e terrificante”
Gil Kenan