Dopo aver rivisto al cinema il primo indimenticabile capitolo di James Cameron, arriva oggi nelle sale Terminator Genisys, il film scritto da Laeta Kalogridis e Patrick Lussier diretto da Alan Taylor e con Arnold Schwarzenegger che guida un cast composto da: Jason Clarke, Emilia Clarke, Jai Courtney, J.K. Simmons, Matthew Smith, e Byung-hun Lee.
Quando John Connor (Jason Clarke), leader della resistenza umana, spedisce indietro nel tempo nel 1984 il Sergente Kyle Reese (Jai Courtney) per proteggere Sarah Connor (Emilia Clarke) e salvaguardare il futuro, un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale. Così, il Sergente Reese si ritroverà in un passato nuovo e sconosciuto, in cui dovrà fronteggiare improbabili alleati, tra cui un nuovo terminator T-800, il Guardiano (Arnold Schwarzenegger), nuovi pericolosi nemici, ed una nuova missione inaspettata.
Nel 1984, un cyborg arriva dal futuro. Il suo nome è Terminator. La politica globale e la cinematografia degli anni 80 che hanno plasmato i film originali, sono cambiati moltissimo. Terminator ha dichiarato “I’ll be back” ben cinque anni prima della caduta del muro di Berlino, e la realizzazione di tutto il potenziale dell’immaginario computerizzato era ancora lontano decenni. Gli anni luce che sono passati dalle prime avventure terrene del T-800, aprono innumerevoli vie di esplorazione per i realizzatori di Terminator Genisys.
“I film di Cameron secondo me erano film che appartenevano all’epoca della Guerra Fredda”, osserva il produttore David Ellison, “dove emergeva un’analogia tra ciò che era in cima alla storia e le minacce provate durante quel periodo. I progressi dell’ AI ci danno la possibilità di aggiornare veramente il franchise ad oggi, a cui Skynet non può sottrarsi: stiamo realmente allineandoci perdendo la nostra privacy, la nostra libertà, e le nostre informazioni”.
Al centro di tutto ciò, i realizzatori di questo film hanno posto la ‘famiglia disfunzionale’ – e la storia d’amore che Cameron ha messo al centro dei film – tra i Terminator; la potenziale obliterazione di tutto il genere umano e le gesta filmiche dell’illusione. Queste linee guida della storia sono le stesse che hanno ispirato il direttore del progetto, Alan Taylor.
Per il regista questo film ha rappresentato una sfida: “c’è così tanto di apprezzabile nella mitologia di Cameron, che speriamo di riuscire a soddisfare le aspettative del pubblico. Allo stesso tempo, la storia si muove in avanti, è più ampia e va verso nuove direzioni in modo logico e sensato: cogliendo degli scorci del futuro dai film precedenti, per poi immergersi in un passato che a tratti già conosciamo, con l’intento pur sempre di affacciarci in ambienti nuovi del passato, senza mai contraddire i canoni della nota trama”.
Frequente collaboratrice di Taylor (e sua futura Sarah Connor), l’attrice Emilia Clarke, ha visto la soddisfazione del regista nell’onorare il materiale originale: “Alan è riuscito ad ottenere un bel matrimonio tra vecchio e nuovo, interpretando il tutto in maniera sensibile ed intelligente. Penso che uno degli obiettivi con questo film sia stato chiedersi cosa significasse per un essere umano essere veramente libero, e valutare le scelte relative dei personaggi in risposta a questo quesito. Credo che così facendo abbiamo mostrato grande rispetto per il Terminator che è stato antecedentemente, e che ora presentiamo al nuovo pubblico di oggi”.
Terminator Genisys si apre con l’assalto finale dei superstiti umani contro le macchine, guidati da John Connor e Kyle Reese, in quello che si suppone sia il crepuscolo del genere umano. Alla data corrente di questo film, il 2029, la resistenza si unisce, credendo di aver conquistato Skynet, per poi scoprire che le macchine avevano truccato il gioco mandando un Terminator indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor, la madre di John, prima che potesse concepire e dare alla luce il futuro leader della resistenza umana.
I fan riconosceranno senza dubbio l’arrivo di Terminator a Los Angeles nel 1984, ma presto si renderanno conto che questa storia avrà nuove svolte. David Ellison nota: “Il 1984 in cui si ritrovano i nostri personaggi è stato alterato dalla versione originale – dagli eventi si evince che la storia ha preso una direzione completamente diversa. Anche quei film si svolgono nel presente, non nel futuro, né nel passato. Il nostro segue lo stesso schema. E così, attraverso una serie di eventi, i nostri personaggi si trovano a viaggiare nel tempo nel 2017 nel tentativo di evitare le sorti del Giorno del Giudizio“.
Il film di Taylor non è un remake, non è un reboot, e non è un sequel: è davvero una rivisitazione del materiale originale di Cameron. Gli spettatori non devono necessariamente aver visto uno qualsiasi dei film precedenti, perché questo è in definitiva un film a sé stante. Al centro però c’è ancora lui, Arnold Schwarzenegger.
La sceneggiatrice Kalogridis afferma: “Arnold interpreta un Terminator invecchiato ma sempre al passo con il suo tempo: la maturità si manifesta non solo fisicamente, in particolare nel tessuto organico umano che ricopre i secolari cyborg, ma anche interiormente, data la sua lunghissima esperienza a contatto con gli esseri umani per tutto questo tempo. Abbiamo pensato che sarebbe stato un argomento molto divertente da approfondire“.
L’evoluzione del suo personaggio, Schwarzenegger l’ha considerata attentamente: “io proteggo Sarah Connor da tutto ciò che le ruota intorno, o che la minaccia. Quindi per certi versi sono il Terminator, e per altri sono il Protettore”.
“Tornare a girare Terminator è stato come andare in bicicletta: si riprende subito dimestichezza”
Arnold Schwarzenegger