Fenicotteri Rosa: è questo il tema di Arie di Mare, il festival di spettacoli, danza, musica e teatro diretto da Pamela Villoresi che si terrà dal 18 al 22 agosto ad Orbetello, in Piazza Giovanni Paolo II. Una nuova edizione di questa manifestazione multiculturale che quest’anno – presentata dal Comune di Orbetello e da LaGazzaLadra – intende celebrare e premiare la creatività femminile.
Si parte il 18 agosto con lo spettacolo Fior di Tutti Fiori con Ambrogio Sparagna & Solisti Orchestra Popolare Italiana e con il Coro Le Donne di Magliano diretto da Carla Baldini. Uno spettacolo dedicato al repertorio di canti e di balli popolari dell’Italia centro-meridionale: saltarello, pizzica e soprattutto tarantella, matrice di tante tradizioni musicali delle nostre regioni.
A seguire il 19 agosto un grande omaggio a Fabrizio De André con Fabrizio; Le Donne e L’Amore con Mimmo de’ Tullio (Voce e chitarra), Michele Ascolese (corde), Nicola Berti (percussioni). Fabrizio De André ha indagato il mondo femminile con una costanza che ha pochi riscontri e De Tullio ne rivisita la produzione musicale proponendo le composizioni in cui la donna è protagonista, sia essa madre, compagna, spietata vanitosa o prostituta.
Il 20 agosto andrà in scena la commedia teatrale Tacchi Misti tratto dal libro Accessories di Gloria Calderòn Kellett e con Carla Ferraro, Valentina Martino Ghiglia, Laura Mazzi, Silvia Siravo Sedici paia di scarpe, quattro attrici. Sul palco sfila una divertente e irriverente galleria di donne: le interpreti, con un ritmo veloce e serrato, raccontano, ballano e cantano dipingendo una spassosa sequenza di ritratti femminili.
Il 21 agosto si vedrà Un Castello nel Cuore – Teresa d’Avila di Michele Di Martino, diretto da Maurizio Panici e con protagonista la stessa Pamela Villoresi. Una delle figure più significative ed importanti della mistica d’occidente: Teresa D’Avila, prima donna dottore della chiesa. Uno spettacolo che parla della bellezza e della grazia, che ci accosta ad una dimensione spirituale assoluta per renderci finalmente liberi.
La serata conclusiva del festival è nuovamente dedicata alla musica con Officina Zoe’ in Mamma Sirena con Cinzia Marzo, Silvia Gallone, Donatello Pisanello, Giorgio Doveri, Luigi Panico, Lamberto Probo, il 22 agosto canti di pescatori, naviganti, esploratori, sognatori, rievocano il mare nostrum in un concept album sul mare, con uno stile tradizionale ma raffinato per riscoprire un elemento centrale della cultura e della vita salentina, attore di incontri, inclusività, arricchimento reciproco tra culture differenti.
“La Costa d’Argento, tutta la Maremma, spesso, si tinge di rosa e diventa più bella: i cieli al tramonto, l’alba sulle acque, le tamerici, i fenicotteri nelle lagune. Il Rosa – la parte femminile della Costa – ha reso più accettabile e più ricca, semplicemente possibile, la vita sul nostro pianeta.
Eppure, ancora oggi, nella metà del mondo si ritiene che le donne siano una sottospecie umana da possedere, mutilare, comandare, segregare e nascondere. Ma anche nei Paesi occidentali la parità non è ancora un obiettivo raggiunto: il potere non lascia volentieri spazio; sempre di più, nel privato, la reazione all’emancipazione femminile è di rifiuto, di fuga, di violenza; basti pensare al fenomeno del femminicidio.
Qualche volta, parlando con persone giovani, mi sono resa conto che abbiamo dato per scontato l’evoluzione del ruolo delle donne nella società, le loro battaglie, le loro conquiste; insomma dei passaggi storici fondamentali nella storia delle nostre democrazie.
È forse giunto il tempo di fare un passo indietro e riflettere sul percorso, sulle fatiche fatte dalle donne per conquistare la libertà, l’autodeterminazione e il diritto di espressione e di farlo attraverso lo spirito critico, la creatività e l’autoironia. Le donne di queste terre poi, sono state combattive, generose e coraggiose.
È compito della cultura favorire la conoscenza del grande contributo, fisico, sociale e intellettuale che le donne, di generazione in generazione, hanno dato alla nostra Terra. Chi lo esclude e lo ignora rimane un individuo a metà. L’arte può dunque aggiungere delle gocce alla fonte della consapevolezza”.
Pamela Villoresi