Presentato al Tribeca Film Festival 2021, venerdì 2 luglio sulle piattaforme digitali (Sky PrimaFila, Sony, Amazon Prime Video, Google Play, Apple Tv, Rakuten Tv, Chili, Infinity, Tim Vision) arriva in video on demand A Cena Con Il Lupo, il film diretto da Josh Ruben che ha come protagonisti Sam Richardson e Milana Vayntrub.
Il film
A causa di una forte nevicata, alcuni residenti di Beaverfield si ritrovano improvvisamente bloccati in una locanda della piccola cittadina. Ben presto, però, scopriranno che tra di loro si nasconde un temibile assassino e ognuno di loro è un indiziato. Mentre il panico dilaga, la nuova guardia forestale Finn (Sam Richardson) dovrà cercare al più presto di risolvere il mistero e in suo aiuto arriva la giovane e audace Cecyl (Milana Vayntrub). Riusciranno a scoprire chi o cosa sta terrorizzando la città?
Josh Ruben racconta…
“Sono cresciuto vicino alla stessa cittadina in cui abbiamo girato A Cena Con Il Lupo. Da bambino, mi piaceva mandarmi fuori di testa da solo, inventando storie di mostri, correndo nei boschi, facendo finta di essere il capo della polizia Martin Brody che combatteva contro strane creature nella boscaglia (adoravo Lo Squalo – anzi adoravo il genere horror). Quell’esperienza nella piccola città dove sono nato e cresciuto, dove i vicini di casa sapevano i fatti tuoi (che ti piacesse o meno) è quello che rende il mio un film molto personale. Ma per quanto io ami i film horror, niente mi spaventa più degli esseri umani. E se da un lato questo film è un tributo al mio amore per Hot Fuzz, i fratelli Coen e Aracnofobia, dall’altro parla anche del mostro che alberga in ciascuno di noi. Questo film è un omaggio a coloro tra di noi che sono fermamente convinti che il bene vinca sempre sul male e che “essere buoni” sia la migliore arma che abbiamo a disposizione contro pistole, coltelli e persino artigli. A volte devi solo comportarti da bravo vicino di casa, per quanto malvagi possano essere tutti gli altri“.
“Penso che la pandemia ci abbia avvicinato maggiormente alle idee profonde presenti nel film, ai concetti di solidarietà, paura e comunità. Perché non siamo solo rimasti isolati fisicamente, siamo anche stati costretti ad affrontare i nostri difetti, i nostri demoni, i crepacci che ci circondano. Ed è questo che accade nel film. È attorno a questo che secondo me è ruotato quest’anno. Abbiamo imparato che cos’è l’esperienza BIPOC (Black, Indigenous and People Of Colour). Da uomo bianco che opera in questa industria, che ha tanti difetti, ho imparato quanto sia inestimabile prendere la parola quando qualcosa è sbagliato e mostrare di essere antirazzisti. È solo uno dei molti mali che dobbiamo affrontare“.