Alle Giornate degli Autori veneziane (Venice Days), oggi verranno presentati – come Eventi Speciali – due film: Il Prigioniero di Federico Olivetti e Mondo Sexy di Mario Sesti. Ve li presentiamo.
Il Prigioniero di Federico Olivetti
Un uomo grigio, un uomo obbediente, una mattina saluta la moglie e s’incammina verso il mercato per comprare del pesce. Si imbatte in un branco di sconosciuti. Viene scambiato per un ladro e inseguito. Trova rifugio nella cantina di un palazzo. Sopraggiunge un poliziotto, feroce e ottuso. Viene malmenato e perquisito. Scoperta la sua innocenza, il poliziotto si allontana, ordinandogli, distrattamente, di non muoversi fino al suo ritorno. L’uomo grigio interpreta alla lettera le parole del poliziotto e resta giorni, immobile, le mani sollevate, attendendo l’avvento del suo Messia.
Federico Olivetti spiega: “È sempre giusto obbedire alla legge? L’obbedienza comporta responsabilità? Come rispondere a una legge ingiusta? Chi sa di dovere e potere dissentire, sa anche che quando non dissente esprime un tacito consenso. Ho affidato questi interrogativi a un racconto grottesco e paradossale che vuole descrivere le conseguenze disumanizzanti dell’asservimento all’arbitrio dell’autorità. Il racconto è affidato a una forma di rappresentazione che svela la propria artificiosità: la recitazione si discosta, infatti, dal modello psicologico-naturalista. Il riferimento linguistico dominante è l’espressionismo. Molte sono le rivisitazioni del cinema di Fritz Lang“.
Mondo Sexy di Mario Sesti
In Mondo Sexy vengono ripercorse le immagini di repertorio di dodici film documentari erotici degli anni Sessanta. Un ritmo e uno stile di montaggio incalzanti, a tratti quasi ipnotico, segue sonorità contemporanee create ad hoc. La voce dell’autore rompe questo ritmo con un testo che si ispira a Roland Barthes. Il documentario propone un viaggio nel mondo dello strip-tease che evocava l’universo del nudo e del desiderio nella vita notturna degli anni Sessanta. Mario Sesti racconta: “Il film setaccia e decostruisce figure, narrazioni e modi di produzione di questi film a basso costo che realizzavano grandi profitti (fino a quattro volte il loro costo) ma soprattutto passa ai raggi X le modalità di discriminazione e adozione di stereotipi sessuali, sfruttamento e abuso dell’immagine del corpo femminile che oggi appaiono altamente controverse e che in questi film sembrano messi sotto una lente d’ingrandimento “involontariamente” rivelatrice. Attraverso le testimonianze di critici ed esperti del genere, di giornaliste e studiose contemporanee, di terapeute e protagoniste del burlesque, ho cercato di mappare e ricostruire il set dell’immaginario di quel cinema, il modo in cui riflette società, ritualità, idee e comportamenti dominanti e traccia, da quella scena, la distanza che, dopo la rivoluzione del #MeToo, in tutto il mondo, ci separa nettamente da uno sguardo di cui abbiamo imparato a riconoscere i limiti, l’inadeguatezza, l’odioso potere“.