Dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021 sarà aperta al pubblico Alberto Sordi 1920-2020, la grande mostra dedicata ad Alberto Sordi, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita, visitabile nella Villa romana dell’attore a Caracalla (aperta al pubblico per la prima volta) e al Teatro dei Dioscuri. In occasione di questa grande mostra, Skira Editore ha pubblicato due bellissimi volumi dedicati al grande “Albertone” nazionale: Alberto Sordi 1920-2020 e Villa Sordi.
Alberto Sordi 1920-2020
A cura di Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta, Alberto Sordi 1920-2020 è stato pubblicato in occasione dell’apertura al pubblico della villa di Alberto Sordi per le celebrazioni dei cento anni dalla nascita del grande artista, il volume propone un viaggio spettacolare alla scoperta dell’artista e dell’uomo, un ritratto completo in tutti i suoi risvolti e le possibili sfaccettature; un racconto che lascia emergere il contributo unico e insostituibile che ci ha lasciato in eredità. Alberto Sordi non è stato soltanto un immenso interprete di commedie, ma rappresenta tuttora un vero e proprio patrimonio della nostra storia e della nostra cultura. Attentissimo all’evoluzione della società da cui traeva ispirazione per le storie e i personaggi da portare sullo schermo, Sordi è stato fondamentale per aver confezionato il ritratto di un’epoca e restituito la storia del nostro paese dagli anni a cavallo della seconda guerra mondiale fino al boom economico e agli anni ’60.
I suoi film e i suoi personaggi sono lo specchio della società dell’epoca raccontata con sottile ironia cogliendone, con profonda leggerezza ma anche ferocia, voli e cadute, speranze e delusioni, altezze e miserie umane, con uno sguardo sempre arguto e geniale. Alberto Sordi 1920-2020 non è dunque solo un tributo a un genio del nostro cinema, ma un omaggio alla costruzione della nostra stessa identità, grazie a un viaggio che unisce immagini, filmati e parole impressi nella memoria di milioni di persone ai percorsi di una vita privata altrettanto dinamica e generosa, anche se più riservata. Introdotto dai contributi dei curatori Alessandro Nicosia, Vincenzo Mollica, Gloria Satta e di Maurizio Porro e Goffredo Fofi, il volume è suddiviso in cinque sezioni: Esordi 1926-1953; Cinema; Alla Scoperta Di Alberto Sordi; Alberto E La Sua città; Non Solo Roma.
Villa Sordi
L’amore di Sordi per la sua città è la premessa per parlare di un altro rapporto vissuto dall’attore in forma altrettanto viscerale: quello con la sua casa. Che non è stata e non è un’abitazione qualunque, ma un simbolo per tutti i romani: una villa maestosa affacciata sulle Terme di Caracalla, impossibile da ignorare per chiunque percorra l’incrocio di strade tra piazzale Numa Pompilio, via di Porta San Sebastiano e le grandiose terme imperiali. La villa di via Druso n. 45 a Roma, nel rione XIX Celio (primo municipio), oggi nota come Villa di Alberto Sordi, è stata progettata dall’ingegnere architetto Clemente Busiri Vici (Roma 1887-1965) che la realizzò nel 1928-1929, tra le due guerre, per la cooperativa ASCESA (Società Anonima Cooperativa Edilizia Amministrazioni Statali) e il primo proprietario, “socio assegnatario”, fu il ministro Alessandro Chiavolini; nel 1954 la acquistò Alberto Sordi. La villa si presenta come un’alternativa agli esempi razionalisti dell’epoca (anni venti del secolo scorso) esprimendo, senza volontà esibizionistica, il tema residenziale privato in maniera funzionale, evitando limiti geometrici prestabiliti, con un’articolazione spaziale concepita in base alla conformazione del terreno in declivio e all’ampia panoramica circostante. La villa è arricchita di opere di Giorgio de Chirico (Trovatore, Ettore e Andromaca e Cavalieri nel paesaggio) e di altri protagonisti dell’arte italiana del ’900, oltre ad alcuni dipinti di antichi maestri (Vernet, Panini), sculture e oggetti d’arte applicata.
“In questa casa sono felice. E la mattina, quando mi sveglio e mi affaccio alla finestra, vedendo Caracalla e il campanile romanico con le mura, sento che lì sono proprio a Roma, nel cuore della città, ma lontano dalla contaminazione del caotico centro”.
Alberto Sordi