Nel 20° anniversario della saga dell’omonimo popolare videogioco, oggi al cinema esce Tomb Raider, il film diretto da Roar Uthaug che racconta la storia che condurrà una giovane e risoluta Lara Croft, sul sentiero che la consacrerà eroina globale. A vestire i suoi panni è Alicia Vikander, affiancata sul set da Dominic West, Walton Goggins, Daniel Wu e Kristin Scott Thomas.
Il film
Lara Croft (Alicia Vikander) è la figlia fiera ed indipendente di un eccentrico avventuriero, scomparso quando lei era ancora in tenera età. Divenuta una giovane donna di 21 anni, priva di qualsiasi obiettivo o scopo reale, Lara gira per le caotiche strade alla moda di East London lavorando come corriere in bicicletta, riuscendo a malapena a guadagnare i soldi per l’affitto. Determinata nel trovare la sua strada, si rifiuta di assumere il comando dell’impero globale del padre, così come rifiuta fermamente l’idea che lui sia veramente scomparso. Consigliata ad affrontare gli avvenimenti e ad andare avanti dopo sette anni senza di lui, neanche Lara riesce a capire cosa la guidi a risolvere finalmente il mistero della sua morte.
Schierandosi esplicitamente contro l’ultimo desiderio del padre, Lara si lascia tutto alle spalle alla ricerca della sua ultima destinazione nota: una tomba leggendaria nascosta su un’isola mitologica, che potrebbe trovarsi al largo delle coste del Giappone. Ma la sua non sarà una missione facile; solo raggiungere l’isola si rivelerà estremamente pericoloso. Improvvisamente, la posta in gioco per Lara sarà talmente alta, che – contro ogni probabilità ed armata solo della sua raffinata intelligenza, della sua fede cieca e della sua innata testardaggine – dovrà imparare a spingersi oltre i propri limiti, nel suo viaggio verso l’ignoto. Se sopravvivesse a questa pericolosa avventura, potrebbe realmente capire chi sia e conquistare il nome di tomb raider.
Collegare il futuro al passato
Con Alicia Vikander nel ruolo che dà il titolo al film, l’epica di Tomb Raider rivela una storia originale e tutta nuova, che porta lo spettatore non solo a conoscenza della vera prima avventura di Lara Croft, ma anche totalmente nel cuore e nella testa di un personaggio che, per trovare il suo posto nel mondo, deve riuscire a collegare il suo futuro al suo passato. Il film non spiega soltanto le sue scelte ma perché le fa, mentre scopriamo in che modo è riuscita a diventare una delle più grandi e più famose eroine di tutti i tempi.
In questo film compaiono diverse pietre miliari presenti nel fortunatissimo, e osannato dalla critica, videogioco di Tomb Raider del 2013—il più venduto della saga nella sua storia—che è stata una vera fonte di ispirazione per i produttori, così come lo è stata la nuova concezione del personaggio stesso. Il regista Roar Uthaug, cresciuto giocando a tutti i suoi videogame, dichiara: “ero pazzo di quel gioco e, naturalmente, anche del personaggio di Lara Croft, una ragazza tostissima che risolve ogni enigma, evita tutti i tranelli e depreda tombe. Ma dopo aver visto quanto avevano fatto nel gioco del 2013, mi sono entusiasmato dell’autentica e aggressiva versione del personaggio, così ho pensato che sarebbe stato perfetto anche per trasporlo sul grande schermo”. Per il regista “non poteva esserci momento migliore per rivisitare il suo personaggio, e portarne a conoscenza delle sue origini, in una maniera che possa applicarsi al mondo odierno”.
Alla ricerca del padre
Nel film, l’avventura di Lara inizia quando le viene chiesto di accettare ufficialmente la morte del padre. Sentendosi messa all’angolo, ciò che la giovane ribelle accetta è invece un nuovo enigma rinchiuso in una scatola, che contiene un indizio sul destino del padre, che la porta a credere che forse, dopo tutto, non è andata proprio come le è stato raccontato. Ciò che scopre, la porterà molto lontano da casa, addirittura negli angoli più remoti della Terra. “La relazione padre/figlia è il nocciolo della nostra storia – spiega Roar Uthaug – lui l’ha abbandonata, ma lei non riesce a fare a meno di lui. Questo ha creato un vuoto in Lara che sta tentando di riempire, e questo enigma finale si rivela la chiave che da inizio alle sue risposte su quanto veramente accaduto a suo padre, così da imbarcarsi in un’ultima emozionante ricerca”.
La relazione padre-figlia
Nonostante la ferma devozione alla sua memoria, Lara ha evitato qualunque cosa ricordasse suo padre—come la casa in cui è cresciuta e l’azienda di famiglia—poiché sentirsi coinvolta in ciò che rimane della sua vita senza di lui vorrebbe dire, per lei, accettare la sua morte. “Quando la incontriamo all’inizio del film – racconta la protagonista Alicia Vikander – sono passati circa sette anni dall’ultima volta che lo ha visto. Ma lei è una persona a cui il lutto non si addice, una ragazza che non si arrende mai. Perlomeno non senza una risposta”. Nel film, le sofferenze di cuore di Lara Croft sono provocate dalla sua relazione con il padre, conosciuto per mezzo dei suoi ricordi d’infanzia. La Vikander aggiunge: “sua madre è morta giovane, perciò suo padre è l’unico genitore rimasto e si amano veramente molto. Lui le raccontava storie fantastiche, le ha insegnato a tirare con l’arco, a scoprire tesori e a risolvere enigmi e rompicapo. Ma mentre cresceva, il mondo esterno occupava sempre più spazio per suo padre e lei lo ha visto scomparire lentamente dietro al suo lavoro. O perlomeno questo è ciò che lei pensava”.
Dal videogame allo schermo
La Vikander è sempre stata una fan del videogioco con Lara Croft, un personaggio diventato un’icona della cultura pop: “non avevo mai visto prima un personaggio femminile così forte, Lara non era semplicemente una donna, ma era così fiera, determinata e capace, e questo mi ha spinto ad adorarla. Per me lei è come i supereroi che tanto amiamo; vedendo le loro avventure, ci sentiamo sempre un po’ vicini a loro e, da un punto di vista emotivo, li comprendiamo”. Così come per i videogiochi, i produttori puntavano all’azione che sembrasse plausibile e che il pubblico si sentisse circondato da essa, vivendo gli eventi per mezzo degli occhi di Lara: correndo a tutta velocità, combattendo duramente, tirare con l’arco mentre schiva le pallottole—mentre affronta tutta una serie di ostacoli letali—e risolvendo puzzle impossibili da districare in pochissimi secondi.
I pregi di un’eroina
Lara ha bisogno di ogni grammo di forza, abilità, intelligenza e resistenza per compiere le sue incredibili gesta, che è precisamente il motivo per cui gli appassionati di tutto il mondo amano i suoi videogames: riescono ogni volta a piazzare il giocatore al centro dell’azione e a fargli vivere l’avventura virtuale più grande di sempre. Audace, resiliente e risoluta di natura, riesce ad affrontare e a vincere ogni sfida. Aggiungete a questo il fatto di essere intelligente, implacabile, onesta, vulnerabile, umana e tosta. Questi sono solo alcuni dei tratti che i produttori volevano risultasse dalla loro Lara Croft.
Alicia è come Lara
Alicia Vikander ha sfruttato l’opportunità per lavorare a livello mentale, oltre che fisico, le sfide affrontate dal suo personaggio, che spesso si intrecciano man mano che Lara affronta situazioni complicate. “Mi è piaciuto interpretare una ragazza che dice quello che pensa – conclude l’attrice – a volte anche ad alta voce e a sproposito, ma comunque disposta a mostrare la sua vulnerabilità. Fa parte della sua natura e questo lo scopriamo quando si ritrova in situazioni che mettono a nudo le sue paure, oltre che il suo istinto di sopravvivenza e il guerriero che è in lei”.
“Lara Croft ogni volta che cade, e si fa male, si rialza immediatamente e continua a combattere per il suo obiettivo”.
Roar Uthaug