Dopo aver conquistato il Box Office internazionale, dal 7 al 13 settembre arriva nei nostri cinema All Eyez On Me il film evento diretto da Benny Boom e con protagonista Demetrius Shipp Jr. Una pellicola per ricordare e omaggiare la vita coraggiosa e idealista del compianto rapper Tupac. Inserito da Rolling Stone nella lista dei 100 migliori artisti di sempre, con oltre 85 milioni di dischi venduti, Tupac è stato un musicista innovativo e un riferimento importante negli anni ’90 per tutta la Black America, che come lui viveva la violenza e la povertà del ghetto.
Il piccolo Tupac nasce e cresce ad Harlem, un quartiere di New York: non certo un posto tranquillo. La madre è un’attivista delle cosiddette “Pantere Nere” e la sua fede politica influenzerà molto il futuro rapper. Nel corso della gioventù, Tupac è costretto a relazionarsi con una realtà – quella del ghetto – caratterizzata da povertà e violenza: elementi che ritorneranno nei testi delle sue canzoni. Dopo i primi anni nella Grande Mela, la famiglia di Tupac si trasferisce a Baltimora, nel Maryland, dove l’ormai adolescente scopre la musica rap, trovando in essa un modo per esprimere i propri sentimenti.
Fondamentale per l’affermazione di Tupac è però il successivo trasferimento in California, a Marin City, cittadina a pochi chilometri da San Francisco. È nello stimolante ambiente culturale della West Coast che Tupac, che nel frattempo ha scelto il nome d’arte di 2Pac, ha l’opportunità di raggiungere il successo. La sua ascesa è vertiginosa: nel 1991, a soli 20 anni, Tupac pubblica il suo primo disco, 2Pacalypse Now. Seguono, nei cinque anni successi, altri tre dischi: Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z. (1993), Me Against The World (1995), ed infine All Eyez On Me, uscito nell’aprile del 1996, a pochi mesi dalla morte del cantante. Superfluo dire che tutti i suoi dischi sono accolti positivamente sia dal pubblico (85 milioni di dischi venduti!), sia dalla critica, che mette in evidenza l’apporto rivoluzionario della musica del rapper.
Successi musicali a parte, la vita di Tupac è contraddistinta però anche da una spericolata propensione all’autodistruzione, alimentata dall’ambiente frequentato dal giovane rapper. Con il successo, infatti, cominciano per Tupac i primi guai con la legge: alterchi con la polizia, un’accusa di stupro. Inoltre, nella prima metà degli anni ’90 il mondo del rap è caratterizzato da una guerra fra due schieramenti contrapposti: quello della East Coast e quello della West Coast (di cui fa parte anche Tupac). È forse a causa di questa faida se Tupac trova la morte, a soli 25 anni, a seguito di una sparatoria a Las Vegas?
Nato nel ghetto di Harlem da madre attivista delle Pantere Nere, Tupac cresce con una forte coscienza sociale e politica, radicalizzata da un’infanzia e un’adolescenza non facili: povertà estrema, frequenti spostamenti, familiarità con ambienti legati allo spaccio di droga. Cresciuto con la passione per la poesia, Tupac Shakur comincia a comporre versi già in tenera età. All’età di quindici anni, trasferitosi nel Maryland, entrò alla Baltimore School for the Arts dove studiò teatro, ballo e composizione jazz. L’arrivo in California marca il debutto di 2Pac nel mondo della musica con la pubblicazione, per Interscope Records, del sopracitato 2Pacalypse Now.
Già dal primo album risultò chiaro che l’arte del rapper newyorkese avrebbe radicalmente innovato il genere: ritmi più rilassati, venati di funk e intrisi di musicalità rispetto a tutto ciò che si era ascoltato prima, uniti a testi più crudi e politici, a invettive al vetriolo rivolte ai suoi tanti detrattori e nemici nel mondo musicale. I quattro album successivi confermarono la rivoluzione in corso. Molti temi trattati nei testi erano del tutto inediti: le problematiche della vita quotidiana delle madri nere, oppure la THUG life, intesa come The Hate U Give Little Infants Fucks Everybody (il male che fai ai figli fotte tutti quanti). Tupac inveisce contro l’ottusità dei criminali di quartiere che rivolgono la loro rabbia contro gli stessi abitanti della zona, spingendo i vicini di casa a schierarsi uno contro l’altro invece di unirsi per migliorare le proprie condizioni di vita.
Un grido che ancora oggi si sente.