Al Teatro Fraschini di Pavia, giovedì 1° dicembre arriva sul palcoscenico Tradimenti, lo spettacolo diretto da Michele Placido tratto dal testo di Harold Pinter (e tradotto da Alessandra Serra). Protagonisti sono Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione.
La storia si dipana a ritroso, dal 1977 al 1968. Emma, manager in una galleria d’arte, e Jerry, scrittore e agente letterario, si rivedono due anni dopo la fine della loro relazione. Sono stati amanti per cinque anni, distraendosi dai rispettivi matrimoni in un appartamento preso in affitto, finchè Robert, marito di Emma e testimone di nozze di Jerry, costringe la moglie ad ammettere il tradimento, dopo aver sospettato a lungo sulla relazione tra i due.
L’apparente banalità del ménage tra marito, moglie e amante si dissolve nel protrarsi della narrazione all’indietro. Mentre lo spettatore scopre nuovi dettagli, si delinea il carattere quasi esistenziale della condizione di tradito e traditore. L’inganno che copre la stanchezza di questi matrimoni, divenuti asfittici, diventa il passepartout per un’apparente libertà che, tuttavia, non va al di là della distrazione pura e semplice: i rapporti falliti restano, assieme ad una profonda stanchezza e all’impossibilità di fidarsi di chi si ha vicino.
Il testo Tradimenti nasce da uno spunto autobiografico: Pinter, sposato con l’attrice Vivien Marchant, visse una relazione lunga sette anni con la presentatrice televisiva Joan Bakewell. Scritta nel 1978 e ambientata tra Londra e Venezia, questa è una delle commedie più famose dello scrittore premio Nobel 2005 per la letteratura, portata sul grande schermo nel 1983, diretta da David Hugh Jones con Jeremy Irons, Ben Kingsley e Patricia Hodge.
Michele Placido ha spiegato che in Tradimenti, Pinter “si diverte a spiazzare il lettore/spettatore con il gioco a ritroso, partendo da un dialogo che segna la fine del sentimento che coinvolge i tre protagonisti e che si svolge in un bar nell’anno 1977. Scena che segna l’inizio della commedia e che prosegue andando indietro negli anni fino alla descrizione della festa in pieno stile sessantottino, con alcool e droghe leggere, ambientata a casa di Robert ed Emma, in cui Jerry tenta di sedurre la moglie dell’amico Robert”.
L’attore e regista ha voluto raccontare “una personale parabola sentimentale e politica e di come quegli amori di gruppo, la libertà sessuale, le prime trasgressioni i furori rivoluzionari siano stati poi, negli anni a venire, traditi e a volte falliti miseramente: la storia di quegli anni parla di amori finiti, ma soprattutto di tradimenti politici, ideologici e sociali”. Un testo, come conclude Michele Placido, che “si può leggere non solo come la fine di una storia d’amore più o meno grande, ma anche come un totale fallimento di un’utopia rivoluzionaria che voleva migliorare e cambiare il pensiero occidentale”.