Dopo il grande successo dei primi due capitoli, Belle e Sebastien il 22 febbraio tornano al cinema con Belle & Sebastien – Amici Per Sempre, il film diretto da Clovis Cornillac ispirato all’omonima serie di racconti di Cécile Aubry.
Sebastien (Félix Bossuet) è cresciuto, ha 12 anni e con Belle sono ancora inseparabili, anzi la famiglia si è allargata con l’arrivo di tre splendidi cuccioli di cui Sebastien si prende cura con tanta buona volontà.
Una sera a casa del nonno ascolta una conversazione tra Pierre (Thierry Neuvic), suo padre, ed Angelina (Margaux Chatelier), da poco sposi, scoprendo le loro intenzioni di trasferirsi presto in Canada. Sebastien è amareggiato, non vuole lasciare il nonno che invece lo sprona a scoprire il mondo. La situazione si complica con l’arrivo un presunto proprietario di Belle che vuole portargliela via, ma Sebastien è testardo e farà di tutto per non separarsi dalla sua migliore amica a quattro zampe.
Proponiamo ora un piccolo estratto dell’intervista rilasciata dal regista Clovis Cornillac.
Che direzione hai voluto dare alla sceneggiatura?
Per esempio, il concetto di legge – e di ciò che essa incarna – era molto importante ai miei occhi. Nel film non abbiamo scelta: la legge è dalla parte del cattivo. Ho chiesto quindi agli sceneggiatori di mettere un po’ più l’accento su quest’aspetto. Volevo anche che lo spettatore fosse pienamente cosciente che Sébastien è cresciuto ed è maturato affettivamente: trovavo interessante che non siano i genitori che ritornino alla fine del film ma che sia lui ad andar via. Ho ripreso l’idea che quando facciamo dei figli li “mettiamo al mondo” e diciamo loro “andate, il mondo è vostro”. Quello che trovo forte è che Sébastien, dopo la separazione dal nonno sulla pista, prende il volo verso un nuovo mondo.
Il film è un vero e proprio romanzo formativo, non solo per il giovane ragazzo ma anche per gli adulti che lo circondano…
Certo, i rapporti tra Sébastien e gli adulti sono cambiati, mi sembrava ugualmente importante mostrare, soprattutto in un film familiare, che le nostre vite non si fermano a 60 anni. Anche tra un pastore che invecchia e una maestra single può scoccare la scintilla. All’inizio mi sono chiesto se fosse credibile, ma la loro storia d’amore è vera e profonda. In questa idea di apertura sul mondo di cui parlavo prima, c’è anche l’idea che l’amore può arrivare anche tardi. È possibile! Credo davvero a questa possibilità. Questi due personaggi si sono talmente protetti che il momento in cui si aprono al mondo è euforico! Sappiamo che non smetteranno di litigare ma anche che ci sarà molta tenerezza tra di loro.
Il film usa lo stile del thriller in maniera perfetta. Anche questo era uno dei tuoi obiettivi in quanto regista?
Nel thriller, è il “thrill” – il brivido – che mi diverte! I bambini cresciuti come me, lo adorano. Penso davvero che i bambini non siano sciocchi e mi ricordo che quando ero bambino odiavo essere trattato da sempliciotto al cinema. I bambini ascoltano le conversazioni degli adulti, guardano film molto violenti, giocano con i videogiochi e non è perché abbiamo girato Belle et Sébastien che dobbiamo fare dell’infantilismo. Al contrario, avevo voglia di ricreare la tensione e la suspense, dare i brividi ai bambini fino al lieto fine. Volevo che pensassero “Mi ha trattato come un grande, non mi ha preso in giro”.