Dopo aver reso la Terra inabitabile, la razza umana inizia a lasciare il pianeta per colonizzare Marte. Aniara è una delle navicelle in partenza, ed è stata costruita per offrire un lussuoso e spensierato soggiorno di tre settimane. Il viaggio si interrompe bruscamente quando un incidente improvviso devia la rotta dell’astronave verso una zona remota da cui è impossibile tornare indietro. Questa è la trama di Aniara – Rotta Su Marte, il film diretto nel 2018 da Pella Kågerman e Hugo Lilja che nel 2019 ha vinto il Premio Asteroide al Trieste Science Fiction Festival. Tratto dal profetico poema fantascientifico del Premio Nobel Harry Martinson, dal 20 maggio il film sarà disponibile in home video (sia in Dvd che Blu-ray) grazie a Koch Media.
Il film
Ci troviamo in un futuro non poi così lontano, in cui l’umanità ha definitivamente distrutto il pianeta ed è ora protagonista di un esodo a bordo di gigantesche navi spaziali, dirette alle colonie create su Marte. A bordo di una di queste immense nave-città, comandata con piglio autoritario dal Capitano Chefone (Arvin Kananian), è stata installata anche MIMA, una sorta di coscienza artificiale che aiuta i passeggeri a rilassare la mente, ne analizza il subconscio, li tranquillizza, li connette con i loro pensieri più nascosti. L’addetta alla sua manutenzione, denominata Mimaroben (Emelie Jonsson), all’inizio ha ben poche persone interessate al macchinario, ma quando la Nave a causa di un guasto finisce fuori rotta, con la prospettiva di dover rinunciare per diversi anni a raggiungere Marte, MIMA diventa un rifugio per ogni passeggero disperato o senza meta. In breve per la Mimaroben e per chi le sta accanto comincerà una lunga odissea da incubo, nella quale i passeggeri e la nave si troveranno alle prese con disperazione, speranza, lotte, culti religiosi improvvisati, e dove la violenza diventerà sempre più protagonista.
In viaggio verso il nulla
Aniara è una delle molte astronavi che vengono utilizzate per trasportare la popolazione terrestre verso la sua nuova casa: Marte. È stata disegnata per venire incontro ai bisogni di una specie che ha appena terminato di consumare la sua terra d’origine: è un gigantesco centro commerciale. Una scelta fortemente simbolica che rappresenta il materialismo della società moderna. Dopo l’incidente (anche in questo caso paragonabile all’avvento della Pandemia da CoVid-19) che li manda fuori rotta, i passeggeri di Aniara prendono lentamente coscienza del fatto che non saranno mai più in grado di tornare indietro: continueranno a viaggiare per sempre in un vuoto e freddo universo. Un po’ come l’umanità disorientata di oggi, che ancora cerca nuovi orizzonti e nuove prospettive per ripartire.