“Marcello! Come here!”: una frase leggendaria di un film storico, La Dolce Vita di Federico Fellini. Nella Fontana di Trevi di Roma una bionda irresistibile chiama a sé un monumento di nome Marcello Mastroianni, che la raggiunge. Quella bellissima donna, si chiamava Anita Ekberg. e nasceva 90 anni fa esatti a Malmo, il 29 settembre 1931.
È quella sequenza felliniana la cartolina della Ekberg, icona di femminilità e bellezza. Una bellezza che a Kerstin Anita Marianne (questo il suo nome per intero), era già stata riconosciuta con l’assegnazione del titolo di Miss Svezia nel 1950, il suo trampolino di lancio. Dopo quella vittoria si trasferisce negli Stati Uniti dove il produttore Howard Hughes riesce ad introdurla nel cinema con il film Viaggio sul Pianeta Venere, in cui recita in un ruolo minore.
Più importanti sono invece le parti interpretate in Artisti e Modelle (1955) e Hollywood o Morte! (1956), entrambi al fianco di Jerry Lewis e Dean Martin. E grazie al secondo di questi, diretta da Frank Tashlin, la Ekberg vince un Golden Globe come Miglior Attrice Emergente. Sempre nel 1956 King Vidor le affida una parte nel kolossal Guerra e Pace. Poi, dopo aver partecipato ad altri film USA (Gerd Oswald la diresse in tre film di fila!), arriva l’Italia, la sua più grande storia d’amore.
Dopo aver girato Nel Segno di Roma (1959), diretto da Guido Brignone, e dove indossò i panni della regina Zenobia che si ribella all’Impero Romano, la Ekberg è Sylvia nel film che l’ha resa un’icona mondiale, La Dolce Vita di Federico Fellini (1960). Nel 1961 appare nei Mongoli di André De Toth e in A Porte Chiuse di Dino Risi, con il quale ebbe una breve relazione.
Sempre per Fellini, prende parte allo straordinario episodio Le Tentazioni del Dottor Antonio in Boccaccio ’70 (1962), in cui la sua provocante bellezza diventa un incubo per le notti del moralista Dottor Antonio (interpretato da Peppino De Filippo), e nella parte di se stessa in I Clowns (1970) e Intervista (1987).
Nel 1963 torna a Hollywood dove recita in I 4 del Texas per la regia di Robert Aldrich con Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula Andress; lo stesso anno è accanto a Bob Hope in Chiamami Buana. Dalla seconda metà degli anni sessanta, si trasferisce definitivamente in Italia e lavora in svariate produzioni europee, tra cui Poirot e il caso Amanda (1965) di Frank Tashlin, Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966) di e con Alberto Sordi e Sette Volte Donna (1967) di Vittorio De Sica.
I suoi film degli anni Settanta sono soprattutto di genere, come Casa d’Appuntamento (1972, Commedia Sexy, con Barbara Bouchet), La Lunga cavalcata della vendetta (1972, Spaghetti Western con Richard Harrison) e il thriller Suor Omicidi (1979) di Giulio Berruti. Da bomba sexy a caratterista, ritroviamo la Ekberg in film minori, tra cui anche Il Conte Max (1991) diretta da Christian De Sica.
Ma ogni volta che guardiamo la Fontana di Trevi, eterna come la città di Roma, quella sequenza in bianco e nero riaffiora puntuale. La sua bellezza, il tocco di Fellini: è la magia del cinema.