Nel giorno del 50esima Giornata Mondiale della Terra, vi parliamo di un film diventato un cult (nel 2011 trionfò al Sundance Film Festival). Mi riferisco ad Another Earth, l’originale e provocatorio film di esordio alla regia di Mike Cahill che ipotizzò la presenza, nell’Universo, di una seconda Terra, identica alla nostra e popolata dai nostri sosia.
Il film
Rhoda Williams (Brit Marling), una brillante giovane donna che cerca di superare una terribile tragedia. Il suo mondo è come il nostro, con l’unica differenza che di notte, un misterioso pianeta del tutto simile alla Terra – denominato infatti Terra 2 – appare nel cielo ed incombe come uno specchio gigantesco sospeso sopra il nostro pianeta. Per Rhoda, questo strano e ignoto pianeta – che secondo gli scienziati presenta una realtà parallela – rappresenta la sua ultima speranza. La donna, vittima di uno sconvolgente incidente che ha spezzato per sempre il suo sogno di diventare un’astrofisica, non vede più un senso nel futuro. Spinta solo dalla necessità di confrontarsi con il suo passato, Rhoda un giorno capita alla porta dell’uomo a cui ha cambiato inesorabilmente la vita: il noto compositore John Burroughs (William Mapother). Entrambi sconnessi, sfiduciati e incerti rispetto alla loro identità, queste due anime perse si avventurano in una storia d’amore improbabile e rischiosa. Ma quando a Rhoda verrà offerta l’incredibile possibilità di visitare la Terra 2, emergeranno le reciproche verità nascoste a cui farà seguito un grande quesito: e se il più grande mistero del mondo fossimo proprio noi?
L’idea del sosia
Another Earth esplora il regno della cosiddetta ‘fiction speculativa’ (che esplora argomenti di fantascienza, horror, soprannaturali e apocalittici) inoltrandoci nei meandri profondi e misteriosi del cuore umano. Sullo sfondo di una fantasiosa Terra alternativa e di una indagine nello spazio senza precedenti, assistiamo alla drammatica relazione di due persone proiettate in un viaggio più intimo e personale, che si confrontano con i sentimenti del rimorso, della rabbia, del perdono, della speranza e della pura meraviglia. Cahill, che ha scritto la sceneggiatura insieme alla protagonista femminile del film, Brit Marling, racconta come tutto abbia avuto inizio dall’idea dei sosia, cioè di qualcuno che – da qualche parte nell’universo – è identico a noi ma che non necessariamente conduce la nostra stessa esistenza. Da qui è nato l’impressionante concetto di una seconda Terra che appare nel nostro cielo, spazzando via per sempre il dubbio di essere gli unici abitanti dell’universo.
Le domande di Cahill
“Tutto è iniziato con la domanda: cosa proverebbe qualcuno se incontrasse un altro se stesso? – si chiese Cahill – cosa proverebbe vedendo esternati tutti i suoi sentimenti attraverso un altro essere che si materializza fisicamente di fronte a se stesso? Vorrebbe conoscere quella persona? Come si sentirebbe? Riuscirebbe a perdonare quella persona per tutto ciò che ha fatto? Questa era l’idea da cui siamo partiti, quindi l’abbiamo sviluppata, e il risultato finale è che un intero mondo è costretto a confrontarsi con un altro pianeta identico a sé”.
Una seconda chance
Questa idea si intreccia con la vicenda più realistica e drammatica di una promettente giovane donna che fin da bambina sogna di diventare astrofisica ma la cui vita a un certo punto subisce un cambiamento radicale. Ma da quando Terra 2 è apparsa improvvisamente nel cielo, questa donna inizia a chiedersi se esiste forse un’alternativa di vita per lei, la possibilità di cancellare l’imperdonabile errore che le ha sconvolto l’esistenza. “Volevamo esplorare il concetto della possibilità di una seconda chance nella vita – aggiunse Cahill – tutti noi attraversiamo momenti in cui ci chiediamo: cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente? Nel film la domanda è: cosa succederebbe se un vostro sosia seguisse una strada alternativa, forse quella ideale? Quanto sarebbe diversa quella persona? La sua vita sarebbe migliore della nostra? Ci siamo resi conto che il sosia di qualcuno che conduce un’ideale vita alternativa non avrebbe avuto l’impatto che cercavamo. Le persone non sanno che tipo di vita conduce il proprio sosia nel film, non lo sanno fino al momento in cui non lo incontrano”.
La teoria del multidiverso
La teoria scientifica rielaborata da Mike Cahill in Another Earth si basa sulla fisica quantistica – la teoria del multiverso, secondo la quale il nostro universo potrebbe essere solo uno dei tanti possibili universi che esistono all’interno di dimensioni interpenetranti, una goccia nell’infinito mare di realtà che si generano continuamente. Mentre l’esistenza di universi paralleli non può, a questo punto, né essere confermata né negata dagli scienziati, questa idea ha acceso non solo l’interesse dei fisici ma anche la fantasia dei filmmakers, generando film come Il Mago di Oz a Ritorno Al Futuro a Star Trek. Con la creazione di Terra 2, Cahill aggiunge il suo tocco personale alla tradizione delle storie che indagano sulla possibilità della vita umana in un’altra dimensione.
Trackbacks