Sbarca oggi in rete Under – The Series, una web serie in dieci puntate diretta dal regista Ivan Silvestrini, prodotta da Anele, RCS e Trilud in collaborazione con Sugar Music che ha prodotto la colonna sonora realizzata da Matteo Curallo. La serie trae ispirazione dal romanzo omonimo della giovane scrittrice Giulia Gubellini che arriva oggi nelle librerie edito da Rizzoli. (Le puntate saranno da oggi visibili qui).
La storia, in stile urban fantasy, è ambientata nello scenario postbellico di in una Bologna del futuro, divisa tra dittatura e resistenza e sconvolta da esecuzioni esemplari. Sei ragazzi considerati colpevoli di disobbedienza al regime vengono rinchiusi in un bunker da un’autorità suprema. Il cast è composto da due veterani come Gianmarco Tognazzi e Giorgio Colangeli che sono stati affiancati dagli emergenti Valentina Bellè, Matteo Martari e Jose Dammert.
A interpretare il personaggio di Tea, è stata invece Chiara Iezzi (famosa voce prima nel duo Paola & Chiara e poi come solista) che ha colto con passione ed entusiasmo questa nuova avventura sul set come attrice.
Parte sul web Under –The Series, in cui interpreti Tea. Che esperienza è stata per te “abbandonare” il microfono per fare l’attrice?
E’ stata un’esperienza graduale e lenta. Avevo iniziato a studiare quattro anni fa recitazione parallelamente all’attività nella musica, poi mi sono totalmente appassionata. Amo recitare e mi fa sentire bene. La musica può rientrare in una forma diversa, magari appunto in un film.
Quanto c’è di te nel tuo personaggio?
Di Tea c’è un aspetto rigoroso ed essenziale che per certi versi non è lontano da me. Lavorare sulla sua ambivalenza è stato interessante, ho scavato nella sua psicologia, cercando di capire il vissuto emozionale. Ho amato da subito il personaggio. Mi sono affidata anche alle indicazioni di Ivan Silvestrini, il regista. Per me era importante dare a Tea un’emozionalità, nonostante la dissimulazione e la freddezza, che sono i suoi tratti principali.
La serie mostra un domani apocalittico, in cui i ragazzi sono sotto regime. Tu come lo vedi il prossimo futuro? In questi tempi duri, in cosa devono sperare i ragazzi di oggi?
La serie mostra una condizione estrema, basata sulla sopravvivenza. Personalmente consiglio ai ragazzi di studiare in modo mirato e di non prendere sotto gamba il fatto di seguire le proprie specificità e inclinazioni: la conoscenza aiuta a liberare il pensiero e a trovare soluzioni creative, personali. Così si possono bypassare quelle sensazioni di vuoto, di inadeguatezza. Viviamo in società, siamo esseri collettivi, ma è bene coltivare le proprie visioni senza omologarsi troppo. Consiglio ai ragazzi di chiedersi spesso “in cosa sono bravo”? cosa mi riesce bene? E seguire poi quella cosa dedicandocisi con impegno.
Nella storia Gianmarco Tognazzi interpreta il tuo capo T. Com’è stato recitare al suo fianco?
Gianmarco è un attore straordinario ed è simpaticissimo. C’era un ottimo ascolto tra noi sul set, ci siamo divertiti molto. Tea e T sono due personaggi autoritari anche se con diverse intenzioni. I dialoghi sono stati scritti molto bene ed è venuto fuori un risultato che trovo insolito ed emozionante. Il regista era convinto che funzionassimo molto bene insieme.
Per quanto riguarda il cinema, pensi che il web rappresenti sempre più la strada giusta? O credi che Internet e le logiche dei Social ci stiano isolando sempre più a scapito anche delle care e vecchie sale cinematografiche?
Personalmente amo la magia della sala cinematografica. E comunque proprio oggi leggevo un articolo di Ben Stiller in cui dice che punterà tutto sulle web series. E’ un segnale indicativo: del resto una cosa non esclude l’altra e molte web series ad esempio diventano dei film di successo. Io credo che i social non siano da demonizzare, anzi, sono un luogo di sperimentazione per nuovi linguaggi.
Torniamo alla tua nuova esperienza come attrice. Quanto sono state importanti per te gli studi che hai fatto tra Los Angeles e New York?
Ho studiato molto con insegnanti bravissimi, ed ora ho la mia tecnica, il mio modo di recitare. E’ una sensazione che mi fa sentire sicura di quello che posso offrire come attrice.
Come e quanto cambia recitare per un videoclip musicale e per una serie (tv/web)?
I clip musicali hanno il loro linguaggio, fatto di playback, pose e rallenty. Il cinema è un altro mondo, fatto di sfumature e sofisticazioni espressive. Nel fare cinema mi sento come liberata nel poter esprimere tutto il mio mondo interiore. Del mio precedente lavoro una cosa che amavo era il montaggio dei video che seguivo personalmente. Da allora mi è rimasta una mentalità da editor, che mi aiuta con i tempi e le pause anche quando recito. Facilitare un montatore è per un attore un aspetto fondamentale.
Si è parlato molto del tuo progetto da attrice e regista The Age Of Wars. Che esperienza è stata?
Mi fa piacere che lo abbiate notato. Si tratta di un piccolo esperimento da regista e sceneggiatrice dove ho anche recitato. E’ una clip di 4 minuti ma per ora lascio decantare la cosa. Posso dire che è stato molto bello lavorare a tutte le fasi, dallo scrivere la sceneggiatura al casting, dalla scelta delle location e delle inquadrature all’audio, e poi la fotografia, la musica e l’editing. La cosa che amo nettamente di più, però, è recitare.
Tra passato e presente, hai attrici, attori e registi di riferimento?
Fare nomi è sempre difficile sia tra italiani che stranieri. Tra gli attori amo Zachary Quinto e Stanley Tucci, mentre uno dei miei registi preferiti è Christopher Nolan, ma anche Hitchcock. J. C. Chandor, Scott Derrickson e Amenabar sono modelli di ispirazione. Tra gli sceneggiatori amo Ehren Kruger mentre per la musica Hans Zimmer e il sofisticato Antonio Pinto. Tra le mie attrici preferite ti dico Tippi Hedren, Naomi Watts e Jennifer Lawrence. Ma è davvero impossibile scegliere pochi nomi!
Intervista di Giacomo Aricò